Mfw: la crisi imbriglia la creatività e i marchi sfoderano l'heritage
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La fashion week milanese si è vestita a festa, non si è risparmiata con vip nel parterre delle sfilate, Jannik Sinner da Gucci, Sharon Stone da Antonio Marras, Carla Bruni da Tod's, tanto per fare qualche nome. Via libera anche a party e dj set di richiamo come quello della bassista dei Maneskin, Victoria De Angelis che ha suonato per la sfilata di Dolce & Gabbana, in viale Piave. La Milano fashion week women’s collectionè andata in scena con 153 appuntamenti: 56 sfilate fisiche e 6 digitali, 65 presentazioni, 4 presentazioni su appuntamento e 23 eventi
Insomma, quasi tutto come da copione, compreso il traffico in tilt, soprattutto il primo giorno, complice la pioggia. Sta di fatto che l'aria che si respirava alle presentazioni delle collezioni per l'autunno inverno 2025-2026, così come alle sfilate e in fiera era più tesa del solito. I più ottimisti confidano nei prossimi mesi e soprattutto nel 2026, i meno ottimisti sospirano e attendono segnali incoraggianti, magari anche dal Governo. "Sono necessarie, oggi più che mai, concrete azioni di sistema che riuniscano tutti gli attori e gli operatori nella duplice direzione di innovare, secondo lo spirito del tempo, e di rafforzare la nostra filiera unica al mondo. A questo scopo Camera nazionale della moda italiana rinnova il suo impegno come interlocutore con il Governo nelle richieste di politiche di sostegno per l’industria della moda", ha spiegato Carlo Capasa, presidente di Camera nazionale della moda italiana.
C'è più di qualcosa che stride tra l'immagine "lustrini e paillettes" di questi giorni, l'ostentata opulenza delle griffe e il pericolo che questa crisi si protragga ancora. A farne le spese pare essere la creatività ma, come c'era da aspettarsi, data la situazione geopolitica e la flessione importante dei consumi, non pare essere il momento giusto per lanciarsi in grandi cambi di rotta. L'heritage è più sicuro e il dna del brand viene esaltato sulle passerelle, con richiami e intere collezioni ripescate e ripensate dagli archivi. Non è un caso, inoltre, che questi tentennamenti sulla creatività si trascinino da mesi, con conseguenti giri di poltrona alle direzioni creative della griffe, accelerati anche dalle flessioni dei fatturati.
Gucci celebra il morsetto, Fendi attraversa le epoche
Gucci, per esempio, dopo l'usita di scena, ai primi di febbraio, di Sabato De Sarno, ha presentato una sfilata che strizza l'occhio al fondatore, Guccio Gucci, e che somma, rinnovandoli, tanti dei codici stilistici che hanno reso conosciuto il marchio negli anni.
Al posto del direttore creativo "star", l'etichetta ha portato nel parterre il numero uno del tennis: Jannik Sinner, a suo agio davanti ai numerosi fotografi. A dettare il ritmo della passerella è stata un'orchestra dal vivo, con una colonna sonora originale del pluripremiato compositore e direttore d'orchestra Justin Hurwitz. A prendere gli applausi, a fine sfilata, è tutto il team creativo del marchio. La collezione messa a punto dal team stilistico, intitolata Continuum, ha visto sfilare, lungo la G intrecciata di colore verde scuro della passerella, i tessuti sartoriali maschili trasposti nel mondo femminile. Rigorosi nei tagli, i capi si lasciano attraversare dal colore, così come da spacchi e svolazzi che regalano leggerezza e sensualità. Cappottini bon ton, vestiti in raso di seta, tanto velluto, teste avvolte nei foulard, giacche e cappotti over in viola, rosa, giallo. Tailleur in tweed e pellicce, come si usava negli anni '60 e '70.
Anche l'inossidabile Armani ha deciso di tornare alle radici. Per il prossimo autunno inverno, gli abiti della collezione Giorgio Armani prendono i colori vulcanici e i bagliori minerali della terra arsa e scaldata dal sole: toni sabbiosi e dorati di beige, note intense di marrone che sfumano nel verde, riflessi di blu quarzo, infinite sfumature di greige.
Le linee rigorose si ammorbidiscono nelle scelte di materie gentili e dense al tatto come i velluti, i cashmere, le sete jacquard. Le radici dello stile Armani attingono a diversi ambiti culturali, alle forme semplici che richiamano l’Oriente, ma anche il Sud, in una fantasia lieve senza tempo. I tailleur sono fluidi con i pantaloni di seta, i cappotti decostruiti e preziosi, le giacche dall’aplomb impeccabile. Di sera, la creatività si abbandona a ricami brulicanti su abiti impalpabili. Le borse sono morbide, le scarpe basse per camminare con sicurezza e agio.
