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Codacons: il Gip di Roma dispone l’imputazione coatta per Fedez

Scritto da Isabella Naef

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Fedez alla sfilata Versace SS24, ready to wear Credits: Launchmetrics Spotlight
Dopo la multa milionaria dell'Antitrust che ha coinvolto, nelle scorse settimane, l'imprenditrice Chiara Ferragni, ora tocca al marito Fedez (pseudonimo di Federico Leonardo Lucia) balzare agli onori della cronaca. Fedez, infatti, "è stato imputato dal Tribunale di Roma per il reato di calunnia ai danni dell’associazione dei consumatori Codacons, e rischia fino a 6 anni di reclusione”.

Il Gip del Tribunale di Roma, Annalisa Marzano, si legge in una nota del Codacons, ha disposto l’imputazione coatta del rapper per la “fake news” creata ad arte dal rapper nel 2020 per screditare il Codacons, e nei giorni scorsi riproposta dallo stesso Fedez nel corso di una puntata del suo podcast “Muschio Selvaggio”, attraverso la quale accusava l’associazione di aver pubblicato sul proprio sito un banner ingannevole relativo a una raccolta fondi sul coronavirus. "Una accusa che però il tribunale ha rispedito al mittente, ritenendo assolutamente corrette e trasparenti le informazioni rese dal Codacons sul web", spiega il Codacons. Il Gip Marzano ha spiegato nel suo provvedimento: “il Giudice rileva, dai banner presentati agli atti e dalla lettura degli stessi, che non vi sia alcuna pubblicità ingannevole, rilevando che nei banner si faceva esplicito riferimento al supporto del Codacons per la battaglia dei cittadini sul Coronavirus, rilevando, appunto, che tale è l’oggetto e la destinazione dell’associazione […] Il Giudice ritiene che emergono gli elementi strutturali del delitto di calunnia in capo al Lucia (Fedez, ndr), ritenendo sorretto anche l’elemento soggettivo anche alla luce dei tempi con i quali il Lucia si determinava a sporgere querela nei confronti del Codacons”.

Il Procuratore della Repubblica, Stefano D’Arma, prosegue il comunicato del Codacons, "ha provveduto a formulare l’accusa: si aprirà ora l’udienza preliminare e si andrà verso un nuovo processo che, in caso di condanna, potrebbe valere a Fedez fino a 6 anni di reclusione, così come previsto dal nostro ordinamento".

Per quanto riguarda, invece, la questione che ha coinvolto Chiara Ferragni, la sanzione è da parte dell'Antitrust alle società Fenice e Tbs Crew, che gestiscono i marchi e i diritti relativi a Chiara Ferragni, rispettivamente per 400 mila euro e per 675 mila euro, e all’azienda dolciaria Balocco per 420 mila euro. L'Autorità Garante della concorrenza e del mercato ha contestato alle tre società di aver attuato una pratica commerciale scorretta per aver pubblicizzato il “Pandoro pink Christmas”, in commercio nel 2022: "le tre società lasciando intendere ai consumatori che, comprandolo, avrebbero contribuito a una donazione all'Ospedale Regina Margherita di Torino per acquistare un nuovo macchinario per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing".

Inoltre, l’esposto presentato dal Codacons e da Assourt in merito alla vicenda Ferragni è arrivato sul tavolo del procuratore di Milano, Marcello Viola. La Procura di Milano ha aperto un fascicolo conoscitivo a modello 45, senza ipotesi di reato né indagati, per il caso che ha coinvolto Chiara Ferragni e l'azienda Balocco per la pubblicità del pandoro. Dopo il deposito di un esposto ai pm per truffa, da parte del Codacons e Assourt, il procuratore Marcello Viola ha assegnato il fascicolo al dipartimento anti-truffe guidato dall'aggiunto Eugenio Fusco.

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