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Mario Boselli: "il mercato cinese offre grandi opportunità per le aziende italiane"

Scritto da Isabella Naef

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“L’economia cinese è cambiata notevolmente negli ultimi anni modificando uno scenario, produttivo e sociale, che da anarchico si è fatto pressoché identico a quello occidentale sotto ogni punto di vista. Ne è conseguito anche un miglioramento del tenore di vita dei suoi abitanti che ha fatto sì che oggi, potenzialmente, ci siano 400 milioni di nuovi consumatori ai quali le imprese italiane (ma non solo) possono rivolgersi”. Queste le parole di Mario Boselli, presidente dell'Istituto italo cinese e presidente onorario di Camera nazionale della moda, in una nota a proposito del quadro dell’economia internazionale che risente degli effetti della pandemia da Covid-19 e degli attacchi che gli Stati Uniti rivolgono alla Cina. Per Boselli solo la solidarietà tra gli stati nell’affrontare i problemi globali potrà cambiare il volto della crisi e dare vita a nuovi scenari commerciali.

Al netto degli avvertimenti americani, precisa l'Istituto italo cinese, che da tempo rimarcano come la Cina voglia sfruttare la crisi economica per il suo tornaconto e che hanno il limite di rendere il quadro di riferimento incerto e capace di condizionare negativamente i comportamenti delle aziende, sarebbe opportuno smorzare sul nascere il sentimento anticinese che sta attecchendo anche in Europa.

Il sentire cinese ha come riferimento, da sempre, lo stile di vita italiano e le sue eccellenze: insistere sull’italianità del prodotto offerto può essere un volano per le imprese italiane, anche quelle medio piccole, a patto che siano valorizzate e sostenute. Compito, questo, che la Fondazione Italia Cina porta avanti da sempre promuovendo fiere, mostre, showroom, contatti senza dimenticare il vero ago della bilancia attuale, l’ecommerce, in cui i consumatori cinesi sono pionieri.

A detta di Boselli, una cosa non è cambiata, ovvero il fatto che la Cina sia da sempre il laboratorio del futuro, fucina di nuove tendenze che da lì arrivano in occidente: bisogna guardare alla Cina per indovinare gli scenari prossimi. “Dobbiamo affidarci all’accordo appena firmato tra Cina e Italia, la cosiddetta Via della Seta, che se non ha mancato di suscitare perplessità in alcuni Paesi, nasconde molte opportunità perché se è inverosimile che i cinesi possano approfittare per acquistare a condizioni più vantaggiose gli asset italiani, è anche vero che se li utilizzassero per il loro export e il loro import, farebbero sì profitti ma all’interno di in una precisa realtà di mercato, quella italiana, che ne sarebbe avvantaggiata” ha concluso Boselli.

Foto: Mario Boselli, dall'ufficio stampa Istituto italo cinese

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