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MFW: i marchi spolverano eredità e mescolano occasioni e quotidianità

Scritto da Isabella Naef

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Moda
Dolce & Gabbana FW23, Credit: Launchmetrics
La moda italiana non perde di vista i "fondamentali" come creatività, abilità e qualità e presenta proposte interessanti, anche se non tutti i marchi, almeno per il prossimo inverno, sono usciti dalla loro "comfort zone" con qualcosa di sbalorditivo. Alla kermesse milanese appena conclusa, il pubblico di buyer è risultato in crescita. Stando ai dati dell’Ufficio studi di Confcommercio Milano, Lodi e Brianza, l’afflusso di visitatori esteri per i giorni della settimana della moda donna porta un indotto di oltre 70 milioni di euro in ragione di un aumento dei visitatori esteri nella capitale italiana della moda. Gli stranieri sono in crescita, rispetto allo scorso anno, del 15 per cento ed è stato indicato anche un maggior afflusso da parte dei visitatori italiani (+ 11 per cento).

Aumentano i visitatori alla fashion week

La ricaduta più forte dell’indotto è stata per Milano ed area metropolitana (52,6 milioni); seguono le province di Como (7,4 milioni) e Monza Brianza (5,5 milioni). Nel dettaglio, le spese maggiori sono state per alloggio e ricettività (42,6 milioni) e ristorazione (20 milioni).

Restando sui numeri, la fashion week donna dedicata alle collezioni donna per l’autunno inverno 2023, ha previsto 59 sfilate, di cui 54 fisiche e 5 digitali, una settantina di presentazioni e 29 eventi. La giornata di ieri è stata dedicata alle presentazioni digitali, tra cui Avavav e Alabama Muse che ha debuttato nel calendario ufficiale con le sue pellicce colorate e animal friendly e le lavorazioni a intarsio per la maglieria sostenibile genderless.

Tra gli altri marchi al debutto nel calendario ufficiale anche Add, Boyy, Lara Chamandi, Maison Laponte, Mantù, Max&Co With Anna Dello Russo e Wolford. Ma come è andata questa fashion week, sicuramente ricca e interessante, ma ancora in cerca di una formula adeguata a tempi così diversi rispetto al pre-pandemia, anche a causa di un sempre più impellente bisogno di razionalizzare produzioni e processi industriali, forniture e offerta sia in nome della cura verso il pianeta, sia di una rinnovata attenzione alla durata dei capi e alla necessità di mettersi in sintonia con desideri e necessità di un consumatore della moda cambiato?

Dati alla mano, nel 2022, l’industria italiana della moda ha resistito alle pressioni negative della congiuntura. Dopo la crescita di inizio anno, con un fatturato +20 per cento, nel primo semestre, i dati del quarto trimestre hanno confermato una dinamica elevata, smentendo le attese di una frenata netta per la crisi energetica e portando il fatturato del 2022 oltre +18 per cento, a quota 98,339 miliardi di euro. Le previsioni per il 2023 sono di 102,272 miliardi. Questi i dati illustrati da Camera della moda.

I numeri della moda

La dinamica del fatturato è alimentata anche dalla crescita di costi e prezzi di vendita. I prezzi industriali nella filiera moda sono aumentati del 7,1 per cento, l’inflazione al consumo (+1,5 per cento) è stata però inferiore a quella media (+8,7 per cento). Nei primi 11 mesi, la produzione, misurata al netto dell’inflazione, è cresciuta dell'8 per cento nei settori core della moda, mentre nella gioielleria e bigiotteria è aumentata del 14 per cento. Per l’insieme di moda e settori collegati, l’export è aumentato del 19 per cento nei primi 10 mesi, sia verso i Paesi extra-Ue (+19,7 per cento), sia verso i Paesi Ue (+18,2 per cento). Lo scenario dell’export è dominato dalla performance verso gli Usa (+39,1 per cento), la Corea (+31 per cento) e gli Emirati (+34,2 per cento). Verso la Cina l’incremento "è stato buono, malgrado il blocco causato dalla politica Zero-Covid cinese (+19,5 per cento).

