Mfw: in passerella collezioni che strizzano l'occhio al grande pubblico
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Questa fashion week, più di quelle che l'hanno preceduta, va contestualizzata. Siamo in un periodo molto particolare, tira un'aria di crisi che ha già fatto vittime, in primis la domanda dei consumi sempre più flebile. I conflitti a livello geopolitico vanno avanti ormai da anni e pare non esserci nessuna tregua all'orizzonte.
La sostenibilità, inizialmente un fenomeno di marketing per molti brand, si impone, vuoi per lo stato in cui versa il Pianeta, vuoi per l'incedere di generazioni che non hanno nessuna voglia di comprare griffe che abusano di animali, terra, atmosfera, natura, uomini. Il riferimento va agli episodi di caporalato dei mesi scorsi. Insomma, uno scenario da "tempesta" perfetta in cui la strada è ancora da segnare e in cui la moda un po' sta a guardare, un po' cerca di fare del proprio meglio e un po' si attrezza.
Il risultato è una fashion week corta, in pratica di soli sei giorni: lunedi 23 solo presentazioni in streaming e domenica 22 senza grandi nomi (in totale 57 sfilate fisiche e 8 digitali, 69 presentazioni, 6 su appuntamento). Tocca ammettere che la settimana della moda francese, al via ieri, è di otto giorni. Il che vuol dire che, a mettersi d'accordo e ad avere un obiettivo comune che superi le singoli necessità dei brand, potrebbe guadagnarci tutto il fashion system italico.
Prima di vedere come hanno affrontato questo particolare momento le griffe, da Bottega Veneta, a Gucci, da Max Mara a Chiara Boni, oltre ai 300 marchi che hanno esposto le collezioni a White Milano, è necessario dare uno sguardo ai numeri della moda degli ultimi mesi.
Il fatturato della moda
Secondo i Fashion economic trends diffusi da Camera nazionale della moda italiana, la contrazione del fatturato che ha caratterizzato il secondo semestre del 2023 si è confermata, accentuandosi, anche nella prima metà del 2024. Nel complesso dell’industria della moda la contrazione è stata di -7,4 per cento nel primo trimestre e -4,7 per cento nel secondo. La dinamica è stata diversa tra i settori “core” (tessile, abbigliamento pelle, pelletteria e calzature) e i “collegati” (beauty, occhiali, gioielli e bigiotteria), con i primi in contrazione (-10 per cento nel primo trimestre, -6,7 per cento nel secondo), i secondi invece, in crescita sugli stessi ritmi di fine 2023 (+4,9 per cento e +3,2 per cento). Diverse sono anche le dinamiche tra mercato italiano ed estero. Nei settori “core”, il fatturato è stato in ripresa sui mercati esteri, con una crescita del +2 per cento, e in calo, a due cifre sul mercato italiano.
"Il quadro negativo di breve termine si riflette nel peggioramento delle aspettative delle imprese per la seconda parte dell’anno. La fase di rallentamento deve essere considerata alla luce del forte “rally” della moda italiana nella fase post-Covid, che ha portato il fatturato di inizio 2023 a un record, con una crescita del 20 per cento rispet-to a gennaio 2020 e del 43 per cento rispetto al 2005", spiegano i Fashion economic trends di Camera della moda. Tali tassi di crescita non sono sostenibili a lungo, quindi le difficoltà del 2024 possono essere viste come un inevitabile aggiustamento dovuto a un contesto internazionale instabile e al rientro dell’in flazione. Nonostante ciò, il fatturato del primo semestre 2024 è ancora dell’11 per cento superiore a quello pre-pandemia. Il raffreddamento dei prezzi industriali è continuato nel 2024. Per i prodotti tessili, vestiario e pelletteria la crescita dei prezzi nel primo semestre 2023 è stata molto contenuta, inferiore all’1 per cento in 12 mesi.
Le sfilate: Prada, Gucci, Bottega Veneta, Twinset, Antonio Marras, Diesel, Chiara Boni La Petite Robe
Complessivamente sulle passerelle hanno sfilato capi ben fatti dal dna made in Italy, look portabili, proporzioni ben calibrate, proposte che strizzano l'occhio a buyer desiderosi di accontentare la clientela. Anche le scelte irriverenti, molto poche a dir il vero, hanno un target preciso. La creatività e il genio degli stilisti troverà spazio più avanti.
“Un momento preciso nel tempo, un istante da cogliere e vivere intensamente. È il sole che si immerge nel mare al termine di una giornata di agosto. È il ritrovarsi con se stessi. La collezione è un omaggio a quegli istanti e un invito a fermarsi, alla ricerca del proprio”, ha spiegato il direttore creativo di Gucci, Sabato De Sarno che ha sfilato alla Triennale Milano.
