Bip: la moda investe nei community e smart store
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Community store, social innovation lab, multicanalità e blockchain, ossia la tecnologia principale che sottende i Bitcoin e che, tra le altre cose, consente ai marchi di combattere la contraffazione. Sono queste le aree di investimento delle aziende della moda secondo una analisi di Bip, Business integration partners, multinazionale italiana di consulenza presente in 12 paesi nel mondo.
Dall'indagine risulta che “quasi la metà dei clienti retail investirà nella in-store experience. Tra questi, i più grandi sono interessati a digital store e innovation Lab dove poter testare le soluzione poi esportabili in negozio, in particolare laddove siano presenti molteplici brand che fruiscono di soluzioni corporate condivise".
Bip: l’80 dei clienti retail ha investito nel digital
“L’80 dei clienti retail ha investito nel digital; ora chi sta investendo predilige integrazione tra back e front-end, soprattutto in ottica omnichannel. Ciò implica nella maggior parte dei casi l’avvio di complessi programmi di transformation, della durata di 3/5 anni", hanno spiegato gli esperti di Bip in una nota.
“Il blockchain è invece un tema ancora poco maturo, ma in rapida crescita; nei prossimi 10 anni ci aspettiamo un valore atteso complessivo di oltre 20 miliardi di dollari. I precursori sono nel settore financial services e diamond, ma ci aspettiamo una rapida estensione in ambito supply chain management (anche fashion e luxury) e cloud storage", hanno aggiunto gli esperti di Bip.
Bip: la tecnologia blockchain consente ai marchi di combattere la contraffazione
Ma vediamo nel dettaglio cosa si intende per community store: si tratta di un negozio fisico che non mira solo all’incremento delle vendite, ma anche a fornire un beneficio sociale alla comunità circostante, in quanto permette al cliente di “sentirsi parte” della missione sociale del marchio. Come “negozi della comunità” essi sono più propensi ad ascoltare e rispondere ai bisogni dei membri delle loro comunità, presentando quindi una maggiore probabilità di immagazzinare e vendere prodotti e servizi che i clienti vogliono. Gli smart store, invece, costituiscono quell’insieme di tecnologie intelligenti nella vendita al dettaglio (per esempio, scaffali intelligenti, carrelli smart, smart card). Generalmente questi negozi offrono i loro servizi attraverso il web, applicazioni smart phone e applicazioni di realtà aumentata in store reali. Per citare un esempio gli esperti di Bip parlano dell’esperienza che offre Amazon negli store fisici: si entra, si sceglie il prodotto e automaticamente scatta il pagamento perchè il cliente viene riconosciuto e alla sua anagrafica è associato il “portafoglio” per il pagamento.
I social innovation/lab sono laboratori interni all’azienda cerati per generare idee innovative oppure simulare l’esperienza in-store, Per esempio, sottolineano gli esperti di Bip, il material innovation Lab fornisce supporto ai marchi attraverso una libreria completa di materiali sostenibili ed esperienza tecnica in materia di approcci sostenibili di approvvigionamento e di produzione di tessuti e fibre.
La multicanalità è un'altra area dove si concentrano le risorse delle griffe. I consumatori, infatti, si aspettano di avere la possibilità di affrontare la stessa “esperienza” su più canali di shopping in maniera completamente sincronizzata, intendendo dunque che gli stessi prodotti possano essere disponibili sia online, sia offline (in store). Sempre più spesso, inoltre, i clienti si aspettano che le informazioni online possano essere attinte in real time (anche per svincolarsi dalla necessità di doversi interfacciare con gli impiegati del negozio fisico). In questo modo si crea un tipo di servizio dove il cliente e le sue esigenze diventano centrali.
"In questo tipo di esperienza il mobile è il primo canale su cui bisogna costruire la digital experience per il cliente, canale che farà da volano per tutti gli altri nella definizione dell’esperienza del cliente", si legge nella nota di Bip.
Rientrano nell'ambito della multicanalità anche molti esperimenti e progetti di commercio integrato, messi a punto da colossi dell'ecommerce come Alibaba e Zalando.
Infine, come anticipato, la blockchain è la tecnologia principale che sottende i Bitcoin. Si tratta di un registro distribuito, composto da dati immutabili, registrati in digitale e strutturati in pacchetti chiamati blocchi. Questi blocchi di dati salvati in digitale sono memorizzati in una catena lineare. Ogni blocco nella catena che contiene dati viene “spezzettato” attraverso un procedimento di cifratura, per proteggerlo. I blocchi di dati spezzettati attingono record dal blocco immediatamente precedente lungo la catena, garantendo così che tutti i dati nel complesso della Blockchain siano impossibili da manomettere e siano, pertanto, immutabili nel tempo. "Le catene di blocchi sono pronte a rivoluzionare il mondo e il settore del fashion è uno di quelli nei quali il peso di questa tecnologia si farà sentire di più in futuro.
"La tecnologia blockchain è un tema di frontiera, con valore atteso complessivo nel 2024 di 20 miliardi di dollari. Nel modo della moda applicabile per anticontraffazione, supply chain management, asset management", hanno spiegato gli esperti di Bip. Ma combattere la contraffazione non è l'unico vantaggio che la tecnologia blockchain può offrire al mondo della moda. "Questa tecnologia dà anche ai consumatori e ai marchi la possibilità di monitorare e visualizzare le informazioni sui prodotti acquistati lungo tutta la catena di fornitura", si legge nella nota di Bip.
Foto: Nino Lo Bianco, fondatore di Bip, e i due ceo Carlo Capè e Fabio Troiani. Foto Bip press office