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Rifiuti tessili e responsabilità estesa del produttore: il ruolo dei consorzi

Scritto da Isabella Naef

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Il Textile Hub di Rho Credits: Courtesey of Rete Riuse ed Erp

Dopo aver sentito parlare per anni del problema dello smaltimento dei rifiuti tessili e aver ipotizzato regole e leggi più o meno stringenti, la responsabilità estesa del produttore o Epr, è realtà e nel 2025 le aziende dovranno iniziare a fare i conti con la nuova disciplina. In concreto, entro il 2025 gli Stati membri avranno l’onere di garantire la raccolta differenziata dei prodotti tessili per il riutilizzo e il riciclo dei materiali.

Gli obiettivi della normativa

L’applicazione delle nuove regole è estesa a tutti i prodotti tessili, inclusi quelli non domestici: abbigliamento e accessori, coperte, biancheria da letto, tende, cappelli, calzature, materassi, tappeti, e prodotti che contengono materiali affini ai tessili come cuoio, pelli ricostituite, gomma o plastica.

Viene estesa anche la definizione di importatori, con l’inclusione delle piattaforme di vendita online.

Insomma, la portata della normativa è ampia e gli attori coinvolti sono molti, aziende in primis.

"I produttori dovranno farsi carico del fine vita dei loro rifiuti", spiega Alberto Canni Ferrari, head of Erp (European recycling platform) Southern Europe. Chi produce, distribuisce e importa prodotti tessili nel mercato interno sarà obbligato ad avviare un sistema per la raccolta di abiti e tessuti e a coprirne i costi, con lo scopo di migliorare il riutilizzo e il riciclo di alta qualità. "Si tratta di una sfida importante e il sistema nazionale dovrà organizzarsi al meglio", racconta Canni Ferrari.

La normativa porta con sé anche ambiziosi obiettivi che il sistema tessile e l’Europa dovranno raggiungere progressivamente: 15 per cento, 25 per cento ed entro il 2035 il 40 per cento, con l’obbligo che l’80 per cento dei rifiuti raccolti sia destinato a riutilizzo, riciclaggio e recupero.

Textile Hub di Rho Credits: Courtesy of Rete Riuse ed Erp

L'attività del Textile Hub di Rho

L'European recycling platform, che una decina di anni fa è entrata a far parte del Gruppo Landbell, un attore internazionale che eroga servizi e soluzioni di consulenza per la conformità ambientale e chimica, ha, al suo interno, Erp Italia Tessile, consorzio italiano di respiro europeo. Erp Italia Tessile, collabora con Rete Riuse, la rete di cooperative sociali promosse da Caritas Ambrosiana, Caritas Diocesana Brescia e Caritas Diocesana Bergamo che raccoglie indumenti usati trasformandoli in nuovo valore per i cittadini e le amministrazioni locali. Rete Riuse, inoltre, gestisce il Textile Hub di Rho (Milano). Si tratta di un impianto di riciclo tessile dotato di attrezzature semi automatizzate per la selezione e il recupero di capi usati e tessuti. L’impianto, con una superficie totale di 12mila metri quadrati, di cui 5mila coperti, è in grado di trattare fino a 20mila tonnellate di rifiuti tessili all’anno, destinando il 60 per cento di questi al riutilizzo e il 35 per cento al riciclo. Il 5 per cento residuo, costituito da rifiuti di carta e plastica, viene avviato alle rispettive filiere, permettendo al Paese di risparmiare ogni anno 1.573.755 euro.

Il Consorzio Erp Italia Tessile si integra nel sistema già consolidato da cooperative come Rete Riuse, che hanno già implementato soluzioni a livello nazionale. In particolare, come ha spiegato a FashionUnited, Canni Ferrari, l'obiettivo della collaborazione sarà la creazione di un ecosistema deburocratizzato per i produttori e per i cittadini, facendo crescere un modello competitivo per stimolare l’innovazione tecnologica e un’infrastruttura logistica e industriale adeguata, necessaria per raggiungere i target imposti dall'Unione Europea.

“Il ruolo dei consorzi sarà fondamentale per facilitare l’implementazione di un sistema di raccolta, riutilizzo e riciclo che coinvolga produttori ed eccellenze come Rete Riuse, al fine di raggiungere gli ambiziosi obiettivi che il nostro Paese si è posto, soprattutto in vista della prevista crescita del 63 per cento della produzione e del consumo di abbigliamento e calzature entro il 2030, con un aumento da 62 a 102 milioni di tonnellate", ha specificato Canni Ferrari . "Il modello proposto da Consorzio Erp Italia Tessile, basato sulla cooperazione tra i diversi attori nazionali e locali, consentirà la costruzione di un sistema tessile ispirato ai principi della concorrenza, che accompagnerà il Paese nella transizione da un’economia lineare a un’economia circolare", ha aggiunto Canni Ferrari.

L’impatto della stretta collaborazione tra Erp Italia Tessile e realtà come Rete Riuse è già evidente nella costruzione dell’infrastruttura nazionale per la corretta raccolta, riutilizzo e riciclo dei rifiuti tessili, ha proseguito il manager. Un esempio concreto di come la normativa Epr prenderà forma in Italia è, appunto, il Textile Hub di Rho.

I dati dei rifiuti tessili

Attualmente, in Europa, oltre il 78 per cento dei rifiuti tessili finisce in discarica o viene incenerito (più di 5 milioni di tonnellate). In Italia viene raccolto soltanto il 10 per cento circa del totale di immesso al consumo (oltre 150.000 tonnellate su un totale di oltre 1 milione). Inoltre, il consumo di prodotti tessili è la quarta principale causa di impatto sui cambiamenti climatici, mentre, a livello mondiale, si colloca al terzo posto per l’utilizzo di acqua e suolo.

Alberto Canni Ferrari, head of Erp (European recycling platform) Southern Europe Credits: Courtesy of Erp
Sommario
  • Nuova normativa EPR per la gestione dei rifiuti tessili in Europa, con obiettivi ambiziosi di riciclo e riutilizzo.
  • Il Textile Hub di Rho, esempio di impianto di riciclo tessile efficiente, con collaborazione tra Erp Italia Tessile e Rete Riuse.
  • Necessità di un sistema nazionale efficiente per la raccolta e il riciclo dei rifiuti tessili, per raggiungere gli obiettivi europei e ridurre l'impatto ambientale.
Alberto Canni Ferrari
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