Sulle note di Non voglio mica la luna, celebre canzone di Fiordaliso del 1986, De Sarno ha chiuso il fashion show con cui Gucci presenta la collezione donna primavera estate 25. Diverse modelle danzavano e canticchiavano, anche Sabato De Sarno, a prova finita, si è lasciato andare a qualche saltello mentre risuonavano le strofe: "non voglio mica la luna. Chiedo soltanto di stare, Stare in disparte a sognare, E non stare a pensare più a te, na-ah-ah, Non voglio mica la luna".
In molti si sono alzati al passaggio del direttore creativo, nel gran finale dello show. La sfilata è stata giocata sui toni del verdone, arancio, cioccolato, bianco, fluo, nero, bordeaux. La collezione strizza l'occhio a una ritrovata compostezza, dopo le "stravaganze" del passato. Abiti scivolati sotto il ginocchio, tuniche sensualmente aperte ai lati, drappeggi, minigonne palloncino, cappottini con frange, abiti in pizzo, shorts e tutine in pelle, cappelli a tesa larga. Il bomber torna sui look sportivi ed eleganti. A dare luce paillettes. Ad avvolgere le mises trench lunghi fino ai piedi. Insomma, una proposta adatta a molte e diverse esigenze della clientela.
Il colosso del lusso Kering ha registrato ricavi in flessione dell'11 per cento nell'H1. Nel dettaglio, nella semestrale il calo è stato dell’11 per cento, a quota 9 miliardi. Gucci, marchio di punta del gruppo, ha perso -20 punti percentuali sul primo semestre 2023, a quota un miliardo. La società parigina, inoltre, ha registrato un crollo dell’utile, passato da 2,7 a 1,582 miliardi (-42 per cento).
Per il direttore creativo di Bottega Veneta, Matthieu Blazy, la collezione primavera estate 25 evoca un nuovo tipo di “power dressing”: il potere della sincerità, della giocosità e della goffaggine chic, di personaggi che scoprono chi sono attraverso l'abbigliamento e gli accessori, ricordandosi di chi erano una volta, un rito di passaggio per diventare qualcos'altro.
La trasformazione della pelle, in capi come l'abito da sera in paillette, fluido e interamente in pelle, si unisce al sovvertimento dei tessuti e dei motivi sartoriali classici. La lana merino di grammatura tropicale è tessuta in jacquard, imitando il denim stonewashed, ma dal taglio sartoriale impeccabile. Il motivo ricorrente della camicia di flanella grunge appare come un tessuto in cotone pesante, scolpito, che assorbe il linguaggio del classico tailleur di sartoria.
Mentre il tessuto a righe per camicie è irregolare e stravolto, con lo spigato di grandi dimensioni rimpicciolito e il gessato reimmaginato oversize e rivitalizzato. La rana, come simbolo di metamorfosi, e il coniglio, simbolo di rinascita e di buona fortuna, proliferano. La rana si aggira in libertà sotto forma di gioiello articolato, saltando e appuntandosi ovunque: in posizioni non convenzionali come spilla, aggrappata al tacco di una scarpa o avvolta intorno a un dito.
Pizzo, pennellate di giallo e fucsia su una base di bianco per Twinset.
Caratterizzata da una leggerezza e una femminilità portabile, quotidiana e contemporanea, la collezione di Twinset trasforma la maglieria in una elaborazione sottile di lavorazioni in pizzo. Il pizzo è il primo aspetto della leggerezza che caratterizza i capi e si declina nel suo significato di trasparenza sulle petite robe noir, sulle minigonne e i micro-top il cui aspetto richiama le tecniche di lavorazione manuale.
In passerella anche abiti in crêpon di seta con stampe manuali oppure a tinta unita, abiti corti e fluttuanti che regalano il sensuale movimento scomposto dell’irregolarità. Le giacche in tessuto hanno una cappa sovrapposta, mentre gli abiti lunghi in viscosa mettono in evidenza i colori forti. In passerella, a sfilare per il marchio che fa capo al fondo Carlyle, anche l'attrice e modella Laetitia Casta.
La matematica ispira la collezione di Max Mara per la stagione primavera estate 2025. Il marchio ha portato in passerella abiti con coulisse ellittiche messe a punto con una precisione matematica per scoprire il ventre, la schiena, oppure una spalla. L’eleganza delle antiche sacerdotesse rinasce nelle gonne a colonna e negli avvolgenti abiti a costine. Le nuove giacche, dalle spalle squadrate e strette, definiscono la silhouette slanciata. Ipazia, matematica, filosofa, astronoma vissuta ad Alessandria d'Egitto nel IV secolo d.C., diventa la musa di questa stagione. E' così che geometrie e precisione spaziano tra l’impeccabilità di tessuti come la gabardina, il drill e il denim haut de gamme e le sete stropicciate, attraversate da pieghe irregolari.
