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Sostenibilità: tutti gli step per i brand della moda

Scritto da Isabella Naef

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Moda |INTERVISTA

FashionUnited ha dato il via da qualche mese a una serie di interviste dedicate alla sostenibilità. Il 5 giugno è stata celebrata la giornata mondiale dell’ambiente e molte griffe, Gucci in testa, hanno, ancora una volta, ribadito il loro impegno su questo fronte. In realtà la parola sostenibilità abbraccia una gamma ampia di azioni, obiettivi e strategie aziendali che vanno dalla salvaguardia del pianeta in senso stretto, al rispetto per l’individuo, alla tutela degli animali.

Questa settimana abbiamo sentito Chiara Ferrero, program manager di Made-By. Fondata nel 2004 Made-By è una organizzazione no-profit che si propone di rendere la moda sostenibile una pratica comune. L'organizzazione lavora con oltre 100 tra marchi e rivenditori tra cui Acne, Eileen Fisher, H & M, Hugo Boss, Kering Group, Lvmh Group, Ted Baker, Tommy Hilfiger e G-Star.

Di cosa vi occupate esattamente?

La nostra mission è rendere la moda sostenibile una pratica comune nel footwear, nell'abbigliamento e in ogni altro settore del fashion. Il tutto attraverso una una consulenza mirata e il coinvolgimento degli stakeholder. Abbiamo oltre un decennio di esperienza nei problemi ambientali lungo l'intera catena del valore dell'abbigliamento e nel supporto alle aziende per incoraggiare la sostenibilità.

Che tipo di approccio avete?

La nostra competenza include lo sviluppo della strategia, il supporto all'implementazione, il coinvolgimento degli stakeholder, la capacità di intervenire in ogni step della catena di approvvigionamento e l'impegno in progetti con i governi e la Commissione europea. Abbiamo un monitoraggio dei progressi trasparente e verificato che supporta i marchi della moda e i retailer nel miglioramento della loro performance di sostenibilità.

Operate anche in Italia?

Made-By ha un team internazionale con uffici ad Amsterdam, Londra e Düsseldorf, così come una rete di esperti in Asia. Dal 2016 abbiamo anche un ufficio in Italia. Il nostro team è interdisciplinare, si va dall'impostazione della strategia, alla gestione della catena di fornitura, agli acquisti sostenibili, alla tracciabilità, alle fibre sostenibili.

Quali sono i principali dati ed elementi che vi servono per impostare una strategia "sostenibile" adatta ai brand della moda?

Innanzitutto è necessario definire quali sono i key values per quanto riguarda il business e la sostenibilità, quello che noi chiamiamo "your story". Inizialmente è necessario analizzare tutti i rischi in tema di sostenibilità in quanto l'azienda deve operare preservando il pianeta e le persone. Quando parliamo di "people" ci riferiamo all'eticità dell'azienda, al suo impatto sui lavoratori e sui fornitori. Il profit, ossia il mantenimento di un business sostenibile rientra in questa fase di analisi. Successivamente analizziamo il prodotto (your product) e, infine, "your footprint", i focus in questa fase sono la trasparenza e tracciabilità. In questa fase è necessario andare a ritroso e capire ogni passaggio della filiera.

Dall'analisi emergono progetti a breve o medio periodo?

Questo dipende dalle risorse dell'azienda. Si possono studiare percorsi di breve periodo, magari di un anno, oppure anche sul lungo periodo, fino al 2030 per intenderci.

Ma quali sono i mercati più evoluti quando si parla di sostenibilità?

L'Olanda, il Regno Unito e la Germania sono Paesi più sviluppati su questo fronte.In Italia stiamo assistendo a una accelerazione di questi processi anche se il problema dei marchi italiani, spesso, è di non avere la sostenibilità integrata nel business model.

Quali suggerimenti pratici darebbe a un'azienda di moda italiana che intende percorrere il cammino verso la sostenibilità?

In primo luogo di definire una strategia, la mission, lo scopo da qui a due anni, o a 5 anni. Poi di chiedere aiuto, magari di aderire a iniziative di respiro europeo per sostenere questo processo.

Per esempio?

Ecap, European clothing action Plan, per esempio. Si tratta di un progetto che porterà benefici ambientali ed economici coinvolgendo il settore dell'abbigliamento...

Il suo approccio comprende design sostenibile, produzione, consumo, appalti pubblici, raccolta, riciclo e riuso.

Foto: Chiara Ferrero, credit Made-By press office, Made-By home page
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