Il Mimit pensa a norma per salvaguardia reputazione del made in Italy dopo gli scandali legati al caporalato
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Il ministro delle Imprese e del made in Italy starebbe valutando l'introduzione di un sistema di certificazione dopo che il marchio Loro Piana è stato posto sotto amministrazione giudiziaria per presunta violazione dei diritti dei lavoratori.
Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, come riporta la Reuters, ha dichiarato ieri, alle associazioni di categoria durante il Tavolo della moda, che alcune aziende illegali nella filiera della moda hanno macchiato l'immagine del "made in Italy".
Come si legge in una nota del Mimit, "per contrastare i comportamenti illeciti di pochi in materia di lavoro, che possono compromettere la reputazione dell’intero comparto, Urso ha evidenziato che il governo “sta lavorando a una norma per certificare la sostenibilità e la legalità delle imprese del settore, con l’obiettivo di offrire una soluzione strutturale al problema". La norma si pone l'obiettivo di certificare la filiera che fa capo al titolare del brand, sulla base di verifiche preventive ad hoc, in modo da escludere che quest'ultimo debba rispondere per comportamenti illeciti o opachi riconducibili ai fornitori o ai subfornitori lungo la catena.
La scorsa settimana il marchio di cashmere Loro Piana di Lvmh è stato posto sotto amministrazione giudiziaria per un anno per aver presumibilmente subappaltato la produzione a fornitori che avrebbero sfruttato i lavoratori.