Le cuciture dei trench e dei capi sartoriali in fresco cotone rimandano ai segni grafici della trigonometria. I drappeggi tipici del tempo di Ipazia si trasformano in contemporanee asimmetrie, quasi degli origami su una spalla o su un fianco.
La palette cromatica è un insieme di bianco cristallino, nero come l’ossido di rame, marrone, blu delphinium e nitrato d’argento, nuance “rubate” agli elementi dei laboratori scientifici, quasi a voler creare una chimica magica.
Collant che diventano leggings, minigonne di lana grigia con una cintura disegnata, borse da lady che ciondolano in mano, hanno catalizzato l'attenzione sulla passerella di Prada. L'ironia arriva dai sandali dai tagli paradisiaci crema e lilla con tacchi banana. Ma subito dopo arrivano le Mary Jane blu con puntini di vernice bianca e ritorna subito la poesia. I copricapi sono anche visiere e occhiali, effetto cuffia spaziale, anche per i pantaloni dove la cintura è stampata. Nei look non mancano grandi occhiali retro futuristici e tute da supereroe portate sotto l'abito di chiffon. Insomma, la sequenza di realtà simultanee è un tributo all’individualità, in cui ogni look è un riflesso unico del proprio presente, spiega la griffe.
Per Antonio Marras, invece, la collezione donna e uomo, presentata a Milano, è un sovrapporsi di tessuti, materiali, ricami, pizzi e stampe che si rincorrono tra loro, si incontrano e si amalgamano. I decori si arricchiscono di jais e paillettes, fiocchi e volant. Le silhouette sono riconoscibili ma gli abbinamenti inusuali. Sete leggere drappeggiate come abiti couture, il jeans è trattato come la pelle, la pelle è stampata come un tessuto, il knitwear diventa rafia o sede di ricami preziosi, le felpe sono campo di intarsi di tutti i materiali della collezione o foglio bianco su cui disegnare o applicare gli stemmi dell’università americana.
Dal maculato al ramage, dal check al macchiato ai fiori tutte le gradazioni dell’ecrù e nero danno vita ad abiti con bustino fasciati, vestiti scivolati, ampie camicie, short estivi, pantaloni fluidi, gonne drappeggiate, tute e caftani. Gli stessi modelli esplodono poi in colori luminosi e brillanti come il verde salvia, azzurri brillanti, bordeaux intensi e gialli fluo che si mescolano in un racconto di stampe tropicali, fiori di ibiscus e anturium. La collezione è ispirata ad Anna Maria Pierangeli, nata a Cagliari nel 1932 e poi trasferita a Roma, attrice che viene scoperta per caso da Vittorio de Sica e dal regista Léonide Moguy. Giovanissima interpreta la protagonista del film “Domani è troppo tardi” vincendo a Venezia il premio per la migliore interpretazione femminile.
Diesel ha ricevuto il Circular economy award nell'ambito dei Sustainable fashion awards 2024
Diesel, parte del Gruppo Otb, che ha ricevuto il Circular economy award assegnato da Ellen MacArthur Foundation nell'ambito dei Sustainable fashion awards 2024 di Camera nazionale della moda italiana, per la sfilata ha realizzato un'eperienza immersiva creata con 14.800 chili di scarti di denim, per evidenziare la circolarità della produzione.
“C'è bellezza negli scarti, in ciò che viene stravolto e distrutto", ha detto Glenn Martens, direttore creativo di Diesel, aggiungendo che l'azienda sta "spingendo per la circolarità nella produzione con la stessa forza con cui spinge per l'elevazione del design”. Nella collezione non mancano micropantaloncini in denim ricamati con frange extra lunghe, giacche doppiopetto in pelle trattata in modo da sembrare denim, e indossata con jeans distressed in denim. Le frange rifiniscono anche un vestitino in denim chambrayulle. Le felpe di cotone, i miniabiti e le canottiere hanno scollature che sembrano rovinate: in realtà si tratta di un jacquard devoré, il cui cotone è stato bruciato fino al tulle sottostante per creare l'effetto “distressed”. I capi sartoriali sono invece realizzati con un jacquard a doppio telaio: quando è laserato, l'ordito e la trama rimanenti sono visti da due lati diversi.
Tra le collezioni presentate l'ultimo giorno, quelle digitali, figura la spring summer 2025 di Chiara Boni La Petite Robe.
