Le proposte di Camera della moda italiana per la legge di bilancio
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Camera nazionale della moda italiana ha fatto richiesta di audizione alla Commissione Bilancio della Camera dei deputati per presentare le proprie proposte inerenti la legge di bilancio in fase di stesura. Le tematiche su cui si soffermano le proposte di Camera moda "nascono da impellenti necessità del settore già poste all’attenzione, nel recente passato, agli organi amministrativi del Governo con lo svolgersi di diversi tavoli di lavoro", si legge in una nota di Camera moda. Nel dettaglio, l'associazione pone l'accento sul riversamento spontaneo del credito d’imposta relativo alle annualità 2015-2019 per le attività di ricerca e sviluppo delle aziende di moda.
Capasa: "le aziende sono costrette a operare in una fase di incertezza che rischia di apportare nefasti effetti sui bilanci aziendali"
"Questa proposta emendativa nasce per far fronte all’annosa problematica in materia di certezza del diritto relativamente ai comportamenti pregressi concernenti la fruizione del credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo nel settore moda e tessile per il periodo 2015 – 2019 in funzione del fatto che la Risoluzione 41/E del 26 luglio 2022 contraddice in maniera manifesta l’interpretazione univoca fino a quel momento fornita sull’articolo 3 del D.L. 145/2013 (Faq del Mise del 2017)", specifica Camera della moda, in una nota. “Non dobbiamo dimenticare che le aziende, in questo momento storico, sono costrette a operare in una fase di incertezza che rischia di apportare nefasti effetti sui bilanci aziendali”, aggiunge Carlo Capasa, presidente di Camera della moda.
Il trasferimento generazionale delle competenze nel settore moda
Il trasferimento generazionale delle competenze nel settore moda, è una altra proposta normativa che ha l’obiettivo di favorire e accelerare la formazione dei giovani attraverso il passaggio di competenze e “know-how” tra generazioni, sia per incrementare la base occupazionale ma anche per accelerare la crescita economica del Paese. A tal fine, Camera della moda propone l’inserimento di sgravi contributivi a favore dei datori di lavoro e un regime fiscale agevolato in capo al pensionato che assume il ruolo di “formatore”.
Welfare aziendale e certificazione per il controllo della catena produttiva delle aziende di moda sono altri due punti su cui viene richiamata l'attenzione. In particolare, per quanto concerme la certificazione per il controllo della catena produttiva, Camera nazionale della moda italiana, sottolinea quanto sia determinante far fronte alla problematica relativa al trattamento del personale e alle condizioni degli stabilimenti di imprese contoterziste, alle quali vengono appaltate alcune delle attività di produzione affidate dai brand di moda che, proprio per tale problematica, in questi mesi, sono finiti nel mirino delle procure. Camera moda propone l’introduzione di norme che certifichino definitivamente un sistema di controllo esterno alle aziende e limiti al massimo le insidie insite nella filiera.
Tra le altre proposte di Camera moda figura anche il potenziamento della Cassa integrazione ordinaria. "La presente proposta emendativa è volta a fornire un adeguato supporto alle più piccole aziende del settore della moda e del tessile che versano, ormai da diversi anni, in una situazione di forte sofferenza, e i cui principali fattori sono rappresentati dalle ripercussioni di: inflazione a livello globale, aumento esponenziale del prezzo delle materie prime, guerre e tensioni internazionali e attuale stallo economico cinese, derivante dalla crisi del comparto del real estate. Inoltre, la recente crisi delle borse mondiali, con un calo importante dei titoli legati in particolar modo al comparto tecnologico, non lascia presagire un recupero immediato dell’industria della moda italiana. Si propone dunque il riconoscimento di otto settimane di cassa integrazione, in deroga per il periodo d’imposta, alle imprese del comparto con meno di 15 dipendenti", specifica Camera della moda.