Quanto pesa l'ecommerce fashion sull'ambiente
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La logistica di spedizione e consegna contribuisce al 15 per cento delle emissioni di gas serra, considerando una spedizione via strada entro un raggio medio di circa 480 km dal consumatore. Lo shopping online, ovvero la ricerca del prodotto su siti web ecommerce e il completamento dell’acquisto da parte del consumatore, genera invece il 7 per cento delle emissioni di gas serra. Assumendo un tasso di reso medio del 14 per cento, la fase di reverse logistic contribuisce al 3 per cento delle emissioni di gas serra. Nel caso di player ecommerce puri, per i quali il tasso di reso potrebbe arrivare al 50 per cento, l’impatto di questa categoria sale a circa il 9 per centp delle emissioni di gas serra per ordine di acquisto.
Questi alcuni dei dati divulgati da Quantis, società attiva nella consulenza ambientale, che la settimana scorsa ha presentato la ricerca “Sostenibilità: aggiungi al carrello. Ecommerce nel settore fashion in Italia: buone prassi di sostenibilità nel contesto omnicanale”.
Lo studio si concentra sulle emissioni di gas serra generate da un ordine di acquisto ecommerce di prodotti di abbigliamento, calzature o accessori moda, che preveda una spedizione di consegna al cliente con origine e destino in Italia.
Nello scenario di base, l’hotspot ambientale principale è rappresentato dal packaging di consegna, che determina il 75 per cento delle emissioni di gas serra e rappresenta pertanto l’area su cui porre maggiore attenzione in termini di azioni e investimenti.
La società ha stilato anche un decalogo di buone prassi per ridurne gli impatti ambientali.
Investire in sistemi di packaging riutilizzabili, alleggerirlo, utilizzare materiali 100% riciclati, privilegiare veicoli elettrici per spedizione e consegna last mile sono tra le prime azioni consigliate.
Un’undicesima raccomandazione è quella di evitare spedizioni ecommerce transfrontaliere per via aerea: data l’intensità di emissioni di questa tipologia di trasporto, la consegna diventerebbe l’hotspot principale (73 per cento delle emissioni per ordine di acquisto) per 1.000 km aggiuntivi percorsi in aeroplano. Per questo motivo, è sempre consigliabile posizionare lo stock in modo da poter servire i principali mercati ecommerce e garantire tempi congrui di ricezione al cliente, senza dover ricorrere necessariamente alla spedizione aerea.
“Quello dell’ecommerce è uno dei canali più̀ dinamici e in più̀ rapida crescita su scala mondiale, che ha visto un incremento legato anche all’effetto sulle abitudini di consumo, a seguito della pandemia Covid-19. Abbiamo voluto concentrare lo studio sul settore della moda perché ha un ruolo fondamentale da giocare nella transizione verso un sistema in linea con i limiti del pianeta", ha detto il direttore Quantis Italia, Simone Pedrazzini.