Tonalità speziate e terrose, come il giallo zafferano, il pesca, l'arancio e il tabacco, trovano posto accanto a vivaci sfumature di acquamarina, turchese, smeraldo e rosa, che evocano le gemme preziose e opulente di Jaipur. La tradizione della stampa woodblock, tipica dell’India, ispira i vivaci motivi grafici, mentre antichi motivi di scialli ritornano nelle stampe paisley. Fiori lussureggianti sono resi con un appeal artistico, aggiungendo un tocco femminile e giocoso. Mentre il tessuto in jersey, elastico e compatto, caratteristico del brand, rimane al centro della collezione, anche stampato in modo da imitare il lino e il suede, questa stagione il marchio introduce una serie di nuovi tessuti. Un leggero cotone elasticizzato con finitura tecnica viene utilizzato per camicie e completi dal look safari, mentre un altro cotone stretch, ispirato all'abbigliamento da lavoro, è impiegato per impeccabili tailleur arricchiti da impunture grafiche. Il cotone elasticizzato è anche il protagonista della capsule The Great white shirt, che include una selezione di camicie impreziosite da fiori 3D.
I marchi di ricerca di White Milano
“Il ritorno alla ricerca è la soluzione immediata per fare ripartire i consumi in un mercato globale che vede la massificazione dei trend a tutti livelli di target; i compratori in generale hanno posto attenzione alle collezioni con un contenuto di novità, personalità e sostenibilità, anche nella fascia dei prezzi. Dato molto positivo che si è registrato questa edizione è stato il ritorno dei grandi retailer italiani le cui vetrine sono un faro a livello internazionale", ha sottolineato Massimiliano Bizzi, fondatore e direttore creativo di White, all'indomani della chiusura del salone, che è stato in scena fino al 22 settembre, in contemporanea con la Milan fashion week. Protagoniste le collezioni primavera-estate 2025 di oltre 300 aziende.
Interessanti i marchi delle "secret roooms", un progetto che prosegue nelle edizioni continuando a puntare i riflettori sui talenti emergenti del panorama moda odierno. Presenti i marchi: Yangkehan, Miaoran e Prototype:Am. A queste etichette si aggiungono Yid'phrogma e Cavia, per la prima volta a White.
Yangkehan affonda le sue radici nella storia e la cultura dell’estetica orientale tradizionale. Le sue creazioni sono un manifesto di femminilità e il chiaro esempio dell’abilità di padroneggiare la tecnica del drappeggio che realizza utilizzando seta pregiata e tessuti speciali che richiedono un’intricata lavorazione a mano. Da Berlino arriva Prototype:Am, un brand prêt-à-porter di alta gamma che mescola l’aspetto tecnico dei capispalla, elemento focus della sua collezione, con la creatività e i dettagli degni di un prodotto luxury. Yid’phrogma ha come tema centrale della sua creatività la cultura, l’arte e il folklore tibetano. Attingendo all’esperienza nel design e l’uso dei tessuti di velluto di yak, il marchio predilige texture e tinture speciali per ricreare un’atmosfera che richiama gli affreschi del Tempio Jokhang.
Daily Meal è il titolo della collezione di Cavia, brand di abbigliamento upcycling ed eco-friendly, nella quale la designer Martina Boero prosegue il percorso di ricerca, scoperta e il riuso di materiali di seconda mano. La collezione prende ispirazione dalla quotidianità partendo da un punto di incontro: la tavola. I corredi delle nonne vengono utilizzati per omaggiare la bellezza del ricordo e l’importanza della conservazione e del riuso.
Tra le aziende storiche del made in Italy che hanno deciso di debuttare a White con un nuovo progetto figura GBinda1945. L’azienda comasca, lavorando da quasi ottant’anni con maison internazionali del lusso, ha scelto i salone milanese per fare conoscere il suo know-how al fine di ampliare il suo ruolo consulenziale e progettuale ad altre realtà con differenti tipologie di prodotto e in più settori come l’interior design e l’hospitality. Un servizio esclusivo, realizzato “ad hoc” e che prevede l’intero processo di realizzazione: dall’idea iniziale al prodotto finito e custom made.
La “collezione prototipo” esposta a White trova espressione nella classica fantasia Paisley, cavallo di battaglia di GBinda1945, reinterpretata in chiave più contemporanea e smart su camicie, pigiama, pantaloni, t-shirt, caftani e costumi da bagno. Oltre a diversi accessori come cravatte turbanti, foulard e cappelli. Tutti nelle nuance vivaci dell’arancione, del fuxia e dell’azzurro.
Circa quaranta pezzi fra uomo e donna, in materiali sostenibili come seta, cotone, viscosa e nylon, assolutamente made in Italy e in linea con i principi dell’etica sociale dell'azienda che ha partnership con i produttori del tessile nel territorio. La lavorazione “tailor made”, con produzione e confezione interamente all’interno della sede di Villa Guardia (Como), permette un meticoloso controllo in ogni sua fase.