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Rana Plaza 11 anni dopo: il bilancio e la direttiva in arrivo

Scritto da Isabella Naef

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Moda
Undici anni fa la tragedia del Rana Plaza Credits: IndustrialAll

Oggi, 24 aprile, ricorrono 11 anni dalla tragedia del Rana Plaza, giorno in cui la fabbrica del Rana Plaza, a Dacca, in Bangladesh, crollò causando la morte di 1138 persone. Il Rana Plaza non è stato il primo e nemmeno l'ultimo disastro che ha colpito una fabbrica di abbigliamento ma, sicuramente, dato l'alto nunero delle vittime, ha fatto emergere con brutale violenza tutti i problemi che caratterizzavano e, in parte, caratterizzano i fornitori localizzati in quel territorio.

Molto è stato fatto da allora sul fronte della messa in sicurezza delle fabbriche, sulle tutele dei lavoratori e in termini di diffusione delle informazioni e di una cultura che porti a valorizzare il lavoro degli operai e delle operaie. Certo, la strada è ancora molto lunga ma evidenziando ciò che è stato fatto va citato l'Accord on Fire and Building Safety in Bangladesh. Siglato il 15 maggio del 2013, l'accordo fin da subito ha fatto il punto sulle misure da adottare per tutelare i lavoratori e per la messa in sicurezza delle fabbriche. Nel 2021 questa intesa si è trasformata nell'International Accord, di cui fanno parte 210 marchi della moda. Sei gli italiani: Artsana Group, United colors of Benetton, Oberalp group, Original Marines, Ovs e Prenatal.

International Accord: ne fanno parte 210 marchi della moda. Sei le aziende italiane

L'accordo ha portato a più di 56.000 ispezioni indipendenti nelle fabbriche dei fornitori, oltre 140.000 problemi di sicurezza sono stati risolti e 2 milioni di lavoratori hanno ricevuto una formazione in materia di salute e sicurezza. L'Accordo sta ora lavorando per salvare vite umane in Pakistan.

"Oggi gli eurodeputati hanno la possibilità di apportare un reale cambiamento positivo alla vita dei lavoratori, compresi quelli del settore tessile internazionale, che purtroppo continua a essere tristemente noto per l'abuso dei diritti dei lavoratori. Tutti i lavoratori meritano di lavorare in ambienti sicuri e in condizioni dignitose e dobbiamo fare tutto il possibile per evitare un altro disastro come quello del Rana Plaza. Abbiamo bisogno di norme Ue forti sulla due diligence per ritenere le aziende responsabili delle loro catene di approvvigionamento, ovunque esse si trovino", dice Judith Kirton-Darling, segretario generale del sindacato europeo IndustriAll.

Tra le altre organizzazioni attive figura IndustrialAll

La direttiva sulla dovuta diligenza in materia di sostenibilità delle imprese imporrà alle aziende dell'Ue e non Ue con un fatturato minimo di 450 milioni di euro nell'UE di condurre una due diligence sui diritti umani e sull'ambiente lungo le loro catene del valore, aggiunge Kirton-Darling. "Con l'entrata in vigore della direttiva, queste disposizioni garantiranno che i nuovi requisiti rappresentino un sostanziale passo avanti rispetto agli approcci fallimentari della responsabilità sociale delle imprese", aggiunge Oliver Roethig, segretario regionale di Uni Europa.

"Pur essendo orgogliosi del lavoro svolto dall'Accordo, chiediamo una maggiore azione internazionale per chiedere conto ai marchi tessili. Se adottata, la direttiva Ue cambierà la vita di milioni di lavoratori per il futuro", commenta il segretario generale di IndustriAll Global Union, Atle Høie.

Il comitato direttivo dell'Accordo internazionale è composto da 15 membri con una rappresentanza paritaria delle aziende e dei sindacati firmatari, compresi i rappresentanti nazionali e internazionali. I firmatari dell'accordo partecipano alle riunioni del comitato direttivo in qualità di osservatori esperti, ma senza potere decisionale. A fine marzo è stato dato il via al programma di sviluppo delle capacità per gli ingegneri dell'Accordo di Pakistan.

"Una pietra miliare nell'avvio del programma nazionale dell'Accordo internazionale in Pakistan: gli ingegneri appena assunti stanno seguendo un corso di formazione. Il programma di sviluppo delle capacità mira a dotare gli ingegneri delle conoscenze tecniche e delle abilità pratiche necessarie per condurre efficacemente le ispezioni negli stabilimenti e produrre rapporti che identifichino le misure correttive richieste dall'Accordo del Pakistan", si legge in una nota di un mese fa.

Il programma è attualmente in corso a Karachi, Faisalabad e Lahore, in Pakistan, e dura 9 settimane (con una pausa di due settimane durante l'Eid). In questo primo lotto, 14 ingegneri (tra cui 5 ingegneri antincendio, 5 ingegneri elettrici e 4 ingegneri strutturali) stanno seguendo una formazione facilitata da consulenti ingegneristici, insieme a George Faller (Chief Safety Officer, Pakistan Accord) e Colm Quinn (Head of Operations, International Accord).

Cosa è la Direttiva sulla due diligence di sostenibilità delle imprese

La Corporate sustainability due diligence directive (Csddd) richiederà alle imprese di gestire i rischi legati al rispetto dei diritti umani e agli impatti ambientali che potrebbero generarsi nelle attività che svolgono e nelle catene del valore a cui partecipano. Oggi, 24 aprile è prevista la votazione durante la sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo.

Le aziende che saranno soggette agli obblighi della Csddd saranno le imprese dell'Ue con più di 1.000 dipendenti e un fatturato netto mondiale superiore a 450 milioni di euro, a partire dal 2026.

La Direttiva sulla due diligence di sostenibilità delle imprese sarà votata oggi a Strasburgo

In particolare la direttiva migliorerà le pratiche di governo societario per integrare meglio nelle strategie aziendali i processi di gestione e attenuazione dei rischi e degli impatti sui diritti umani e l'ambiente, compresi quelli derivanti dalle catene del valore; eviterà la frammentazione degli obblighi di diligenza nel mercato unico e creerà certezza del diritto per le società e i portatori di interessi per quanto riguarda la condotta e la responsabilità attese; aumenterà la responsabilità delle società per gli impatti negativi e garantirà coerenza alle società per quanto riguarda gli obblighi derivanti dalle iniziative dell'Ue esistenti e proposte in materia di condotta d'impresa responsabile; migliorerà l'accesso ai mezzi di ricorso per i soggetti interessati dagli impatti negativi della condotta delle imprese sui diritti umani e sull'ambiente.

Trattandosi di uno strumento trasversale incentrato sui processi aziendali, che si applica anche alla catena del valore, la direttiva integrerà altre misure in vigore o proposte, che affrontano direttamente alcune sfide specifiche in materia di sostenibilità o si applicano in alcuni settori specifici, principalmente all'interno dell'Unione.

Il Rana Plaza nel 2012 Credits: Sean Robertson via Wikipedia
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