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Scioperi ai magazzini Yoox: per l'azienda prioritario il benessere dei collaboratori

Scritto da Isabella Naef

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Nelle scorse settimane ci sono stati diverse lavoratrici di una società che fornisce servizi in appalto per Yoox Net-a-porter che hanno protestato, anche attraverso lo sciopero, riguardo ai turni di lavoro che impedirebbero loro di svolgere l'attività di mamme come, per esempio, portare i bambini a scuola. Ieri, sul Resto del Carlino, alcune dipendenti dell'etailer fondato da Federico Marchetti, si sono schierate dalla parte dell'azienda.

Yoox, per quanto riguardo agli scioperi in atto dei dipendenti di Geodis, ha rilasciato la seguente dichiarazione: "abbiamo appreso che un piccolo numero di dipendenti del nostro fornitore logistico Geodis ha manifestato scontento per i turni di lavoro. Sebbene non si tratti di nostri dipendenti, prendiamo la questione molto seriamente e stiamo discutendo con Geodis. Abbiamo inoltre appreso che queste misure sono state implementate per garantire la sicurezza e il distanziamento sociale dei loro dipendenti nel corso della pandemia, per permettere il corretto svolgimento delle operazioni nei centri di distribuzione e per continuare ad assicurare l'impiego di tutti i dipendenti. Ci è stato confermato che dopo le dovute consultazioni, tali turni sono stati concordati con le tre principali sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil, e validati dal 99 per cento dei lavoratori".

"Vogliamo che tutti i nostri fornitori e partner operino in sicurezza e in maniera flessibile, al fine di proteggere i posti di lavoro, e le rappresentanze sindacali ci hanno confermato che ciò sta avvenendo. Il nostro Gruppo ha sempre dato priorità alla salute e al benessere dei nostri dipendenti e dei collaboratori di società terze, infatti nel corso della prima fase della pandemia è stato deciso volontariamente di chiudere i centri di distribuzione, contrariamente a quanto fatto da altre aziende", ha precisato il management di Yoox, nella nota.

"Da sempre siamo impegnati nella promozione di un ambiente di lavoro inclusivo, particolarmente attento alle esigenze delle donne e dei genitori, principi fondamentali che trasferiamo anche ai nostri fornitori", prosegue la nota dell'azienda che, lo scorso febbraio, ha ottenuto per la sesta volta consecutiva la certificazione di Top employer Italia per l'impegno posto quotidianamente nella valorizzazione e gestione delle proprie risorse, con l'obiettivo di assicurare una loro crescita in ambito professionale e promuovere sempre di più il giusto equilibrio vita-lavoro.

Tant'è che ieri alcuni dipendenti di Yoox Net-a-porter, attraverso alcune dichiarazioni pubblicate dal Resto del Carlino, hanno reagito alle le proteste dei Cobas appoggiando l'azienda. "I Cobas e alcuni nostri colleghi affermano che questo tipo di cambiamento (ossia lo spostamento dei turni, ndr) non tuteli il tempo di vita delle mamme e addirittura che sia stato imposto senza margini di flessibilità. È falso", ha detto al quotidiano bolognese Giulia Bagiolari, di Lis Group (società appaltatrice del gruppo Geodis). "Dopo l'appalto Yoox a gennaio, ci era stata comunicato questo cambiamento con sei mesi di anticipo rispetto all'inizio del nuovo orario a giugno. La variazione è poi solo stata anticipata a metà maggio per motivi di sicurezza legata al Covid e il tutto è stato gestito nella massima flessibilità, garantendo un extra turno centrale provvisorio per le mamme e persone che ne avessero necessità", ha aggiunto Bagiolari.

"I disagi denunciati dai Cobas riguardo, invece, riduzione delle pause lavorative e rigidità nella gestione dei tempi, si riferiscono solo all'adeguamento obbligato a cui anche Yoox deve sottostare per garantire le norme di sicurezza previste", ha spiegato al quotidiano bolognese Rosalba Fusco, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza di Yoox. "L'azienda ha persino previsto i tamponi settimanali per i dipendenti diretti".

Il 9 dicembre, comunque, alcune operaie "che lavorano da anni negli appalti Yoox", così si sono definite, hanno lanciato un appello, attraverso il sito del Coordinamento Migranti, per raccogliere delle firme per sostenere il loro sciopero. "Siamo tante e proveniamo da tutti i paesi del mondo, siamo italiane e siamo migranti. Essere costrette a licenziarsi significherebbe per noi dover rinunciare alla nostra autonomia e mettere a rischio i nostri permessi di soggiorno legati al nostro posto di lavoro. Accettare queste condizioni di lavoro significherebbe rinunciare a stare con le nostre figlie e i nostri figli. Siamo quelle che con il loro lavoro hanno fatto crescere quest’azienda, oggi diventata una multinazionale leader nel suo settore. Durante la pandemia non ci siamo fermate, abbiamo controllato i capi di abbigliamento, li abbiamo imbustati, rammendati, preparati per essere spediti nelle case", recita l'appello a cui, a oggi, hanno risposto circa 1400 persone.

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