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Orange Fiber è la startup premiata dalla H&M Conscious Foundation

Scritto da Isabella Naef

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Moda |INTERVISTA

Prosegue questa settimana la serie di interviste dedicate ad alcune delle più innovative startup nate in Italia e attive nel settore della moda. Oggi FashionUnited racconta la storia di Orange Fiber, una startup fondata nel 2014 che sviluppa tessuti e filati sostenibili e innovativi dagli agrumi. L’azienda è uno dei 5 progetti vincitori del Global change award 2015, l’iniziativa lanciata dalla organizzazione no-profit H&M Conscious Foundation nel 2015 con l’obiettivo di ricercare idee innovative in grado di chiudere il cerchio nell’industria della moda per salvaguardare il pianeta. Enrica Arena, 30 enne co-founder e chief marketing officer della startup racconta come è nata l’idea e come successivamente si è trasformata.

Come e quando è nata l’idea?

L’idea è venuta ad Adriana Santanocito (attuale ceo dell'azienda, ndr) nel 2011, anno in cui iniziò a ipotizzare la creazione di un tessuto dagli agrumi nella sua tesi sui nuovi materiali e tecnologie sostenibili per il tessile all’Afol Moda di Milano. Ai tempi noi due, che siamo entrambe di Catania, eravamo coinquiline. Anche io stavo facendo la tesi e intanto lavoravo in una fondazione del no-profit, ho fatto studi in tutt’altro settore: interpretariato e comunicazione, e poi ho conseguito una seconda laurea in cooperazione internazionale e sviluppo.

E poi cosa è successo?

Adriana mi ha coinvolto nel progetto perché voleva qualcuno che parlasse inglese e sapesse muoversi anche nell’ambito della comunicazione. Abbiamo cominciato a lavorare per capire se ci fosse interesse nei confronti dell’dea. Abbiamo partecipato a delle competizioni per startup e siamo stati affiancati da consulenti che ci hanno aiutato a valutare le opportunità e la strada per andare sul mercato. Abbiamo anche seguito un corso per comprendere come sviluppare il progetto. L’obiettivo è creare un tessuto sostenibile e cosmetico che risponda all’esigenza di innovazione dei brand di moda, riutilizzando le oltre 700.000 tonnellate di sottoprodotto che l’industria di trasformazione agrumicola italiana produce annualmente.

Ma avete brevettato questa idea?

Sì, e nel 2014 abbiamo realizzato il prototipo grazie al finanziamento di business angels siciliani, poi abbiamo partecipato al bando Seed Money di Trentino Sviluppo dedicato alle startup. Complessivamente dal 2014 al 2016 l’azienda ha raccolto 300mila euro.

Ma dove e come avviene la produzione di questo filato?

Dagli agrumi siciliani utilizzati per le spremute viene fuori la materia prima che va in Spagna dove viene filata e, successivamente, il filato rientra in Italia, a Como, da un nostro partner che si occupa della fase di tessitura. Al momento però non produciamo né vendiamo il prodotto finito, ossia il tessuto. L'impianto pilota per l’estrazione della cellulosa da agrumi idonea alla filatura dei nostri tessuti sostenibili e innovativi ha sede a Caltagirone, all’interno dello stabilimento di una industria di spremitura di agrumi con cui abbiamo stretto un accordo di collaborazione. Realizzato anche grazie ai fondi del bando Smart & Start di Invitalia, l’impianto rappresenta un passo fondamentale per l’ottimizzazione del nostro processo di produzione e il punto di partenza per lo scale up industriale del nostro progetto.

Qual è il target di aziende a cui intendete rivolgervi?

L’obiettivo è di vendere il tessuto ad aziende della moda del segmento lusso. Al momento siamo in trattative con delle realtà per cui vorremmo produrre una collezione

Qual è il costo di questo tessuto?

Il costo è simile a quello di una buona seta italiana, siamo sopra ai 40 euro al metro. Il tessuto Orange Fiber è bianco ma può essere colorato o stampato a seconda delle esigenze stilistiche dell’azienda.

Dove ha sede Orange Fiber?

La sede legale è a Catania e la sede operativa a Rovereto, dove ci stiamo strutturando e dove ci piacerebbe sviluppare delle sinergie con altre startup che si trovano in questo polo tecnologico. Siamo in 5 soci, io e Adriana, due business angels e un avvocato, e poi abbiamo una dipendente che si occupa dei social media.

Quali sono gli obiettivi a medio termine e le difficoltà che state incontrando?

E’ difficile trovare smart money, ossia finanziatori in grado di portare anche competenze. Da un punto di vista burocratico, inoltre, devo dire che è difficilissimo gestire qualsiasi tipo di fondo pubblico. La legge impedisce all’azienda di ottenere cifre che superano i 200mila euro di fondi pubblici nell’arco di tre esercizi. E’ relativamente facile trovare quote di finanziamenti fino a 100mila euro, ma adesso per portare a regime la produzione cerchiamo un taglio maggiore, parliamo di un milione di euro.

Come vi siete fatti conoscere fino a oggi?

Il volano più grande è stato rappresentato dai concorsi a cui abbiamo partecipato, anche i social media, Facebook e Twitter da sempre e ora anche Instagram, sono importanti. Orange Fiber, inoltre, è uno dei 5 progetti vincitori della Global change award 2015, l’iniziativa lanciata dall’organizzazione no-profit H&M Conscious Foundation nel 2015. Dopo essere stati selezionati da una giuria di esperti fra più di 2.700 progetti provenienti da 112 Paesi diversi, ci siamo contesi la finale con altri 4 progetti e, grazie al voto della giuria popolare, abbiamo ottenuto il quarto posto, aggiudicandoci un premio in denaro di 150mila euro e un anno di accelerazione offerto dalla H&M Conscious Foundation in collaborazione con il Kth Royal Institute of Technology di Stoccolma e Accenture per sviluppare il progetto. Ci ha consegnato il premio la principessa Victoria di Svezia, nel corso della cerimonia di premiazione che si è svolta a Stoccolma, a febbraio.

Posso chiederle qualche suggerimento per i potenziali imprenditori della moda?

In primo luogo consiglio di informarsi localmente sulle iniziative dedicate alle startup, ho sentito che qualche neo imprenditore le diserta perché teme di essere copiato. In realtà è piuttosto difficile sapere se da qualche altra parte del mondo c’è chi ha avuto la stessa idea. In ogni caso, se esistono i presupposti, consiglio di depositare il brevetto e poi partecipare ai concorsi. Appoggiarsi a chi conosce bene il settore è un altro suggerimento importantissimo che mi sento di dare.

Queste inchieste saranno pubblicate a giovedì alterni su FashionUnited.it. La pubblicazione della prossima intervista è in calendario giovedì 17 marzo.

Foto: Da sinistra Adriana Santonocito, Enrica Arena, Foto: Orange Fiber


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