Moda milanese al via tra l'allarme per lo smog e lo stop alle pellicce
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Le sfilate di Milano moda donna, al via domani nel capoluogo lombardo, partono con una serie di polemiche che portano a galla questioni ambientaliste e animaliste non risolte. Il traffico, in primis, che sarà congestionato dai defilè sparsi in città: ogni marchio, infatti, desidera sfilare in location suggestive, oppure presso il proprio quartier generale, costringendo buyer e addetti ai lavori a spostarsi freneticamente da un capo all'altro della metropoli con un ulteriore danno per l'aria inquinata che si respira a Milano in questi giorni.
Allarme smog: troppo anacronistico pensare di riportare i fashion show in una unica sede?
Chissà che non sia davvero troppo anacronistico pensare di riportare i fashion show in una unica sede, magari in fiera come accadeva tanti anni fa. Sta di fatto, però, che il tema della sostenibilità è presente pressochè in ogni consesso dove si parli di moda. L'altra polemica riguarda le pellicce, a dir la verità sempre meno presenti sulle passerelle. Questa volta è Max Mara, la cui sfilata è in calendario giovedì 22 febbraio, a essere presa di mira da Humane Society International. L'associazione, insieme alle organizzazioni partner, sta sollecitando l'azienda a eliminare le pellicce. Finora, scrive l'associazione animalista, più di 100mila utenti hanno inviato appelli via email all'azienda chiedendole di eliminare le pellicce.
Le organizzazioni animaliste si uniscono per chiedere a Max Mara di rinunciare alle pellicce
Nel tardo pomeriggio di oggi, 20 febbraio, Humane Society International e i partner della Lav sorvoleranno la sede di Max Mara a Reggio Emilia con una mongolfiera, portando uno striscione con la richiesta principale della campagna. Al momento dal quartier generale di Max Mara, interpellato da FashionUnited, nessuna dichiarazione. La campagna globale contro la pelliccia lanciata per esortare la casa di moda Max Mara a rinunciare alle pellicce è guidata dalle associazioni animaliste Humane Society International, Humane Society of the United States e la Fur Free Alliance che comprende organizzazioni di oltre 35 Paesi. I promotori della campagna chiedono ai loro milioni di sostenitori e ai cittadini di Regno Unito, Australia, Canada, Corea del Sud, Unione Europea e Stati Uniti di rivolgersi alle line telefoniche, alle email e ai social media di Max Mara, esortando l'azienda ad abbandonare la pelliccia perché è crudele, obsoleta e non ha posto nella società moderna.
"Le etichette dei prodotti mostrano che l'azienda utilizza pellicce di visone provenienti dalla Cina e pellicce di volpe e cane procione provenienti dalla Finlandia", scrive, in una nota, Humane Society International.
"L'utilizzo di pellicce da parte di Max Mara è sempre più fuori moda se si considera che la maggior parte delle più importanti case di moda del mondo hanno già eliminato le pellicce, tra cui Dolce & Gabbana, Saint Laurent, Valentino, Prada, Gucci, Versace, Alexander McQueen, Balenciaga e Jimmy Choo, oltre al divieto di utilizzare pelliccia da parte di marchi come Hugo Boss, Armani, Tommy Hilfiger, Stella McCartney e Vivienne Westwood", prosegue la nota.
"Max Mara è uno degli ultimi grandi marchi della moda che ancora sostengono il crudele commercio di pellicce. Sono soli in un mondo in cui la maggior parte delle persone in cui la maggior parte delle persone pensa che usare le pellicce sia sbagliato. Le prove sono chiare: la pelliccia è crudele per gli animali, dannosa per l'ambiente e pericolosa per la nostra salute", ha sottolineato Elise Allart, corporate engagement director di Humane Society International/Europe.
Tra i dati di fatto a testimonianza della crudeltà e della pericolosità per la salute degli allevamenti di pelliccia, l'associazione menziona anche che l'allevamento di animali da pelliccia è stato vietato in 20 Paesi europei, tra cui Austria, Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Francia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Slovacchia e Slovenia, Bosnia ed Erzegovina, Norvegia, Regno Unito, Macedonia del Nord e Serbia.
Svizzera e Germania hanno norme severe in materia di benessere che hanno di fatto posto fine all'allevamento di animali da pelliccia. Gli svizzeri voteranno a breve sul divieto di importazione di foie gras e pellicce. Entrambe le iniziative sono state depositate alla Cancelleria federale avendo ottenuto, rispettivamente, 106.448 e 116.140 firme, secondo quanto comunicato dall’Alliance animale suisse.