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Vietato l'uso della parola pelle per materiali non derivanti da animali

Scritto da Isabella Naef

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Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli, ha approvato, in esame definitivo, uno schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di utilizzo dei termini "cuoio", "pelle" e "pelliccia" e di quelli da essi derivati o loro sinonimi e la relativa disciplina sanzionatoria ai sensi dell'articolo 7 della legge 3 maggio 2019, n. 37 - Legge europea 2018.

La nuova legge fa espresso divieto dell’uso delle parole pelle e cuoio per identificare materiali non derivati da spoglie di animali

L’approvazione è avvenuta nella seduta di ieri, giovedì 28 maggio 2020, ed è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

In sostanza, il decreto contiene disposizioni che riguardano esclusivamente i requisiti essenziali di composizione che i prodotti e i manufatti con essi fabbricati devono soddisfare per poter essere immessi sul mercato. La nuova legge sancisce non solo una terminologia più corretta: stabilisce anche il divieto di utilizzare i termini “cuoio” e “pelle” per identificare materiali non derivati da spoglie di animali

L'obiettivo è quello di avere una chiara e univoca indicazione dei materiali utilizzati e di eliminare potenziali ostacoli al buon funzionamento del mercato.

L'attività di accertamento delle eventuali violazioni sarà svolta, nell'ambito delle ordinarie attività istituzionali, dalle Camere di commercio, dall'Agenzia delle dogane (limitatamente alle fattispecie relative all'immissione in libera pratica dei prodotti), dalla Guardia di finanza e dalla polizia giudiziaria, mentre il Ministero dello sviluppo economico curerà l'attività di monitoraggio e coordinamento delle disposizioni.

Tra le condotte che saranno punite sono incluse la mancanza di etichetta o contrassegno e l'utilizzo di etichetta o contrassegno non conforme ai requisiti richiesti.

“Un importantissimo risultato per il settore conciario italiano e per la filiera pelli in generale”, ha detto Unic, Unione Concerie italiane annuncia con queste parole l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del decreto legislativo.

“La nuova legge sostituirà finalmente la ormai vetusta legge del 1966. Tra le altre misure, oltre a una definizione dei termini pelle e cuoio più corretta e in linea con la normativa comunitaria e tecnica, sancirà, a coronamento della lunga battaglia dell’associazione sull’uso corretto della terminologia conciaria, l’espresso divieto dell’uso delle parole pelle e cuoio, anche come prefissi o suffissi, per identificare materiali non derivati da spoglie di animali, come oggi avviene con i non ortodossi termini ecopelle, vegan leather e simili utilizzati per materiali sintetici", spiega, in una nota, l’associazione che rappresenta l’industria conciaria italiana.

Foto: Pexels

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