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Vestiaire collective analizza il vero costo del fast fashion

Scritto da FashionUnited

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Moda

Gli abiti di seconda mano vengono indossati 8 volte di più rispetto agli abiti fast fashion nuovi Credits: Vestiaire Collective

Vestiaire Collective ha presentato il nuovo impact report. Attraverso questo studio "Vestiaire Collective punta a spostare la percezione del prezzo di un articolo da parte dei consumatori, incoraggiandoli a investire, sia da un punto di vista finanziario sia ecologico, in articoli sostenibili".

Stando al report, i cappotti di seconda mano vengono indossati in media 4 volte più spesso rispetto a cappotti fast fashion nuovi (indossati 28 volte). Questo si traduce in un costo per utilizzo di 1,62 euro contro i 4,53 euro dei cappotti fast fashion nuovi, si legge in una nota di Vestiaire Collective.

Gli abiti di seconda mano vengono indossati in media 8 volte di più rispetto agli abiti fast fashion nuovi (indossati 9 volte). Questo si traduce in un costo per utilizzo di 1,47 contro i 5,32 euro degli abiti fast fashion nuovi.

Il costo per utilizzo rivela il costo effettivo di un articolo in base alla frequenza di utilizzo, alla sua durata di vita totale e al suo valore alla rivendita. Se gli articoli di fast fashion possono inizialmente sembrare economicamente attrattivi, "la ricerca prova che determinati articoli di seconda mano sono un investimento finanziario migliore nel lungo termine", specifica Vestiaire Collective.

"Le borse firmate di seconda mano hanno un costo per utilizzo del 72 per cento in meno, poiché il valore di rivendita è più elevato. Costo per utilizzo di 2,41 euro contro gli 8,51 euro dei capi di fast fashion nuovi", evidenzia il report intitolato "Exposing the true cost of fast fashion" (Come smascherare il vero costo del fast fashion).

In tutte le categorie e in tutte le fasce di prezzo, i capi pre-loved hanno un costo per utilizzo di circa il 33 per cento in meno rispetto ai capi di fast fashion, che vengono indossati in media più di 2 volte in meno.

I consumatori di articoli pre-loved conservano i loro articoli il 31 per cento in più rispetto alla media, con il divario più alto nella categoria delle scarpe (+48 per cento rispetto alla media).

"Indipendentemente dalle circostanze, il costo per utilizzo è sempre più basso quando si acquistano capi di seconda mano. In particolare per i capi stagionali e per quelli pensati per occasioni specifiche, come cappotti e abiti", si legge, ancora, nella nota.

"Nell'attuale clima di inflazione, è evidente che né le persone né il pianeta possono permettersi il fast fashion. Vogliamo educare i consumatori ai vantaggi della circolarità e al contempo lanciare un allarme sull'impatto devastante del fast fashion. Questo rapporto è un campanello d'allarme per combattere spese e consumi eccessivi, spesso alimentati da prezzi iniziali bassi e allettanti", ha sottolineato Fanny Moizant, presidentessa e cofondatrice di Vestiaire Collective.

"Il fast fashion a prezzi accessibili non è così economico come sembra. Acquistare fast fashion a basso costo è ingannevole, perché alla fine si finisce per pagare lo stesso articolo due volte, se non di più. Noi sosteniamo la circolarità perché non solo è vantaggiosa per i portafogli dei consumatori, ma perché protegge anche il nostro pianeta. Gli articoli di lusso di seconda mano sono più convenienti nel tempo e hanno inoltre una durata maggiore. Il nostro mantra “Think first, buy second” (prima pensa, poi compra, di seconda mano) ha oggi più senso che mai", ha aggiunto Dounia Wone, chief impact officer di Vestiaire Collective.

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