Mfw: la regia della collezione Gucci è di Michele e Harry Styles
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In mano la borsa Gucci Bamboo, addosso pigiami in microfantasia, gilet, completi con ciliegine e ai piedi stivaletti con i cuoricini. La presentazione della collezione Gucci è una summa dei pezzi culto del marchio assemblati con la voglia di divertirsi e con l'eccentricità tipica del direttore creativo Alessandro Michele che, questa volta, ha scelto come partner il cantautore e attore britannico Harry Styles. I look saranno in vendita tra fine ottobre e inizio novembre.
Gucci Ha Ha Ha, presentata nel negozio milanese del vintage Cavalli e Nastri, è una collezione che rappresenta il punto di atterraggio di un volo inventivo fatto in due, la sintesi di un rapporto di amicizia tra Michele, appunto, e Harry Styles.
Ha Ha Ha è la crasi seriale delle iniziali di Harry e Alessandro
"Gucci Ha Ha Ha non è soltanto la scritta dell’etichetta all’interno degli abiti ma è l’inizio di un vocabolario ancora tutto da classificare e che definisce l’espressione della creatività che incrocia le sensibilità comuni di due consapevolezze diverse: ecco perché è una collezione che nasce da una relazione creativa che si autogenera da un divertimento e termina con la concretezza di un prodotto", spiega la griffe in una nota.
Ha Ha Ha è la crasi seriale delle iniziali di Harry e Alessandro ma è anche il suono onomatopeico della sintesi che la scrittura assegna a un emoticon, la faccia che ride.
Michele e Harry Styles si sono conosciuti molti anni fa subito dopo l’inizio della loro carriera da solisti: Michele dopo il debutto da direttore creativo della griffe fiorentina, Styles alla pubblicazione del suo primo disco. L’incontro ha immediatamente generato un rapporto di scambio, di contaminazione creative continue, di stimoli alla ricerca.
"Harry ha un grandissimo senso della moda. Osservando la sua abilità nell’abbinare i vestiti con un procedimento fuori scala rispetto agli standard richiesti dal gusto del senso comune e dall’omologazione della forma, ho imparato che la loro stessa disposizione è un generatore di differenze e di poteri, così come le sue reazioni agli abiti che negli anni ho preparato per lui, e che ha sempre indossato facendoli propri, mi restituiscono ogni volta un vento di libertà. L’idea di lavorare insieme mi è nata un giorno mentre parlavamo al telefono: gli ho proposto di costruire insieme un “guardaroba dei sogni” partendo da quelle piccole stranezze che sanno mettere insieme le visioni quasi infantili", ha detto Michele.
"Abbiamo ottenuto un miscuglio di estetica pop anni Settanta, di spirito bohémien, di revisione dell’immaginario del gentleman in un ricordo ribaltato della sartorialità maschile", ha aggiunto il direttore creativo della griffe di casa Kering.
Insomma, il risultato è una collezione giocosa nata per essere portatrice di nuovi stati di bellezza, costruita con i codici liberatori che eliminano le complessità rituali delle collezioni di moda e producono la sostenibile naturalezza del facile, così come è facile la natura anche quando si esprime con la visione della complessità. Giacche, cappotti, pantaloni, camicie, accessori racchiudono aspetti della sartorialità inglese trasformati in accenti romantici di una nuova accezione della mascolinità. Il tutto attraverso l’utilizzo stravagante del principe di Galles per costruire cappotti in doppio petto, l’imprescindibile preminenza della lavorazione artigianale denunciata nella costruzione delle giacche o nei dettagli dei bottoni ricoperti e in quelli in madreperla delle camicie.
Accanto ai completi sartoriali e alle giacche in denim trattato, agli abiti in velluto tinto irregolare, si ritrovano pigiami stampati e camicie bowling, cappotti foderati con cappuccio e chiusi da alamari, kilt con le pieghe e cinturini in pelle regolamentari.
Kering ha archiviato il primo trimestre dell'anno con 4,956 miliardi di ricavi, in crescita del 27,4 per cento. Nonostante la nuova ondata di Covid in Cina, e lo scoppio della guerra in Ucraina, tutti i marchi del gruppo hanno registrato una crescita a doppia cifra. Gucci da sola genera oltre la metà del fatturato, pari a 2,59 miliardi, il 19,5 per cento in più del 2021, Bottega Veneta ha messo a segno un +22,5 per cento, a quota 396 milioni. La crescita maggiore è stata quella della Yves Saint Laurent (+43 per cento a quota 793 milioni).