Un nuovo tempio dell'ultra-lusso apre a Mumbai

Lo stilista Rahul Mishra, presente nel calendario ufficiale della settimana della moda dell'alta moda di Parigi, annuncia un'apertura singolare: il suo più grande e ambizioso flagship store a Mumbai, immaginato come un «museo vivente della couture».

Legame forte con l'artigianato tradizionale indiano, Rahul Mishra ha integrato il suo processo di produzione all'interno di diverse comunità artigianali indiane, proponendo una visione del lusso come celebrazione del savoir-faire collettivo. Il brand dispone già di diversi negozi nel paese; tuttavia, questo nuovo punto vendita si distingue per il suo approccio museale, con una prima sala, volutamente priva di abiti, che presenta una galleria contemplativa di schizzi, campioni di mussola e ricami botanici di Mishra. Un'esperienza retail che «inizia con il silenzio», indica il comunicato.

Responsabile del progetto, l’architetto e designer Rooshad Shroff racconta: «Quando abbiamo pensato di progettare il flagship store di Rahul Mishra, sapevamo fin dall'inizio che lo spazio doveva trascendere il design commerciale convenzionale. La boutique non poteva essere un semplice scrigno per i vestiti; doveva diventare un'estensione fisica dell'universo di Rahul, un'immersione nel ricco mosaico di ricami, racconti e savoir-faire che caratterizza il suo lavoro».

Riflesso dell'eccellenza tecnica e del lusso dell'alta moda, il luogo è impreziosito da intarsi in legno, ricami, tappeti tessuti a mano e lampadari in marmo inciso. Si estende su settecento metri quadrati e si trova nel quartiere storico di Horniman Circle.

«La boutique non si limita a presentare abiti: prolunga l'emozione, il pensiero e il savoir-faire che li hanno plasmati», spiega Rahul Mishra in un comunicato. Lo stilista descrive la creazione della boutique come «un'esperienza lenta, quasi meditativa. Si aveva meno l'impressione di costruire un negozio che di comporre un museo vivente, un museo che si evolve nel tempo, a immagine delle collezioni che ospita. È il nostro più grande negozio fino ad oggi, ma anche uno dei più intimi, perché riflette la nostra fede comune nella narrazione, nel silenzio e nel potere del lavoro manuale».

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