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PFW: Schiaparelli e i falsi trofei accendono le polemiche

Scritto da Isabella Naef

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Schiaparelli SS23 haute couture via Spotlight Launchmetrics
Le polemiche erano inevitabili e sicuramente la griffe ne era consapevole, soprattutto in anni in cui la sensibilità animalista dei consumatori si è fatta sempre più forte. Sta di fatto che la collezione Schiaparelli primavera estate 23 haute couture, che ha sfilato a Parigi lunedì scorso, ha suscitato indignazione perché le modelle hanno sfilato con delle enormi teste-trofeo di animali, cucite sugli abiti.

Per la sfilata Schiaparelli, il direttore creativo, Daniel Roseberry, si è ispirato all'Inferno di Dante. Le teste degli animali sono una rappresentazione del viaggio di Dante per trovare la strada per il paradiso mentre viene fermato da tre animali: un leopardo, un leone e una lupa.

La modella Irina Shayk ha indossato un abito con una manica e una testa di leone oversize sul petto e sulla spalla. Un abito quasi identico a testa di leone è indossato dalla star dei reality e imprenditrice di bellezza, Kylie Jenner, che sedeva tra il pubblico.

Roseberry, su Instagram, ha descritto nel dettaglio come una base di schiuma scolpita a mano, lana e pelliccia sintetica di seta è stata resa così realistica. Immediata la ripresa delle foto da Diet Prada, che ha commentato la grande qualità della collezione e ha pubblicato una selezione dei "migliori look". Le risposte dei follower, però, sono state molto chiare: in molti hanno chiesto di smettere di mostrare gli animali come prodotti di lusso, altri hanno detto che non è corretto inneggiare alla natura indossandola come un normale trofeo, altri hanno ricordato che molte specie animali sono state "sterminate" dall'uomo. Insomma, questi trofei, anche se finti, hanno suscitato un vespaio di polemiche.

Fuori dal coro, per una volta, Peta, acronimo di People for the ethical treatment of animals, l'associazione che difende i diritti degli animali, che ha apprezzato la sfilata. La sua presidentessa, Ingrid Newkirk, ha fatto sapere a Page Six Style che “l’aspetto di Kylie, Naomi e Irina celebra la bellezza degli animali selvatici e potrebbe essere una dichiarazione contro la caccia ai trofei, in cui leoni e lupi vengono fatti a pezzi per soddisfare l’egoismo umano. Incoraggiamo tutti a attenersi a design 100 per cento cruelty-free che mettono in mostra l’ingegnosità umana e prevengono la sofferenza degli animali”.

Nel 2007 l’imprenditore marchigiano Diego Della Valle, a capo del gruppo Tod’s, acquistò la maison Schiaparelli. La nomina di Daniel Roseberry, texano, classe 1985, a direttore creativo, risale al 2019.

Schiaparelli SS23 haute couture via Spotlight Launchmetrics
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