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Sostenibilità a due velocità per la moda

Scritto da Isabella Naef

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Moda

Pexels, Markus Spiske
La sostenibilità nell'industria della moda procede a due velocità. Mentre alleanze come il Fashion pact, che ha recentemente nominato Helena Helmersson, amministratore delegato di H&M Group, in qualità di co-presidente, ha perso alcune adesioni, i dati confermano che gli sforzi delle imprese su questo fronte sono notevoli.

Come detto, The Fashion pact, un'iniziativa globale di aziende (circa una sessantina) del settore della moda e del tessile impegnate ad affrontare il cambiamento climatico e a ripristinare la biodiversità, ha nominato Helena Helmersson del Gruppo H&M come nuovo co-presidente.

Il Fashion pact ha nominato Helena Helmersson come nuova co-presidente

Helmersson, nel suo nuovo ruolo, lavorerà a stretto contatto con Paul Polman, che è stato rieletto co-presidente del comitato direttivo per altri tre anni, e con Eva von Alvensleben, direttore esecutivo e segretario generale di The Fashion pact, per accelerare la prossima fase del piano d'azione congiunto della coalizione.

Hermès e Stella McCartney e la catena di grandi magazzini Selfridges lasciano il Fashion pact

Il Fashion pact, lanciato nel 2019 su sollecitazione del presidente francese Emmanuel Macron, punta ad affrontare l'inquinamento ambientale dell'industria della moda. A distanza di quattro anni dalla firma alcuni dei firmatari del patto hanno ritirato il proprio appoggio all’iniziativa, sollevando dubbi sull'impatto della stessa. A lasciare l'alleanza sono stati due marchi del calibro di Hermès, Stella McCartney e la catena di grandi magazzini Selfridges.

Il 47 per cento delle aziende ha definito obiettivi e azioni di adattamento al cambiamento climatico

"La decarbonizzazione della catena di approvvigionamento della moda, dove si verifica la maggior parte delle emissioni, al ritmo e su scala sarà fondamentale per i marchi e gli operatori del settore per raggiungere i loro obiettivi basati sulla scienza", spiega il Fashion pact.

L'obiettivo è accelerare l'adozione di energia elettrica rinnovabile attraverso il primo Collective Virtual power purchase agreement (Cvppa) nel settore della moda. Il progetto prevede di aggiungere più di 100.000 mwh all'anno di nuova generazione di elettricità rinnovabile alla rete. Inoltre, ha stabilito una linea di riferimento per la biodiversità del settore che consentirà alle aziende di misurare il loro impatto sulla natura, un'iniziativa che ha già portato più della metà dei membri del Fashion pact a sviluppare strategie di biodiversità attuabili.

I dati sull'impegno delle aziende della moda sul fronte della sostenibilità, indicano chiaramente che l'industria si sta muovendo. Dai dati emersi dalla edizione dello studio annuale “Seize the change” di Ey che analizza i più rilevanti e significativi trend di sviluppo sostenibile per le imprese del Paese e rappresenta da 8 anni un momento di riflessione sistemica sulle pratiche di sostenibilità in essere e in prospettiva a venire, emerge che il 47 per cento delle aziende ha definito degli obiettivi di adattamento al cambiamento climatico. La ricerca mette in luce, inoltre, che oltre l’80 per cento delle aziende quotate ha sviluppato un piano di sostenibilità (circa +32 punti percentuali rispetto al 2020) e il 30 per cento ha definito target quantitativi.

Il 47 per cento delle aziende intervistate ha definito degli obiettivi e azioni di adattamento al cambiamento climatico (nel 2021 era il 39 per cento), incrementando l’uso di energie rinnovabili.

Secondo l’analisi sulle performance economico-finanziarie, esiste una potenziale relazione tra gli investimenti reali sulla sostenibilità sul breve periodo e l’eventuale crescita sul lungo: la crescita dell’indebitamento è correlata al miglioramento della performance di sostenibilità.

“La sostenibilità ha cambiato le aziende: non si tratta più solo di un’opportunità, ma di una necessità per rispondere alle sfide sistemiche che ci troviamo di fronte. Oggi rappresenta la priorità a livello di investimento per il 40 per cento dei ceo mondiali. Mentre in Italia, secondo il nostro studio, finalmente le piccole e medie imprese viaggiano alla stessa velocità delle grandi nell’integrazione della sostenibilità nel business", ha specificato, in una nota, Massimo Antonelli, ceo di Ey in Italia e coo di Ey Europe west. "Oltre la metà delle aziende intervistate considera la sostenibilità un driver fondamentale per aumentare la propria competitività nei mercati di riferimento e creare valore di medio e lungo termine per tutti gli stakeholder, ricostruendo così la fiducia nel futuro e mettendo le persone al centro della trasformazione”, ha aggiunto Antonelli.

H&M Group; Helena Helmersson, H&M Group chief executive officer e co-presidente The Fashion pact
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