Max Mara ha puntato su completi sartoriali impeccabili fondendo il classico con un tocco di eleganza neo-gotica e una raffinata rusticità urbana. Via libera alla redingote aderente sul corpo, stretta in vita e ampia sull’orlo, che acquista carattere grazie all’interno trapuntato e alle maniche in pelle o shearling. La redingote diventa anche una gonna ampia che si apre sul davanti rivelando una culotte e calze a coste. I pantaloni alla zuava diventano moderni con morbide pieghe al ginocchio e una fascia in vita. Le gambe sono slanciate da giacche corte. Il gilet torna protagonista: con nuove proporzioni ridotte da indossare sotto una giacca e più audace nella versione country sopra un cappotto dal taglio deciso.
Fendi, 100 anni proprio quest'anno, ha sfilato sotto la guida di Silvia Venturini Fendi dopo la fine del sodalizio creativo con Kim Jones, e ha portato in passerella un viaggio nel tempo. Gli abiti della collezione autunno inverno 2025 attraversano le epoche e sono accompagnati dalla musica curata da Michel Gaubert. Barry White, Ornella Vanoni, Mina, Patty Pravo e Franco Battiato scandiscono il ritmo degli anni che si susseguono in passerella come nella vita.
K-Way è genderless e Tod's allunga la silhouette
Presente alla fashion week anche un altro festeggiato: K-Way, marchio che quest'anno compie 60 anni. Il Gruppo BasicNet, cui fa capo il marchio, ha scelto il Museo della Permanente di Milano, per la sfilata della collezione R&d autunno inverno 25. In passerella outfit genderless ma anche capi di forgia maggiormente femminile come il cappotto burgundy lungo fino ai piedi, contraddistinto dalla classica zip tricolore di K-Way. "La collezione", ha spiegato Lorenzo Boglione, vicepresidente di BasicNet spa e amministratore delegato di K-Way spa e di Sebago srl, è "un omaggio alle radici del brand, al suo spirito innovatore e alla sua icona intramontabile: la giacca antipioggia". L'allestimento, colorato come è il marchio K-Way, sia oggi, sia nell'immaginario collettivo plasmato da 60 anni di articoli pensati per proteggere dalla pioggia, è stato curato dall’artista Agostino Iacurci.
In passerella, dove leggerezza e praticità hanno dato vita a look iconici curati dalla stylist Elena Tejedor, non poteva mancare il Le Vrai, la giacca antipioggia che dal 1965 ha protetto generazioni intere dalle intemperie. Presenti anche i capispalla a guscio. Le linee sono pulite e prive di imbottiture voluminose. "La cappa è un elemento su cui abbiamo puntato molto", ha raccontato Boglione. La mantella, infatti, è emblema del modus operandi della collezione: un capo che, pur richiamando concettualmente il Le Vrai, che nasceva come mantella, si reinventa con un design moderno e una funzionalità che ne ridefinisce completamente il ruolo.
La palette di colori va dal blu, al giallo, all'arancione, cui si somma anche il burgundy.
Per l'autunno-inverno, il direttore creativo di Tod’s, Matteo Tamburini, invece, ha pensato a una collezione dove l’outerwear domina la scena, le silhouette si allungano, affusolate e raffinate, mentre i dettagli ricercati esaltano la qualità delle lavorazioni.
La palette gioca con nuance naturali, arricchite da accenti di bordeaux intenso e verde oliva, affiancati dai classici bianco e nero. I materiali hanno un ruolo centrale, dal cappotto over a doppio strato in cashmere, al Pea coat con inserti in pelle, fino al trench e al bomber in Pashmy suede o nappa. Materie prime morbide, setose e leggere che esprimono l’eccellenza nella ricerca e nella selezione dei pellami pregiati, evocando la delicatezza e la raffinatezza della pashmina.
Per la sfilata della collezione autunno-inverno 2025 26, i valori del marchio sono ricordati attraverso la performance artistica di Nelly Agassi, che ha realizzato un’installazione per Tod’s: un abito scultoreo creato con frammenti di pelle di recupero, indossato da Carla Bruni, che regge un ago, simbolo dell’artigianato e del saper fare a mano. L’opera celebra la trasformazione dei materiali attraverso l’abilità manuale, rimarcando il tema dell’intelligenza artigianale che esalta i maestri artigiani.
