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La Proprietà Industriale e Babbo Natale

Scritto da Guest Contributor

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Moda
Credits: Foto: Credit Pexels, Andrea Piacquadio

Le festività natalizie sono legate anche a marchi che negli anni hanno contribuito a costruire un immaginario felice e sono divenuti simboli, per quanto commerciali, del Natale.

Il più famoso, e internazionalmente conosciuto, è il Babbo Natale della Coca-Cola. Originariamente la figura dell’attuale Babbo Natale era in realtà rappresentata da San Nicola di Bari, descritto come un uomo con una veste vescovile rossa, ma con un’immagine ben diversa da quello che per noi, oggi, è Babbo Natale. Successivamente, divenuto Santa Claus, ha indossato diversi colori, tra cui prevalentemente il verde. Ma è nel 1931, quando alla Coca-Cola viene in mente di sfruttarlo come personaggio pubblicitario, e di affidare l’incarico per la sua creazione a Haddon Sundblom, che la figura di Babbo Natale diventa quella che ormai appartiene all’immaginario di tutti noi: un uomo paffuto, con la barba dal color bianco candido, con un sacco sulle spalle, un cappello con pompon e un cinturone nero, e vestito, guarda caso, di rosso, che è il colore al quale è legata la distintività del brand Coca-Cola.

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I marchi, anche della moda, hanno contribuito a creare l'immaginario collettivo natalizio

Il Babbo Natale disegnato da Sundblom è stato l’assoluto protagonista della pubblicità invernale della Coca-Cola sino al 1964. La forza comunicativa della Coca-Cola ha così determinato che il suo Babbo Natale divenisse un’icona natalizia, e che noi associamo il Natale al colore rosso. E il Babbo Natale, sorridente e con in mano l’iconica bottiglietta, è un marchio registrato della Coca-Cola. Negli anni ‘80 la Coca-Cola ha poi arricchito il nostro immaginario natalizio con il famoso jingle che in Italia tutti conoscono come “Vorrei cantare insieme a voi”. E negli anni ’90 arriva un altro elemento iconico del Natale: il tir Coca-Cola.

Parlando invece di marchi italiani che hanno contribuito a creare l’immaginario collettivo natalizio, viene subito in mente il pandoro Bauli. Nato nel 1922, appare in tv nel 1968 con un carosello che verrà visto da ventuno milioni di spettatori. Nel 1988 viene lanciato il jingle “Ba Ba Ba Bauli”, che sarà un elemento sonoro delle feste natalizie per tutti gli anni ’90, e nel 2005 il jingle “A Natale puoi”. E così il pandoro della Bauli, con la sua scatola a tronco di cono di colore lilla, anch’essa un marchio registrato, è divenuto un elemento iconico del Natale degli scorsi decenni.

Pur senza la visibilità e l’iconicità del Babbo Natale e del pandoro Bauli, vi sono altri titoli di Proprietà Industriale legati in qualche modo al Natale, come i modelli e disegni registrati che tutelano il design di oggetti quali, per esempio, alberi di Natale, ornamenti e stampi per dolci. Negli anni è stata richiesta la tutela per ben 1.177 modelli e disegni comunitari collegati alle festività natalizie. Non mancano neanche i brevetti, tra cui quelli per procedimenti di produzione del panettone.

E la moda? Quest’anno la Barbour ha scelto come protagonisti della campagna natalizia i personaggi di "Shaun the Sheep", che desiderano, come regalo di Natale, riparare la giacca del fattore, con un risultato disastroso. Interverrà il cane Bitzer, che farà rimettere a nuovo la giacca dagli esperti della Barbour.

Sarà la nascita di nuove icone legate al Natale? L’esempio della Coca-Cola potrà essere un input per il fashion? Marchi, design e brevetti proteggono distintività, creatività e innovazione sempre, anche in relazione alle feste. Auguri a tutti.

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L'autore
Questo articolo è stato scritto per FashionUnited da Rosalba Palmas di Palmas IP.
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