Peta partecipa all'assemblea di Hermès e chiede Birkin e Kelly vegane; Dumas parla di "allevamenti virtuosi"
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“Quando Hermès vieterà le pelli di animali selvatici e abbraccerà il lusso etico lanciando borse Birkin e Kelly vegane?” Questa è la domanda che Peta, che detiene azioni della società francese, ha rivolto al presidente esecutivo Axel Dumas, il 30 aprile, durante l'assemblea generale di Hermès. "L'azione segue il nuovo video fai-da-te di Peta su YouTube, che ha ottenuto oltre 1 milione di visualizzazioni su tutte le piattaforme e mostra una fashion blogger che insegna al suo pubblico come realizzare una "borsa Birkin di Hermès" da zero, partendo da un coccodrillo vivo di tre anni", spiega Peta, acronimo di People for the ethical treatment of animals, in una nota.
“Numerosi marchi di stilisti stanno abbandonando le pelli di animali selvatici, letali e distruttive, ma Hermès è ancora aggrappata alla stessa vecchia crudeltà”, ha affermato Tracy Reiman, vicepresidente esecutivo di Peta, invitando la società francese "a utilizzare solo materiali vegani di lusso, che non comportano la tortura e l'uccisione di esseri senzienti".
Dumas ha detto agli azionisti di essere “aperto al mondo” pur rifiutando la richiesta di Peta di fare insieme una visita a un allevamento intensivo australiano fornitore di Hermès
La risposta di Dumas, durante l'assemblea, secondo Peta è stato un tentativo vuoto e vergognoso di evitare ogni responsabilità. Dumas ha detto agli azionisti di essere “aperto al mondo” pur rifiutando la richiesta di Peta di unirsi a lui in una visita a un allevamento intensivo australiano fornitore di Hermès, dove i coccodrilli languono in gabbie minuscole e sporche prima che gli operai li folgorino, incidano loro la gola e li pugnalino nel cervello con cacciaviti, a volte mentre sono ancora coscienti. FashionUnited ha contattato Hermès per avere una dichiarazione ufficiale sull'intervento di Peta all'assemblea ma, al momento, non ha ricevuto ancora alcun commento.
Il testo completo della domanda rivolta al presidente di Hermès Axel Dumas
Ma ecco il testo completo della domanda rivolta a Dumas: "mi chiamo James Fraser e ho una domanda per il presidente esecutivo Axel Dumas a nome di People for the ethical treatment of animals. Un'indagine sugli allevamenti australiani di proprietà di Hermès e dei suoi fornitori mostra che i coccodrilli vengono confinati in gabbie anguste o piccoli recinti di cemento pieni di acqua sporca prima di essere fulminati, trascinati e mutilati con lame e cacciaviti, alcuni mentre sono ancora coscienti. Negli allevamenti in Sudafrica che forniscono pelli di struzzo a Hermès, i giovani animali trascorrono la loro breve vita in aridi recinti. In un macello, gli operai costringono gli struzzi a entrare in scatole di stordimento, facendo sì che molti scivolino e cadano per poi tagliare loro la gola. In risposta all'indagine, Hermès continua a fuorviare il pubblico e gli azionisti facendo riferimento alla Cites, la Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione, sapendo benissimo che questo regolamento riguarda il numero di animali commercializzati, non il modo orribile in cui vengono allevati e uccisi".
"Monsieur Dumas, la vendita di accessori macabri realizzati con parti del corpo di animali selvatici sta offuscando la reputazione della nostra azienda e alienando i consumatori consapevoli che rappresentano il futuro della moda di lusso. Quando Hermès vieterà le pelli di animali selvatici e abbraccerà il lusso etico lanciando borse Birkin e Kelly vegane?", ha concluso Fraser.
Dopo la risposta di Dumas, l'associazione animalista, in una nota, ha ribadito che non sarebbe possibile parlare di “allevamento virtuoso" come ha fatto il presidente esecutivo di Hermès quando, "ovviamente, non c'è nulla di morale nell'ammassare animali in gabbie sovraffollate e macellarli brutalmente per la loro pelle. Dal Texas allo Zimbabwe al Sudafrica, Peta ha denunciato le condizioni spaventose in cui gli animali vengono allevati e uccisi per gli accessori Hermès, e la casa di moda continuerà a subire la pressione di Peta finché non smetterà di vendere prodotti realizzati con la pelle di animali tormentati e non passerà a materiali vegani di lusso".
Peta, infine, osserva che molti altre griffe come Chanel, Balenciaga, Burberry, Mulberry, Victoria Beckham, Diane von Furstenberg e Vivienne Westwood, hanno bandito l'uso della pelle di rettili o di altri animali selvatici dalle loro collezioni.