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The end of 2016: see now buy now è la parola dell'anno

Scritto da Isabella Naef

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Moda

See now buy now, lusso 4.0, millenial e multicanalità sono le parole che hanno caratterizzato e segnato l'anno che fra una manciata di ore ci lascerà.

Il see now buy now, si è rivelato un progetto interessante ma non applicabile dalle griffe italiane

Lontano dal rivoluzionare il made in Italy, il see now buy now, si è rivelato un progetto interessante per le griffe italiane ma non applicabile.

Il "see now buy now", infatti, pare essere poco in sintonia con il mondo del lusso che richiede tempi più lunghi di produzione. Secondo i manager delle griffe del lusso è una realtà solo per le grandi catene che producono capi di bassa qualità.

Bertelli (Prada) bisogna coniugare la produzione, i punti vendita e l'ecommerce

Pare invece aver fatto il suo debutto ufficiale già da qualche tempo, l'era del lusso 4.0. "Per Prada si è trattato di affrontare un processo che non si può rifiutare. Bisogna coniugare la produzione, i punti vendita e l'ecommerce. Tutto deve funzionare in maniera armonica", ha detto Patrizio Bertelli, ceo di Prada, qualche mese fa a Milano intervenendo al Fashion global summit, organizzato da Class Editori in collaborazione con Camera nazionale della moda italiana,.

"Il processo di acquisto è multicanale, veloce e digital friendly", ha detto Remo Ruffini (Moncler)

"Il see now buy now è complicato per chi fa prodotti di qualità", ha spiegato Diego Della Valle, aggiungendo che per realizzare collezioni di alto livello il tempo è necessario. "Noi stiamo trasformando la tempistica pensando che ogni due mesi dobbiamo mandare roba nuova in negozio. Questo è il vero cambiamento. Le tecnologie ci obbligano a non fare invecchiare troppo il prodotto", ha detto il presidente di Tod's, specificando che l'azienda marchigiana opera sia con il canale ecommerce di proprietà, sia in partnership con quattro o cinque operatori multimarca.

Ecco, quindi, come si declina la multicanalità, altra parola gettonatissima nel 2016. "Il processo di acquisto è multicanale, veloce e digital friendly", ha detto Remo Ruffini, amministratore delegato di Moncler, intervenendo qualche settimana fa al convegno Pambianco "Innovazione e velocità. Le rivoluzioni in atto nell’industria della moda e del lusso", è fondamentale tenere conto delle nuove generazioni nate con lo smartphone in mano, così come pensare a creare un'esperienza di acquisto diversa in ogni città.

"Se tu del tuo tempo non accetti i cambiamenti forse prenderai la parte peggiore": Brunello Cucinelli, fondatore dell'azienda conosciuta in tutto il mondo per il cachemire, ha citato Voltaire per spiegare la necessità di adeguarsi alle mutate esigenze del mercato. "Noi desideriamo essere artigiani umanisti del web", ha spiegato Cucinelli nel suo intervento al Milano Fashion global summit.

Millenial, invece, è un altro vocabolo molto usato in tutti i report che parlono del mercato del lusso e della sua evoluzione. E' ai millenila, sempre più esigenti, tecnologici e smaliziati, infatti, che le griffe e le aziende della moda devono pensare se voglio crescere a livello internazionale.

Numeri alla mano, stando ai dati dell'Osservatorio Altagamma, il mercato totale dei beni di lusso nel 2016 dovrebbe assestarsi intorno ai 1081 miliardi di euro, con una crescita del 4 percento a cambi costanti.

“La nostra industria sta vivendo un cambiamento di paradigma sostanziale: evolvono il retail e i modelli distributivi; cambia il consumatore e la governance delle imprese. Gli stessi modelli produttivi vedono integrate le nuove tecnologie mentre il digitale e i millennials pongono nuove sfide alle imprese. Le soluzioni vanno indagate, ma oggi più che mai bisogna tutelare i nostri intrinseci vantaggi competitivi: il patrimonio di bellezza naturale e artistica, la sensibilità estetica e stilistica, le competenze artigianali e tecniche delle nostre filiere", ha detto il presidente di Fondazione Altagamma, Andrea Illy, qualche mese fa a Milano.

Guardando al 2017, inoltre, le previsioni parlano di una crescita dei consumi dei beni di lusso per la persona, con una media di incremento stimata intorno al 3 percento a tassi costanti.

Nel dettaglio, stando all'Altagamma Consensus, le previsioni per il 2017 indicano l'abbigliamento in crescita del 3 percento, come gli accessori.

Foto: Remo Ruffini, press office Moncler, Brunello Cucinelli, press office Cucinelli
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