Luisa Beccaria, marchio conosciuto soprattutto per gli abiti d'atelier delicati, romantici e femminili, le stampe a fiori, l'eleganza sussurrata e radiosa delle fanciulle e delle signore che li indossano, è riuscito a ritagliarsi il suo spazio nel corso della settimana della moda di Milano, accanto a griffe internazionali, dai fatturati a molti zeri (Luisa Beccaria srl ha archiviato il 2023 con un fatturato di poco superiore ai 3 milioni di euro, sostanzialmente in linea con il 2022).
Fondato dalla stilista milanese Luisa Beccaria, che ha tra i suoi avi Cesare Beccaria, giurista del Settecento, e Giulia Beccaria, madre di Alessandro Manzoni, l'etichetta conta due negozi, uno a Milano, nel quartiere di Brera, e l'altro a Capri, ma è venduto in tutto il mondo, Usa compresi. Tra le clienti Nicole Kidman, Sarah Jessica Parker, Angelina Jolie, Kate Winslet, Halle Berry, Uma Thurman.
La donna del marchio milanese per la stagione autunno inverno 2025-2026, è una diva contemporanea che strizza gli occhi agli anni ’50. In passerella forme ampie e scivolate, alternate ad altre più asciutte e fascianti, a disegnare silhouettes quasi scultoree. Tra i materiali, non mancano i più panni di tweed, il mohair effetto nuvola, il velluto di cotone, il taffetà stretch, abbinati a georgette, organza, tulle, satin leggerissimi e pizzi valenciennes, macramè, in velluto, con piccole paillette, sempre con sottili fili di lurex che si intrecciano ai tessuti per creare discreti riverberi a ogni movimento.
La palette di colori va dagli azzurri, ai castagna su cappotti ampi o sui completi blazer avvitati. La maglia a pois è indossata su pantaloni in velluto asciutto oppure su gonne iridescenti coperte da paillettes, giocando tra i toni del cielo e della terra.
David Koma al suo debutto per Blumarine
Sulle passerelle di Milano c'è stato anche il debutto di David Koma per Blumarine. Per l'autunno-inverno 2025, Koma evoca una fantasia cinematografica fondata sull’esotismo dark della Sicilia e sull’intrigante esuberanza delle donne che la abitano sullo schermo. La palette di colori abbraccia il rosso sangue, il grigio scuro e il bianco. Il cardo siciliano diventa un leitmotiv della collezione, declinato in stampe, ricami e dettagli hardware. Caratteristici dell’espressione di David Koma, gli ornamenti in metallo sono presenti in tutta la collezione, con fiori, occhielli, borchie, anelli e paillettes, in contrasto con le texture tridimensionali di fiori e farfalle realizzate con ricami e cut-out di tessuto.
Donatella Versace richiama il passato e Prada riflette sulla femminilità
Per la collezione autunno inverno 2025-26, la stilista Donatella Versace ha richiamato il passato per creare un nuovo percorso verso il futuro, ripercorrendo i valori cardine di Versace: libertà, individualità e integrità. Il design e i motivi di Versace Home, una delle prime linee lifestyle create da un marchio di moda, hanno invaso la passerella.
Un incontro tra neoclassico e contemporaneo caratterizza la collezione, rievocando gli interni delle residenze di Gianni Versace. Silhouettes scultoree e teatrali, alternate a decostruzioni in stile punk. In passerella abiti bustier Atelier Versace con gonne iper-strutturate e foderate con stampe sfidano la forza di gravità, giacche Spencer o in maglia dal taglio voluminoso, cappotti sartoriali e le gonne sbarazzine degli abiti da sera imbottiti
Ispirate ai piumini e alle tappezzerie di Versace Home, le trapuntature stampate si trasformano in bustier, piumini, giacche a scialle per culminare in abiti da sera scenici.
Chissà se il marchio della Medusa passerà al Gruppo Prada. A oggi, infatti, nessuna conferma dai diretti interessati sul deal tra il Gruppo Prada e Capri Holdings per l'acquisizione di Versace da parte dell'azienda guidata dal ceo Andrea Guerra.
Come riportava ieri il Corriere Economia, l’operazione avrebbe il sostegno di Lorenzo Bertelli, figlio dei fondatori del Gruppo Prada. L'operazione avrebbe un valore di circa 1,5 miliardi.
