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Mfw tra proteste contro la guerra e look che inneggiano alla "normalità"

Scritto da Isabella Naef

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Moda

Courtesy of Prada
Una sfilata in silenzio che è riuscita a far parlare molto, e non solo per i look in passerella, quella di Giorgio Armani. Tanto da diventare il simbolo della fashion week milanese i cui riflettori si sono accesi il 22 febbraio, proprio in concomitanza con le minacce della Russia e con lo scoppio della guerra in Ucraina. Lo stilista piacentino ha deciso all'ultimo di sfilare in silenzio, domenica 27 febbraio, in rispetto alla sofferenza del popolo ucraino. "La mia decisione di non usare la musica nello show è stata presa in segno di rispetto per le persone coinvolte nella tragedia in corso in Ucraina", ha spiegato, in inglese, una voce fuori campo prima della presentazione.

Giorgio Armani ha deciso all'ultimo di sfilare in silenzio in rispetto alla sofferenza del popolo ucraino

L'annuncio dello stilista è stato seguito da un lungo applauso del pubblico che poi ha guardato la collezione composta da abiti morbidi, silhouette fluide e allungate. "Un repertorio di elementi che mette al centro la persona e ne valorizza il carattere, come il ritratto dipinto di un pittore che guarda al reale attraverso il filtro della propria immaginazione, senza lasciare che essa si imponga sul soggetto", ha spiegato la maison in una nota. Qui e la tocchi di faux fur, borse di velluto e stivali alti come calze.

La fashion week milanese, conclusa ieri, 28 febbraio, realizzata con il supporto del ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e di Ice-Agenzia, ha organizzato 169 appuntamenti: 67 sfilate (2 doppie sfilate), di cui 57 fisiche e 8 digitali, 69 presentazioni (59 fisiche e 10 digitali), 8 presentazioni su appuntamento e 9 eventi.

La ripresa c'è come testimoniano anche i numeri del salone White Sign of the times, archiviato con 18850 visitatori

Il bilancio è positivo, nonostante lo stato di emergenza (che durerà fino al 31 marzo) dovuto alla Pandemia da Covid 19, e lo scoppio della guerra in Ucraina e le molteplici manifestazioni nella capitale della moda per scongiurare il conflitto. Anche se bisognerà aspettare ancora un po' per tornare ai livelli di affluenza pre-pandemia (e al traffico delirante per le strade della città), la ripresa c'è come testimoniano anche i numeri del salone White Sign of the times, archiviato con 18850 visitatori (erano 13mila a settembre 2021), e il ritorno in calandario di nomi come Bottega Veneta, Diesel, Gucci, Trussardi e Plein Sport. Inoltre, stando alle prime stime effettuate dal Centro studi di Confindustria moda, dopo aver chiuso il 2020 in calo del -18,9 per cento, il comparto, per l’anno 2021 è in recupero di almeno il +19,3 per cento sull’anno precedente. Questa dinamica dovrebbe portare il fatturato settoriale a circa 13,5 miliardi di euro, inferiori del -3,2 per cento rispetto ai livelli raggiunti nel 2019 (prossimi a 14 miliardi). Questa performance, spiega Confindustria moda in una nota, si rivela più positiva rispetto a quella prevista per la moda uomo e diffusa lo scorso gennaio (+11,9 per cento sul 2020, ma -9,9 per cento sul 2019). Focalizzando l’attenzione sulle dinamiche di export, dopo un primo semestre “rimbalzato” del +27,6 per cento, la moda donna ha proseguito nel suo percorso di crescita, pur assistendo a un “fisiologico” rallentamento dei tassi. Nel dettaglio, nell’arco del gennaio-ottobre 2021 le vendite estere settoriali sono cresciute del +19,2 per cento, portandosi a circa 8 miliardi. Tutte le merceologie di cui si compone la moda donna evidenziano peraltro dinamiche di segno positivo: la confezione registra una variazione del +16,7 per cento, la maglieria esterna del +25,3 per cento, la camiceria del +7,3 per cento, mentre l’abbigliamento in pelle del +22,7 per cento.

