Shein replica al video che mette in luce lo sfruttamento dei lavoratori
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Dopo l'indagine di Uk Channel 4 che mette in luce le condizioni di lavoro di sfruttamento dei dipendenti Dopo l'indagine di Uk Channel 4 che mette in luce le condizioni di lavoro di sfruttamento dei dipendenti di Shein all'interno dei capannoni di Shein
Dopo l'indagine di Uk Channel 4 che mette in luce le condizioni di lavoro dei dipendenti di Shein all'interno dei capannoni nella città di Canton, in Cina, l'azienda ha aperto, a sua volta, un'inchiesta. Nel dettaglio, come sottolinea sulla pagine Instagram dell'azienda, Molly Miao, co-founder e coo di Shein, "sappiamo di avere la responsabilità nella salvaguardia del benessere dei lavoratori della nostra rete di fornitori. Alla luce delle notizie relative al recente report, abbiamo lanciato un'indagine sulle affermazioni che due dei nostri fornitori applicchino condizioni inaccettabili presso le loro sedi". "Finchè la nostra indagine non sarà completata, ecco alcuni fatti su ciò che stiamo facendo per garantire che i lavoratori che realizzano i prodotti che ami siano trattati in maniera equa", prosegue il messaggio della cofondatrice del marchio indicando, tra l'altro, che tutti i "fornitori della nostra catena di produzione devono seguire il nostro Codice di Condotta basato sulle convenzioni dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, nonchè le leggi e i regolamenti locali".
Il video di Channel 4 mostra le condizioni alle quali i lavoratori sono sottoposti per un salario di circa 560 euro al mese
La settimana scorsa, Channel 4 (Uk) ha mandato in onda un video che mostra le condizioni di lavoro alle quali i dipendenti di Shein sono sottoposti per un salario di circa 550 euro al mese. In particolare, l'indagine "Untold: Inside the Shein Machine", svolta con telecamere nascoste e condotta nelle fabbriche cinesi che fanno parte della catena di fornitura del rivenditore online, mostra i dipendenti che lavorano 18 ore al giorno di fila (con sole sei ore di riposo), producendo 500 capi di abbigliamento al giorno. Tutto questo per essere pagati 4.000 yuan al mese, l'equivalente di 560 euro circa. Altri non ricevono uno stipendio di base e vengono pagati 0,27 yuan (0,03 euro) per ogni capo prodotto.
L'azienda, fondata nel 2012, impiega circa 10mila persone nel mondo e vende in oltre 150 Paesi
Famoso per la produzione di centinaia di nuovi modelli al giorno e per la vendita di abiti a prezzi record, il retailer è diventato particolarmente popolare tra le giovani generazioni di consumatori, che sono attratte dal sito per il suo aspetto economico e di tendenza.
Nel servizio di Channel 4 si sentono gli operai della fabbrica parlare delle pessime condizioni di lavoro e uno spiega: "Qui non esiste la domenica". Il presentatore del documentario, Imran Amrain, aggiunge: "È una corsa al ribasso. Se qualcuno riduce il costo di produzione di un prodotto un po' di più, viene battuto. Tutte le aziende sono in concorrenza tra loro, indipendentemente da dove si trovino le loro fabbriche o la loro sede centrale".
Una frase che stride con quanto affermato da Shein per voce della sua cofondatrice dopo che Channel 4 ha mandato in onda le riprese "investiamo 2 milioni di dollari l'anno per il nostro programma Shein Responsible Sourcing e lavoriamo con importanti agenzie come Intertek, Sgs, Tuvr e Openview per condurre controlli a sorpresa. Negli ultimi mesi sono stati completati 2600 controlli. Paghiamo i fornitori con tariffe competitive in modo che possano prendersi cura dei propri dipendenti. Se i controlli rilevano problemi come pratiche di lavoro non etiche o cattive condizioni lavorative, agiamo rapidamente, arrivando anche a terminare la collaborazione quando una violazione grave non viene corretta". Staremo a vedere, quindi, quali misure il retailer adotterà una volta conclusa l'indagine su questo caso.