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Quali sono i trend che cambiano i social e come possono essere sfruttati dai brand

Moda
La capacità di influenza dei creator va oltre lo smartphone Credits: FashionUnited, immagine generata con l'ausilio dell'Ia
Scritto da Isabella Naef

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La Gen Z, ossia coloro i quali sono nati tra 1997 e 2012, trascorre il 50% del proprio tempo online senza distinzione tra vita digitale e reale. Chris Kastenholz, ceo di Pulse Advertising, network internazionale presente in 11 Paesi specializzato in social media consultancy e social commerce, con sede anche a Milano, ha sintetizzato in 10 punti chiave cosa cambierà nella relazione tra utenti, social media e contenuti. Fashionunited ha approfondito alcuni di questi aspetti frutto di una analisi sui comportamenti di persone, content creator, aziende e piattaforme social, per fornire un punto di partenza per i marchi della moda che vogliono andare incontro a potenziali clienti e consolidare quelli già acquisiti.

Heritage versus human: storico non significa degno di fiducia

Il 71% della Gen Z pensa che i brand non li capiscano, pur rappresentando il 40% dei consumatori globali. La conseguenza, secondo Pulse Advertising, è che i colossi storici e più tradizionali sono in difficoltà mentre i brand fondati dai creator decollano. Nel beauty, Rhode (lanciato nel 2022) e Rare Beauty crescono a doppia cifra. In Italia, sottolineano gli esperti, VeraLab di Cristina Fogazzi e Clio Make-Up dimostrano che l'autenticità batte l'heritage.

Creator versus pubblicità tradizionale: i costi delle collaborazioni con content creator sono aumentati di 20 volte dal 2014, ma il ritorno sull'investimento è salito vertiginosamente. In percentuale: +53% di click-through rate (utenti che cliccano su un link rispetto al totale delle visualizzazioni), -19% sul costo di acquisizione cliente rispetto alla pubblicità tradizionale.

La capacità di influenza dei creator va oltre lo smartphone e deve diventare vita vera e comunicazione autentica

Host versus post, ovvero podcast live in teatro, attivazioni in flagship store, convention tematiche: gli utenti si aspettano che i creator abbiano una vita professionale attiva dentro e fuori dal digitale. La capacità di influenza va oltre lo smartphone e deve diventare vita vera e comunicazione autentica. Per Pulse Advertising, inoltre, siamo nell'era dell'edutainment.

"Stanche di contenuti troppo leggeri, le persone cercano contenuti utili che permettano di sviluppare competenze. I social media sono diventati motori di ricerca: gli utenti ricercano, fruiscono e salvano sempre più contenuti educativi. Poco importa se si tratta di come pelare creativamente una carota o ripassare un concetto matematico: vince chi trasferisce valore", spiega Kastenholz. Sull'uso dell'intelligenza artificiale gli esperti ammoniscono: basta contenuti “robotici” generati dall'Ia.

L'intelligenza artificiale accelera, non sostituisce

Le persone sono sempre più attratte e spinte a spendere se si riconoscono nei valori promossi da un marchio. Pretendono brand attivi e attivisti con valori chiari e coerenti nel tempo. Grazie all'intelligenza artificiale di TikTok Symphony e Meta Live Translations, inoltre, i social abbattono le barriere linguistiche permettendo produzione centralizzata con rilevanza regionale. Ma attenzione, avvertono i consulenti, l'Intelligenza artificiale accelera, non sostituisce. I content creator e i professionisti della comunicazione, come esseri umani, rimangono determinanti per la comprensione del contesto culturale e per garantire autenticità.

Dark social: l'80% delle condivisioni è invisibile

Messaggi privati, chat di gruppo, WhatsApp, Discord: l'80% delle condivisioni Gen Z avviene nel "dark social", invisibile alle metriche tradizionali. Il contatto con un'intera generazione si gioca conoscendone le regole: marchi e creator devono presidiare e dialogare con gli utenti usando lo stesso linguaggio.

Secondo la società di consulenza, infine, creare un appuntamento fisso significa fidelizzare gli utenti. Lo storytelling a episodi entra nella vita delle persone e rimane a lungo. Lontani i tempi del contenuto virale one-shot: oggi funzionano podcast a puntate, newsletter periodiche, serie che partono da una piattaforma (streaming, Substack, Spotify) per irradiarsi sui social o viceversa.

Christoph_Kastenholz Credits: Pulse Advertising
Chris Kastenholz
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