Relativamente alle macro-aree di sbocco delle aziende italiane del settore, sia la Ue sia l’extra- Ue, che assorbe il 55,6 per cento del totale settoriale esportato, presentano un ritorno alla crescita su ritmi simili, rispettivamente con una dinamica del +18,9 per cento e del +19,5 per cento da gennaio a ottobre 2021. I primi 15 paesi di destinazione (in grado di coprire l’81,6 per cento del totale) risultano tutti caratterizzati da incrementi delle esportazioni di womenswear made in Italy, con solo due eccezioni, Regno Unito e Giappone. Al primo posto, con un’incidenza pari al 12,5 per cento sul totale, la Francia mostra un aumento pari al +23,6 per cento; la Svizzera, in primis hub logistico- commerciale per successive riesportazioni da parte delle griffe in altri mercati mondiali, cresce del +17,3 per cento; la Germania, terzo sbocco, archivia una variazione pari al +14,2 per cento. Un tasso di crescita vivace, pari al +63 per cento, interessa l’export verso la Cina.

Tra i brand presenti per la prima volta nel calendario anche Cormio, Ferrari, Hans Kjøbenhavn, Husky, Palm Angels e Tokyo James

Tornando ai marchi, i brand presenti per la prima volta nel calendario sono stati Ac9, Ambush, Andreadamo, Aniye Records, Cormio, Ferrari, Hans Kjøbenhavn, Husky, Palm Angels e Tokyo James.

Non sono mancati gli sforzi di Camera della moda per dare supporto ai giovani e per promuovere inclusività e sostenibilità. Il Fashion Hub inaugurato il 22 febbraio in una nuova sede all’interno dell’Adi Design Museum (in piazza Compasso d’Oro 1) ha ospitato il progetto We are made in Italy (Wami collective) che ha dato l'opportunità a 5 designer Bipoc, acronimo di black, indigenous and people of color, (Sheetal Shah, Judith Borsetto, Nyny Ryke Goungou, Zineb Hazim, Romy Calzado) di presentare le collezioni all’interno di uno spazio dedicato. In scena anche il progetto Designers for ethical fashion, dedicato al tema della moda etica e sociale con un particolare focus sulle donne svantaggiate e vittime di violenza, migranti e rifugiati. La quinta edizione del progetto Designer for the planet, inoltre, ha visto Camera moda presentare 5 brand: Bennu, Acidalatte, DassùYAmoroso, Vernisse, Raree Show. Il lavoro di questi marchi si basa su stringenti criteri di sostenibilità ambientale.

La fashion week milanese ha segnato anche il ritorno della storica casa di moda Balestra

Guardando alle etichette già conosciute e apprezzate dai buyer, la fashion week milanese ha segnato il ritorno verso le luci della ribalta della storica casa di moda Balestra, fondata a Roma nel 1959. La collezione ideata per superare la stagionalità, parte dalle radici del brand e mette al centro l'amore per Roma, che ritorna sulla stampa dei tessuti con incisioni settecentesche di Giovanni Battista Piranesi, filtrate dall'iconico Blu Balestra. La nipote del fondatore, Sofia Bertolli Balestra, è responsabile delle attività di ricerca, design e brand identity.

E' un omaggio alla vita e alla quotidianità la sfilata Prada autunno inverno

E' un omaggio alla vita e al vivere, e alla quotidianità la sfilata Prada autunno inverno 2022-23. La collezione di Miuccia Prada e Raf Simons è costellata da capi pragmatici che acquistano nuovo rilievo e valore, la sartoria incontra lo stile degli abiti da sera. Le combinazioni di elementi quotidiani e preziosi disturbano il linguaggio estetico di ogni pezzo, ne esaltano l'importanza e al tempo stesso il contatto con la realtà, in una fusione. Il risultato è un gioco di accostamenti non solo fra capi diversi, ma all'interno di uno stesso capo, con la combinazione di materiali e decorazioni. Con un richiamo al patrimonio di Prada, i motivi geometrici appaiono sulle maglie jacquard, tra i ricami e i colori ripetuti.

Gucci, invece, gioca con Adidas alla contaminazione tra active e luxe. Il fashion show, battezzato Exquisite Gucci, ha visto il trifoglio accompagnato dalla scritta Gucci in lettere maiuscole. Le tre strisce bianche compaiono sulle maniche e i taschini delle giacche, sulle maxi shopper di taglio triangolare, su guanti e avvolgenti copricapi e sulle scarpe. Colpisce l'occhio il look femminile con gonna a strascico e top sportivo aderente, rosso e nero con le immancabili strisce bianche, mentre la tuta scintillante si sposa con il cappotto cammello con rever esagerati in ecopelliccia.

