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Tendenza: chi è veramente la "messy girl"?

Scritto da AFP

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Moda
Prada, sfilata FW25. Credits: ©Launchmetrics/spotlight

Parigi - Capelli spettinati ed eyeliner sbavato, il tutto con una t-shirt stropicciata: da diversi mesi, la "messy girl" si impone sui social e per le strade, una tendenza meno liberatoria di quanto sembri.

Al contrario della "clean girl" che, con la sua pelle perfetta, i capelli accuratamente tirati indietro e il look abbinato al suo interno impeccabilmente ordinato, ha dominato gli ultimi anni, la "messy girl", o "ragazza disordinata", incarna un'estetica più rock e disordinata, in stile ritorno da una festa.

Un look adottato dalla cantante britannica Charli Xcx, all'origine della tendenza cugina "brat", o ancora dalla sua collega americana Billie Eilish, che sta conquistando sempre più persone. Sui social, l'hashtag #messygirl conta migliaia di visualizzazioni, in parte rese popolari dalla canzone "I'm too Messy" della britannica Lola Young. Su TikTok, il quiz "clean girl o messy girl", per determinare a quale clan si appartiene, sta spopolando.

Tra i collant strappati di Courtney Love negli anni Novanta, l'eyeliner colante di Amy Winehouse e gli stivali da pioggia ai festival di Kate Moss negli anni Duemila-Duemiladieci, questo "lasciar andare sublimato" non ha nulla di nuovo, osserva Sophie Abriat, autrice specializzata in moda e lusso, all'Afp.

"La tendenza è un po' a metà strada tra il soft grunge degli anni Duemiladieci e l'indie sleaze (stile sia rock che bohémien, ndr) degli anni Duemila. Solo che oggi ogni tendenza passa attraverso il filtro dell'algoritmo e diventa un hashtag", sottolinea.

"Burn-out stilizzato"

Ma più che una semplice estetica, la "messy girl" impersonifica uno stile di vita che promuove il lasciarsi andare e l'accettazione di sé. "È l'estetica che celebra l'imperfezione, la nonchalance, il disordine, la vulnerabilità emotiva.(...) Si presenta come critica dell'iperproduttività, ma anche delle ingiunzioni e degli standard di bellezza" propri della tendenza "clean girl", analizza Sophie Abriat. "Oppone al controllo un'estetica della falla, del caos. Una sorta di burn-out stilizzato...", prosegue.

Un burn-out attentamente calibrato. Infatti, dietro l'apparente spontaneità della tendenza si cela spesso una costruzione millimetrica. Così, i tutorial per truccarsi o creare un outfit da "messy girl" si moltiplicano.

Alla messa in scena del controllo assoluto da parte della "clean girl" succede "una sorta di messa in scena dell'autentico", osserva Claire Roussel, giornalista specializzata sull'impatto della moda. "Il caos apparente è spesso costruito", concorda Sophie Abriat.

Miu Miu FW25. Credits: ©Launchmetrics/spotlight

Questo disordine orchestrato, che dovrebbe essere liberatorio, non sembra peraltro accessibile a tutte. "Non si nota una grande emancipazione femminista, perché questa tendenza è rappresentata da donne bianche, molto magre, iper eteronormate, celebrità come Kate Moss...", sottolinea Claire Roussel. "Non è una tendenza che pensa alla diversità. In questo senso, non è particolarmente femminista", ritiene.

Esaltata dalla moda

Inoltre, se la "messy girl" vuole sottrarsi alle norme sociali dominanti, non sfugge al rischio di essere recuperata dall'industria della moda e della bellezza. "È il paradosso: anche l'imperfezione può essere stilizzata, venduta, editorializzata, e i marchi di moda l'hanno capito bene", osserva Sophie Abriat.

Da sin. a dx.: Dior FW25, Chloé FW25, Acne Studios SS25. Credits: ©Launchmetrics/spotlight

Lo stile "indie sleaze" era particolarmente presente durante l'ultima Settimana della Moda femminile di Parigi, con molto cuoio, il ritorno dei pantaloni slim o ancora quello della t-shirt con messaggio, con la maglia "J'adore Dior", reinterpretazione della creazione dell'ex direttore artistico John Galliano.

Tuttavia, la "messy girl" offre una boccata d'aria fresca non trascurabile in un periodo che vede emergere "tendenze molto reazionarie", come quella delle "tradwives", le "mogli tradizionali" casalinghe, o il ritorno dei contenuti pro-anoressia, assicura Claire Roussel. "Se alcune persone trovano una tendenza che permette loro di contrastare queste ingiunzioni iperconservatrici e, in sottotesto, profondamente misogine, è fantastico", conclude.

Questo articolo è stato pubblicato originariamente sulle altre edizioni di FashionUnited e tradotto in italiano usando un tool di intelligenza artificiale.

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