Intanto, la collezione Prada per il prossimo autunno inverno accoglie la riflessione di Miuccia Prada e Raf Simons sulla femminilità e la bellezza. "Frammenti di capi si muovono sul corpo liberati dalla loro funzione e dal loro linguaggio originario, e non riconoscendone le apparenze, ci interroghiamo sulla loro origine. I loro significati cambiano in funzione del movimento, mentre nuove silhouette emergono dalle interazioni fra elementi distinti", ha spiegato la maison. L'ugly chic della griffe diventa fuzzy, sbavato, sfocato, fin nei più piccoli dettagli. Le proporzioni e finiture degli abiti sono arbitrarie, apparentemente lasciate al caso, inappropriate.
I giovani del fashion hub
Oltre alle griffe conosciute anche i giovani marchi si sono fatti notare alla fashion week. Tra i progetti di questa edizione del Fashion Hub, figurano Designers for the planet e Mfw Forward. Nel dettaglio, il progetto Designers for the planet coinvolge 8 brand che, nella creazione e nella produzione delle proprie collezioni, tengono in considerazione diversi fattori di sostenibilità. I designer partecipanti al progetto sono stati selezionati da Sara Sozzani Maino, international new talent and brands ambassador Cnimi e creative director Fondazione Sozzani.
I marchi selezionati sono stati Cascinelli, Grossi, Lizzio, Lucia Chain, Marea, Servati, Tolo, Noir Déchiré. Quest'ultimo marchio, fondato da Davide Casadei, neodiplomato all’Istituto Europeo di Design di Milano, punta a rompere silenziosamente gli schemi del menswear proponendo 10 capi che nascono dall’evoluzione della collezione menswear “Indossando la Pioggia”, progetto con cui lo stilista ha da poco discusso la tesi del diploma Accademico di Primo Livello in Fashion Design in Ied Milano. L’obiettivo della collezione è superare i confini del menswear convenzionale celebrando la tensione tra il comfort della maglieria decostruita, segnata da trame spezzate, e la rigidità della struttura sartoriale, tra il vissuto e il ricercato, offrendo storie di imperfezioni decadenza e ribellione. Tutti i capi sono realizzati selezionando tessuti e filati di alta qualità provenienti da fine serie e giacenze di magazzino di aziende italiane. Il design viene così adattato alle materie prime disponibili, consentendo una produzione in quantità limitata e promuovendo un approccio alla moda più consapevole e sostenibile.
I dati della moda donna
L’Ufficio studi economici di Confindustria Moda ha delineato l’andamento della moda donna, nonostante il periodo critico, i primi 10 mesi del 2024 hanno registrato un export in crescita del +2,4%, raggiungendo un valore complessivo di 10,2 miliardi di euro.
Numeri alla mano, i paesi dell’Unione europea, che rappresentano il 47,8% dell’export totale, hanno visto un incremento del +2,7%, mentre i mercati extra-Ue sono cresciuti del +2,0%. La Francia si conferma il primo mercato di destinazione, con un aumento delle esportazioni del +8,2% e una quota del 14,3% sul totale export del comparto. Seguono Germania, che registra una flessione del -6,5%, e Stati Uniti, con una crescita del +5,8%.
Particolarmente significativa la performance della Cina, che segna un aumento del +21,8% mentre Hong Kong cresce del +7,1%. Sul versante opposto, la Svizzera, avendo perso il suo ruolo di hub tecnico, sperimenta un calo marcato del -43,6%, mentre gli Emirati Arabi Uniti emergono con un incremento del +45,1%, pur mantenendo una quota minima di mercato del 1,9%.
In merito alle importazioni, il settore della moda donna italiana, spiega, attraverso una nota, l'Ufficio studi economici di Confindustria Moda, ha registrato un lieve calo dell’1,2%, attestandosi a 6,1 miliardi di euro tra gennaio e ottobre 2024. La Spagna si conferma il principale fornitore con valori in crescita, seguita da Cina e Francia, rispettivamente secondo e terzo fornitore, paesi che mostrano entrambi una riduzione delle esportazioni verso l’Italia (-0,3% per la Cina e -12,3% per la Francia).
Sul fronte del consumo nazionale, i dati, rilevati da Sita Ricerca, evidenziano un aumento medio del +2,8% rispetto all’anno precedente (10 mesi), segnalando una ripresa della domanda interna. Tuttavia, le stime per il 2024 prevedono un fatturato in lieve contrazione, con una riduzione di circa il -2,0% rispetto al 2023.