E' declinata su funzionale e convenzionale, invece, la collezione 2022-23 di Eleventy

E' tutta declinata su funzionale e convenzionale, invece, la collezione 2022-23 di Eleventy. Il marchio ha voluto rispondere al nuovo desiderio di ritornare a uscire, ma volendo continuare a condividere quelle sensazioni di comfort e rilassatezza che la clientela ha apprezzato nei lunghi giorni passati a casa. Nasce da qui la nuova collezione donna Eleventy che interpreta l’incontro tra funzionalità e convenzionale attraverso un mix and match tra texture, cromie, stampe, stili che sdrammatizzano i codici della formalità per una nuova femminilità contemporanea. Attinge al fascino dell'artigianalità la linea dei cappotti, capo versatile e di tendenza nell’inverno del brand, dove la creatività incontra la tradizione per una donna che, pur conoscendo i codici dell’eleganza del passato, “vive” nella metropoli dell’oggi. Morbido e avvolgente nella versione maxi in tessuto alpaca effetto pelliccia declinato in un sofisticato natural white e in quello double reversibile in caldissimo misto cachemire.

Corre veloce, invece, ma non poteva essere altrimenti, la collezione Ferrari. Dopo il debutto lo scorso giugno a Maranello, Ferrari, infatti, è approdata a Milano con una sfilata co-ed all’interno del padiglione 3 di Fieramilanocity. Il direttore creativo Rocco Iannone ha raccontato la velocità, "un codice del marchio ma anche l’espressione dell’innovazione richiesta dai cambiamenti in atto nella società". E' così che l’idea di futuro caratterizza la collezione e le silhouette asciutte su cui prendono forma lavorazioni sartoriali e materiali naturali, a cui vengono applicati gli interventi delle recenti ricerche in campo hi-tech. Abiti, capispalla, giacche, pantaloni e camicie sono disegnati e studiati per diverse occasioni d’uso, oltrepassando i confini tra guardaroba maschile e femminile.

Silhouette a trapezio e volumi over mettono in scena creazioni couture d’ispirazione Sixties, caratterizzano la collezione di Gianluca Capannolo. Cappotti, cappe e proposte outwear rivelano le preziose fodere a contrasto, scaturite dal pennello del designer e artista e riprodotte in forma esclusiva all’interno della collezione. La minuzia per i dettagli pervade la collezione: dalle lavorazioni artigianali, come la tecnica del double applicata alla crêpe di lana, fino ai piccoli accessori, come i bottoni toffee rivestiti in tessuto e le macro zip a contrasto. Panno di lana, panno laccato, bouclet, alpaca e velluto imbottito affiancano la proposta di eco-fur dai motivi pittorici animalier.

Animalier protagonista anche della nuova collezione di Borsalino, dove prende forma la ‘tigre reale’ in feltro a pelo lungo. Il marchio, che ha chiuso il 2021 con un fatturato di circa 19 milioni di euro e prevede un 2022 con una crescita del 25-30 per cento, si prepara a un anno impegnativo, sia sul fronte della strategia retail, sia su quello dell'ampliamento delle gamme merceologiche che abbracceranno sempre più altre categorie di accessori come la pelletteria, per esempio. Conosciuto e apprezzato ovunque, grazie anche a icone cinematografiche del calibro di Humphrey Bogart in Casablanca, Jean-Paul Belmondo in Fino all’ultimo respiro e Marcello Mastroianni in 8 e ½, che hanno indossato il celebre copricapo, il marchio presenta 2 collezioni l’anno, autunno-inverno e primavera-estate, maschile e femminile, in feltro e paglia dell’Ecuador. I prezzi oscillano da 250-300 euro per il classico Panama, fino ai 1000 euro di altri modelli. In occasione della settimana della moda femminile di Milano, Borsalino ha presentato una collezione autunno-inverno 2022/23 che è un viaggio nella memoria che dagli anni Settanta riporta al periodo fra le due guerre. La collezione, che è stata messa a punto dal creative curator della maison, Giacomo Santucci, si declina nei toni del blu, rosso-ruggine e verde.

Courtesy of Giorgio Armani
Courtesy of Borsalino
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