Insomma, uno scenario non privo di incognite e di ombre, ma in cui i marchi hanno cercato di reagire con crescente ottimismo. Anteprima, per esempio, ha spento le 30 candeline dalla fondazione, ha deciso di guardare indietro per guardare avanti presentando una collezione fall winter 23 che è il connubio tra passato e presente, tradizione e innovazione.

Le collezioni: Anteprima, Giorgio Armani, Benetton, Gucci, Simonetta Ravizza

“Ho creato la collezione per esprimere la sicurezza e la bellezza interiore, l’audacia e la sensualità della donna contemporanea che vive pienamente la sua vita, lotta per la sua libertà, i suoi diritti e felicità”, ha sottolineato Izumi Ogino, direttore creativo del brand. E’ così che le forme si fanno più strutturate e nitide, i ritagli sono precisi e i bordi arrotondati.

Punta sulla tradizione e sull’evocazione del passato la collezione di Gucci, per ora realizzata dal team creativo interno in attesa che il neo nominato direttore creativo Sabato De Sarno, debutti con la sua collezione per la griffe di casa Kering, nel settembre 2023. La collezione Gucci donna autunno inverno 2023 collega le culture creative che si intrecciano nella storia della maison in una conversazione tra passato e futuro. La silhouette rievoca il linguaggio erotico e glamour tipico di Gucci degli anni ‘90 e dei primi anni 2000, utilizzando però una palette di colori vivaci caratteristica del primo decennio di questo secolo. Giocando con la sensazione familiare di tornare a una dimensione già nota ma riscoprendola con volumi diversi, i capi di sartoria si ingrandiscono mentre le camicie e i set di top e gonne appaiono ridotti al minimo. Gli abiti in lana o pelle creano una struttura oversize con spalle voluminose, scollature e pantaloni a vita bassa. Le gonne compaiono in versioni lunghe o al ginocchio, in tessuti trasparenti e pizzi preziosi che ricordano la biancheria intima.

Si ispira alla storia del marchio, fondato nel 1965, anche Andrea Incontri, direttore creativo di Benetton, che ha sfilato sabato scorso nella storica cornice del museo della Permamente. Nella collezione per l'autunno inverno 23-24 dominano i pois, il colore, il richiamo alla sartorialità e all’heritage. Incontri ha battezzato la collezione "infinity" facendo tesoro di una lunga storia e ricordando che i capi possono durare nel tempo ed essere indossati da più generazioni all'interno della stessa famiglia, proprio come l’etichetta United Colors of Benetton ha accompagnato generazioni di verse all'interno della famiglia.

Forte della sua tradizione industriale, il marchio propone vestibilità e tessuti, a partire dalla lana, che sposano giacche, pantaloni, cappotti che si colorano anche in tonalità meno chiassose di quelle che di solito caratterizzano il marchio, e che strizzano l'occhio a stampe, pois e pied de poule. Via libera a tute intere, gonne, giacche in canvas tinto capo con impunture a contrasto. L’eco-pelle è utilizzata sia per gli accessori, sia per l’abbigliamento, come per la giacca biker effetto vinile. Via libera anche all'eco-shearling per capi e accessori peluche. La collezione per il prossimo autunno inverno vede anche trionfare il knitwear, lavorato in diverse modalità: maglia rasata, trecce, punto grana di riso, jacquard, fino al maxi-crochet per un nuovo concetto di tailleur gonna-top-cardigan completato dalle cuffie abbinate. La policromia Benetton è rappresentata nella collezione da sette tonalità sature: ultramarine blue, primrose yellow, emerald green, hot pink, rosewood red, wisteria, orange flame. I principali temi figurativi della sfilata sono il coniglio, il fungo e il fiore trasformati in disegni stilizzati per inserti jacquard, stampe oppure pattern animati dall’opposizione di colori complementari. Un fiore stilizzato, sintesi di grazia, delicatezza e discrezione ricorre anche sulla collezione donna fall winter 23 di Giorgio Armani presentata domenica, nel piccolo teatro di via Borgonuovo, al civico 21. "Intimo e raccolto anche il sentimento che pervade questa collezione", ha spiegato Giorgio Armani. Alcune modelle si sono sedute su cuscini appoggiati su una panca al termine della passerella, prima di partire, in modo da ricordare l’atmosfera di un salotto, raccolta e preziosa. Nella palette di colori Armani terra, bronzo, cipria con tocchi di mandarino.

