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Proteggere i marchi nei Paesi del Golfo è ora più semplice e meno costoso

Scritto da Guest Contributor

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Proteggere i marchi nei Paesi del Golfo diviene man mano più semplice e meno oneroso. Credits: Daniel Ponomarev via Pexels

Proteggere i marchi nei Paesi del Golfo diviene man mano più semplice e meno oneroso.

Fino a qualche anno fa non era infatti possibile ottenere tutela per i marchi in Arabia Saudita, Bahrein, Kuwait, Oman, Qatar ed Emirati Arabi Uniti se non attraverso depositi nazionali esteri, poiché nessuno di questi Paesi aderiva agli Accordi sul marchio internazionale. Ricordiamo che il sistema del Marchio internazionale consente di ottenere in un Paese estero la stessa tutela accordata ai marchi nazionali locali attraverso una procedura semplificata e con costi generalmente più contenuti.

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Dal 3 agosto possibile ottenere la tutela attraverso la procedura per il Marchio internazionale anche in Qatar

Quello che complicava, e rendeva più oneroso, il deposito di marchi nazionali nei Paesi del Golfo era la necessità della presentazione di una lettera di incarico legalizzata, a seconda del Paese, con Apostille o attraverso il rispettivo consolato in Italia. Dal 2005 a oggi la situazione è, però, a poco a poco cambiata. Hanno aderito agli Accordi sul marchio internazionale dapprima il Bahrein (2005), poi l’Oman (2007) e gli Emirati Arabi Uniti (2021). Infine, dal 3 agosto sarà possibile ottenere la tutela attraverso la procedura prevista per il Marchio internazionale anche in Qatar.

Le tasse per l’estensione internazionale di un marchio in una classe in Qatar ammontano a 1.127 Chf. Un’addizionale dello stesso importo è prevista per ogni classe aggiuntiva. Oltre al risparmio dovuto al fatto che non sarà necessario ricorrere per il deposito a un rappresentante abilitato dinanzi all’Ufficio brevetti e marchi locale, vi è quello connesso al non dover più ricorrere alla legalizzazione consolare per la lettera di incarico. Certamente per i Paesi in oggetto occorre continuare a tenere in considerazione alcune peculiarità relative alla non tutelabilità di marchi per alcolici o prodotti a base di carne di maiale, o alla non registrabilità di marchi identici o simili a simboli aventi carattere puramente religioso, così come, in caso di obiezioni, opposizioni o controversie, al fatto che ci si confronta con una legislazione e prassi IP relativamente nuove. Sono però Paesi che procedono spediti verso la totale modernizzazione del settore, e dove vi è spesso una efficace tutela dei diritti di Proprietà Industriale.

È da tenere anche presente che la lettera di incarico potrebbe rendersi però necessaria nel caso di rifiuto provvisorio di protezione del marchio. Riguardo a ciò, vi è però da dire che nei Paesi del Golfo la procedura di registrazione, o di concessione di tutela per il marchio, difficilmente si rivela problematica.

I Paesi del Golfo dove non è attualmente possibile procedere con l’estensione Internazionale sono il Kuwait e l’Arabia Saudita. Quest’ultimo sta però portando avanti i negoziati di accesso con il Wipo (l’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale, organismo che gestisce i marchi internazionali), per cui a breve dovrebbe aderire agli Accordi sul Marchio Internazionale, rendendo così possibile la tutela dei marchi attraverso la procedura prevista per i Marchi internazionali.

I Paesi del Golfo puntano sull’innovatività. Risulta pertanto imprescindibile predisporre un’adeguata tutela per i titoli di Proprietà Industriale: brevetti, marchi e design.

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L'AUTORE
Questo articolo è stato scritto per FashionUnited da Rosalba Palmas di Palmas IP.
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