Tipologie di marchio: più di quante si pensi anche nella moda
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I marchi non sono solo quelli denominativi, figurativi, di colore, di forma. Esistono anche altre tipologie. Alcune case di moda usano marchi a motivi ripetuti (pattern), ovvero costituiti da un insieme di elementi che si ripetono regolarmente. Un esempio famoso è il check della Burberry.
Questi marchi affrontano però lo stesso problema di cui, su FashionUnited, è stato trattato in riferimento ai marchi di colore o di forma: poiché si confondono con l’aspetto del prodotto o della sua confezione, per essere percepiti come indicazione di origine commerciale (ovvero essere distintivi) e ottenere quindi la registrazione, è necessario che si scostino significativamente dalle norme e dagli usi del settore di riferimento. Oppure devono avere acquisito, attraverso una massiccia utilizzazione, il cosidetto “secondary meaning”, per cui il pubblico li ricollega univocamente ad una determinata impresa.
Rientra nella tipologia del marchio di posizione la suola rossa di Christian Louboutin
I criteri per valutare la distintività variano però a seconda della prassi seguita dagli uffici marchi. L’Euipo (Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale) ha recentemente negato la validità, per mancanza di carattere distintivo, del marchio Damier Azur di Louis Vuitton. Il Damier di Louis Vuitton, così come il Fraser tartan di Baracuta, che ha ricevuto una limitata tutela da parte dell’Euipo, sono invece marchi registrati (anche) per abbigliamento negli Stati Uniti.
Un'ulteriore tipologia è il marchio di posizione, costituito da un segno posto in una posizione specifica su un determinato prodotto. È un marchio utilizzato prevalentemente nel settore delle calzature (le linee tratteggiate della Asics, la freccia curvilinea della Off- White, la stella della Golden Goose).
Rientra nella tipologia del marchio di posizione la suola rossa di Christian Louboutin, altro marchio che ha incontrato differenti sorti in base alla prassi dei diversi uffici marchi. È stato infatti riconosciuto distintivo, e ammissibile quindi alla tutela come marchio registrato, da parte dell’Euipo e dell’Uspto (Ufficio brevetti e marchi statunitense), nonché dalla stessa Corte d’appello statunitense, ma non dai tribunali svizzero e francese né, recentemente, da quello giapponese.
Altre tipologie di marchi, che per il momento paiono interessare scarsamente il settore della moda, sono i marchi sonori (costituiti da suoni o combinazione di suoni), olografici (costituiti da elementi con caratteristiche olografiche), di movimento (costituiti da un movimento o cambiamento di posizione degli elementi), multimediali (costituiti dalla combinazione di immagini e suoni).
Esistono poi marchi teoricamente proteggibili, ma al momento non registrabili per motivazioni di natura tecnica, come, per esempio, i marchi olfattivi, gustativi, tattili. Non vi è comunque alcuna limitazione alla tipologia dei marchi, se non quella legata alla loro capacità distintiva e alla possibilità di essere rappresentati nel registro in modo tale da consentire alle autorità competenti e al pubblico di determinare con chiarezza e precisione l’oggetto della protezione.
Quindi il futuro potrebbe riservarci delle novità.
Qui trovate tutti gli articoli a cura di Palmas IP.Foto: Burberry via Facebook