La collezione è ricca di abiti le cui forme seguono il corpo e il movimento: vestiti setosi come pigiami, scialli avvolgenti, pantaloni morbidi, pullover, giacche allungate e lunghi abiti, in una palette cosmetica di terra, bronzo, cipria con tocchi di mandarino esaltati dall’abbondanza di nero kajal. Ha puntato sul bianco totale, invece, Simonetta Ravizza. Nella collezione battezzata “la mia montagna chic” gli abiti, la maglieria pregiata, il leggiadro chiffon scelto per le gonne, i cargo pant contemporanei sono raccontati nella loro dimensione più inedita mentre vengono abbinati ai tessuti scuba o tecnici. I piumini, i capispalla in mongolia, capra-cashmere e montone raccontano l’espressione più coerente del Dna del marchio, costantemente declinato con soffici inserti e dettagli ornamentali.

I trend per l'autunno inverno 23: Kiton, Roberto Cavalli, Prada, Max Mara

Dalla montagna al Southwest americano: per l'autunno inverno 2023-24, Fausto Puglisi, direttore creativo di Roberto Cavalli (marchio che nel novembre 2019 è passato a Damac Properties), porta la donna in un viaggio lontano. Via libera a pietre turchesi, anche solo come bottoni sui blazer. La tavolozza calda e terrosa di ruggine, marroni, blu denim e neri accentati con una punta di rosa ritma il racconto del viaggio. Il focus è su una silhouette allungata che sfiora il corpo. Stampe e patchwork si mescolano in modi che animano le superfici e le fanno danzare; il denim è vero, realizzato in devorè, stampato su seta. Motivi animalier diventano tour psichedeliche attorno a intrecci e lavorazioni artigianali. Le camicie sono fluide, i pantaloni svasati, il tailoring è lungo e asciutto, con pantaloni a zampa.

Rassicurante, ma con un twist che guarda al futuro, la collezione Max Mara per l'autunno inverno 23-24. In passerella tessuti in ricco broccato, corsetti e sottovesti, il tutto abbinato a lupetti trasparenti e stivali chunky. Sulle gonne, mini o maxi che siano, compaiono anacronistiche coulisse e tasche sportive. La palette di colori vede dominare il classico cammello, il nero, il panna, il bruciato. Kiton, invece, mischia i classici toni invernali, nuance dell’arctic blue, un colore ipnotico e vibrante che si abbina facilmente ai colori naturali, a tonalità più forti, come il rosa shocking e il verde fluo, e a capi più sportivi, dalla maglia alla felpa, il filo rosso che lega le ispirazioni, i colori e le strutture è la ricerca del prodotto. Per la collezione donna autunno inverno 23, Kiton costruisce capi durevoli nel tempo puntando su forme e tessuti capaci di superare le mode. Il Dna della nuova collezione è rappresentato da un capo che non tramonterà mai: lo smoking. Un capo da sempre associato all’universo maschile, ma capace di risplendere grazie a tessuti come organze, misto seta e moiré per dare più lucentezza alla donna che sceglie questa etichetta del made in Italy. Maglie in cashmere e seta, con un sottilissimo filato in lurex, ricordano quanta femminilità possa sprigionare un completo di questa portata, oltre all'attenzione che l’azienda ha sempre avuto sul mondo dei filati. La maglieria brilla grazie ai tessuti, dalla lana al cashmere, e alle costruzioni che danno vita a capi morbidi, leggeri e sinuosi. Sensualità a profusione per Dolce&Gabbana che si riflette anche nella scelta della palette colori dove si impongono il nero, il rosso, il bianco, l’oro, o nella scelta di pizzi e ricami. Cura e amore, invece, sono i due valori ispiratori della sfilata di Prada.

