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Il Tribunale di Milano dispone l'amministrazione giudiziaria per Loro Piana

Scritto da Isabella Naef

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Moda
Loro Piana sarebbe stata incapace di prevenire e arginare fenomeni di sfruttamento lavorativo Credits: FashionUnited, immagine generata con l'ausilio dell'Intelligenza artificiale

Un altro caso di caporalato coinvolge i marchi del lusso. Questa volta tocca a Loro Piana, griffe di casa Lvmh. Il Tribunale di Milano, infatti, ha disposto l'amministrazione giudiziaria per un anno nei confronti della società Loro Piana, azienda di cui, dal 10 giugno, è ceo Frédéric Arnault.

Il provvedimento dei giudici della sezione misure di prevenzione riguarda, scrive l'Ansa, una indagine del pm Paolo Storari che ha appurato come Loro Piana abbia affidato la produzione di capi di abbigliamento, tra cui giacche, all'esterno e che la loro realizzazione sarebbe avvenuta in contesti lavorativi di "sfruttamento del lavoro". FashionUnited ha contattato Loro Piana per un commento ma al momento non è stata rilasciata alcuna dichiarazione. Recentemente l'azienda ha ottenuto una vittoria legale nella lotta alla contraffazione.

Tornando alla vicenda di caporalato, Loro Piana è un altro dei marchi dell'alta moda su cui il pm Storari ha acceso i riflettori e ha ottenuto dai giudici il regime di amministrazione giudiziale.

Secondo le indagini condotte dal Gruppo per la Tutela del lavoro di Milano, l'azienda sarebbe stata incapace di prevenire e arginare fenomeni di sfruttamento lavorativo nell'ambito del ciclo produttivo in quanto non avrebbe messo in atto misure idonee alla verifica delle reali condizioni di lavoro, in particolare non avrebbe vigilato sulle capacità tecniche delle aziende appaltatrici. Il questo modo, riporta l'Ansa, avrebbe agevolato colposamente il caporalato.

Secondo l'inchiesta la casa di moda ha affidato la realizzazione di capi di abbigliamento a una società esterna, la Evergreen. Questa ultima, non essendo stata in grado di produrre i capi richiesti, avrebbe subappaltato il lavoro alla Sor-Man snc di Nova Milanese, pure essa senza una adeguata capacità produttiva.

Stando alla ricostruzione della Procura, l'azienda si sarebbe rivolta, anche per abbattere i costi, a opifici cinesi, chiusi dai militari e uno dei titolari arrestati a maggio che, si legge nel provvedimento dei giudici, si sarebbero serviti di "manodopera irregolare e clandestina, in ambienti di lavoro insalubri e pericolosi", alloggiata "in dormitori abusivi al fine di attingere mera manovalanza in qualsiasi orario del giorno/notte e sottoponendo a turni lavorativi (...) di gran lunga superiori a quelli contrattualmente previsti"

Un sistema che avrebbe consentito di realizzare una massimizzazione dei profitti inducendo l'opificio cinese che produce effettivamente i manufatti ad abbattere i costi da lavoro (contributivi, assicurativi e imposte dirette) facendo ricorso a manovalanza "in nero" e clandestina, non osservando le norme relative alla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro nonché non rispettando i Contratti collettivi nazionali di lavoro di settore riguardo retribuzioni della manodopera, orari di lavoro, pause e ferie. Per il Tribunale, scrive l'agenzia di stampa Ansa, tale "meccanismo è stato colposamente alimentato dalla Loro Piana spa che non ha verificato la reale capacità imprenditoriale delle società appaltatrici e sub-appaltatrici (la Sor-Man), alle quali affidare la produzione, e non ha nel corso degli anni eseguito efficaci ispezioni o audit per appurare in concreto l'operatività della catena produttiva e le effettive condizioni lavorative e gli ambienti di lavoro".

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