Venice Sustainable fashion forum: per Diesel bisogna educare senza annoiare
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Questo, in sintesi, il messaggio lanciato ieri, a Venezia, nel corso della terza edizione del Venice Sustainable fashion forum da Andrea Rosso, sustainability ambassador di Diesel, da Barbara Cimmino, vice presidente di Euratex, e da Matteo Magnani, senior policy analyst, policy and institutions, Ellen MacArthur Foundation.
Andrea Rosso: "lo store manager spiega al cliente perchè l'azienda sta facendo quel prodotto e come lo fa"
"Dobbiamo educare il consumer ma con uno stile che rappresenti il brand. Devi sapere bene cosa piace al cliente e devi dargli un servizio, un'estetica perchè così si innamora del marchio e poi ti segue", ha detto Andrea Rosso. La trasparenza fornita attraverso le etichette che riportano una descrizione del prodotto, del materiale, della filiera e del riciclo, costituisce sicuramente un altro step fondamentale. Importantissimo, ha ricordato l'ambasciatore della sostenibilità di Diesel, anche il ruolo dello store manager che è fondamentale poichè è vicino al consumer e spiega al cliente perchè l'azienda sta facendo quel prodotto e come lo fa.
"Ma il consumer non deve essere non annoiato dalla sostenibilità, che poi noi chiamiamo responsabilità, deve essere contento di essere responsabile", ha aggiunto Rosso.
Barbara Cimmino, di Euratex: "i prodotti che vanno meglio sono quelli duraturi"
"I prodotti che vanno meglio sono quelli duraturi", ha sottolineato Barbara Cimmino, di Euratex. "Abbiamo una strada lunghissima da fare nell'innovazione tecnologica, mentre in Usa e in Cina hanno fatto passi da gigante con una visione di lungo periodo. In questi Paesi c'è già molto in tema di sostenibiità e questa viene incardinata in tutti i piani industriali. Noi dobbiamo fare in fretta".
Un'urgenza confermata anche dai dati: il cittadino italiano produce, in media, 18 chilogrammi di rifiuti tessili all'anno, contro una media europea di 12 chili, ha detto Matteo Magnagni senior policy analyst, policy and institutions, Ellen MacArthur Foundation, citando i dati dell'European Environment Agency, European topic centre, Textile waste management in Europe's circular economy (2024). Durante il forum, il cui titolo è "Leading re-generation", il presidente di Sistema moda Italia, Sergio Tamborini, ha ricordato che l’obiettivo è rigenerare una delle industrie di "maggior valore della nostra economia, grazie all’innovazione e a una visione di circolarità che coinvolga tutti gli attori del comparto".
Stando allo studio Just fashion transition 2024 di The European House - Ambrosetti, la moda europea è in ritardo di 8 anni nel raggiungimento degli obiettivi climatici, anche se un terzo delle 100 più grandi aziende europee del settore moda ha un ritmo di decarbonizzazione il doppio più veloce degli obiettivi europei. Per centrare gli obiettivi europei nei tempi previsti il valore degli investimenti è un ottavo delle potenziali perdite di ricavi.
Nel corso del Venice Sustainable fashion forum, in scena anche oggi, 25 ottobre, a Venezia, la strada da percorrere è legata al ripensamento dell’approccio alla sostenibilità, nell’ottica della “rigenerazione” dell’intero settore moda. Per molti attori del summit, ideato e realizzato da Sistema moda Italia, The European House - Ambrosetti e Confindustria Veneto Est, Area Metropolitana Venezia Padova Rovigo Treviso, questa rigenerazione andrà guidata attraverso l’innovazione, l’economia circolare, il sostegno della finanza, le aggregazioni e, soprattutto, coinvolgendo l’intera filiera alle prese con un mutamento dei consumi senza precedenti.
Flavio Sciuccati (The European House - Ambrosetti): i grandi marchi, i piccoli marchi e l'intera filiera produttiva devono collaborare
“Il settore moda, in tutte le sue componenti, deve essere il più possibile coeso nell’affrontare questa forte complessità economica, insieme alla sfida europea della sostenibilità. Per fare questo è imprescindibile che i tre elementi strategici del sistema collaborino strettamente tra di loro: i grandi marchi, i piccoli brand e l'intera filiera produttiva la cui parte a monte, per ovvie ragioni di frammentazione e di mezzi a disposizione, rappresenta oggi sicuramente l'anello più debole che rischia di perdere molti dei suoi anelli. Va quindi sostenuta e preservata”, ha affermato Flavio Sciuccati, senior partner e director global fashion unit The European House - Ambrosetti.