La sostenibilità da obbligo a opportunità per fidelizzare i clienti e ottenere prestiti dalle banche
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Gli aspetti normativi e operativi legati alla sostenibilità sono complessi e hanno molteplici conseguenze che impattano su investimenti, organizzazione, produzione.
In primo luogo, come spiega a FashionUnited Davide Treghini, chief financial officer e co-fondatore di Ollum srl, società di consulenza con sede ad Arezzo specializzata in sostenibilità d'impresa che accompagna le aziende in un percorso completo verso la riduzione degli impatti ambientali, è necessario conoscere e formarsi su questi temi.
"Seguiamo diverse aziende nel mondo della moda", dice Treghini, sottolineando che con la Csrd, ovvero la Corporate sustainability reporting directive che riguarda la rendicontazione societaria di sostenibilità, alle imprese e alla filiera produttiva vengono richiesti sempre più dati. "A livello normativo c'è molta confusione e, quindi, bisogna agire per gradi".
Formarsi sulla normativa e monitorare i dati è fondamentale per le imprese della moda
Ma cosa suggerisce di fare a un'impresa che deve attrezzarsi per adeguarsi alla normativa? Innanzitutto è necessario iniziare a formarsi su questi temi. Poi bisogna cambiare approccio: "non è di routine per le aziende della moda monitorare i dati sul riciclo e sui tessuti, per esempio. In terzo luogo, spiega l'esperto di Ollum, è utile appoggiarsi a degli esperti per comprendere in che modo si può ridurre il proprio impatto ambientale.
"E' necessario rivolgersi a chi possiede una competenza industriale, a chi può mettere a disposizione esperti di ingegneria ambientale", racconta il cfo di Ollum.
Va anche considerato che le imprese, almeno in questa fase storica, si dividono in due grandi gruppi: quelle che vedono le normative sulla sostenibilità come una opportunità per rivedere i processi produttivi e inquinare di meno e chi vive le direttive come "carta" a cui adeguarsi, ovvero puramente come un obbligo. Individuare una opportunità e non un mero obbligo vuol dire anche capire che nel medio e lungo periodo esiste un ritorno degli investimenti che può avvantaggiare concretamente l'azienda.
I fornitori stanno mettendo a punto piani di riduzione delle emissioni
Sta di fatto che le imprese stanno cercando di accorciare la filiera produttiva, sia perchè la normativa impone loro di arrivare a emissioni zero, sia perchè le banche erogano prestiti alle aziende più virtuose. "I fornitori hanno compreso che riducendo il loro impatto ambientale possono fidelizzare la clientela", osserva Treghini. Molte catene e retailer chiedono ai propri fornitori di presentare dei piani di riduzione delle emissioni. Chi non è in grado di formulare piani efficaci vede ridursi progressivamente gli ordini e rischia di uscire dal mercato.
"Alcuni retailer stanno acquisendo i loro fornitori per faciliatare il controllo sulla catena e per avere la gestione diretta dei dati", sottolinea Treghini. Un altro capitolo rilevante quando si parla di emissioni è quello legato alla rendicontazione della quantità totale di emissioni di gas a effetto serra generate dalle attività dell'organizzazione espresse in Co2 equivalente. Si tratta di una misurazione fondamentale per individuare aree di miglioramento e ridurre l'impatto climatico. In questo caso bisogna tenere conto delle emissioni dirette generate all'interno dell'impresa, di quelle indirette legate a un consumo di energia acquistata e di altre emissioni indirette lungo la catena del valore.
Fonti rinnovabili e idrogeno
"Naturalmente entra in gioco l'energia ottenuta da fonti rinnovabili", afferma Treghini. In alcuni casi, per esempio, può essere sfruttato anche l'idrogeno. "Un nostro cliente del segmento moda che fonde metalli preziosi per gli accessori ha deciso di adottare un forno a idrogeno a emissioni zero". Oltre al ciclo produttivo le aziende della moda devono prestare attenzione ai materiali che utilizzano. "In questo caso, per esempio, parliamo di nylon rigenerato che ha emissioni molto inferiori rispetto alla materia non riciclata". Anche il poliestere riciclato ha un suo valore quando si parla di sostenibilità. "Ma puoi riciclarlo solo un certo numero di volte perchè poi non è più performante", dice Treghini.
Sempre in tema di materiali, un'azienda può optare per una strumentazione tecnologica green, parliamo di computer e telefoni rigenerati, spiega l'esperto di Ollum.