La collezione donna autunno inverno 2023 di Miuccia Prada e Raf Simons riconcettualizza e riconsidera l’idea di bellezza, riscoprendone le varie accezioni. L’abbigliamento si riveste di un nuovo significato, diventa espressione di questi valori fondamentali. Le uniformi si trasformano attraverso il linguaggio estetico degli abiti da sera, diventando rappresentazioni sartoriali di cura e responsabilità. Gli abiti da sposa, simbolo per eccellenza dell’amore, diventano capi da tutti i giorni, le loro gonne si abbinano alla maglieria per una nuova forma di abbigliamento quotidiano. La fusione e lo scambio fra i capi di tutti i giorni e quelli delle occasioni, fra l'ordinario e lo straordinario, conferisce un’importanza diversa a entrambi.

White Milano: Romeo Hunte, Dreaming Eli by Elisa e Studio Pansters

Il salone di zona Tortona si è svolto a Milano da venerdì 24 a lunedì 27 febbraio con una proposta di oltre 300 marchi. "L'obiettivo non è rincorrere i numeri pre-Covid, sia sul fronte dei visitatori, sia riguardo al numero delle etichette presenti, ma dare ai buyer che non sono più attratti dai saloni perchè possono vedere collezioni e tessuti online, un motivo valido per tornare a visitare le fiere", ha spigato Massimiliano Bizzi, fondatore di White, Sign of the times.

"Noi siamo la manifestazione che dà oppurtunità al medio e al piccolo, ed è un valore aggiunto: in primo luogo perchè tutti i grandi nomi di oggi quando hanno iniziato avevano dimensioni diverse e, in secondo luogo, perchè in questo modo siamo maggiormente attraenti per l'acquirente estero che, oggi, ha esigenze diverse rispetto al passato", ha sottlineato Bizzi. Tra i marchi più freschi visti al salone tre etichette selezionate per Secret Rooms, sezione che ospita talenti internazionali portatori di nuovi codici stilistici. Tra questi Dreaming Eli by Elisa, che ha portato il messaggio di body positivity, empowerment femminile e sexual freedom, come ha spiegato a FashionUnited, la stilista italiana con sede a Londra, Elisa Trombatore. Dopo essersi laureata alla Central Saint Martins nel 2021, la sua collezione di laurea, sostenuta dalla Isabella Blow Foundation, ha attirato l'attenzione degli addetti ai lavori. Amata dalle celebrity, la stilista propone bustier, corpetti, reggiseni e body da indossare per un red carpet. Gli stessi abiti possono essere resi più quotidiani mixati con altri capi.

Studio Pansters, brand della designer olandese Lieke Pansters, laureata in fashion design presso l’ArtEz University of the Arts nei Paesi Bassi, esperta in tecniche di tessitura a mano applicate alla moda e all’interior design, invece, è un tripudio di colori riversati su gonne dritte in lana, colli alti smanicati e maxi maglioni.

Decisamente più street wear la proposta del marchio newyorchese Romeo Hunte, già notato dai più grandi retailer del mondo, tra cui Net-a-Porter, Saks Fifth Avenue e Bergdorf Goodman. Progettata a New York, la collezione incarna un'estetica tagliente ma sofisticata, con un equilibrio di attributi femminili e maschili. Il marchio pone l'accento su capi trasformabili: il montone lungo si accorcia grazie a una cerniera; stessa cosa per le maniche del soprabito. I capi firmati dallo stilista sono un ibrido di capispalla e abiti di lusso che mettono in risalto l'abbigliamento moderno con un tocco chic. La donna e l'uomo Romeo Hunte sono un duo dinamico, con una passione per l'arte e la cultura pop. La collezione presentata a White integra musica, moda e tecnologia, una visione intima della cultura dall'obiettivo di chi è nato e cresciuto a Brooklyn.

Gucci, FW 23, courtesy of Gucci
Prada, FW 23, courtesy of Prada
Kiton, FW 23, courtesy of Kiton
Simonetta Ravizza, FW23 courtesy of Simonetta Ravizza
Max Mara, FW 23, courtesy of Max Mara
Benetton, FW23, courtesy of Benetton
Armani
Camera della Moda
FW23
Max Mara
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Romeo Hunte
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