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Alibaba promette di cambiare l'immagine di etailer di articoli falsi

Scritto da Isabella Naef

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La reputazione di Alibaba al di fuori della Cina è molto diverso da quella di casa. Ampiamente considerato come un rivenditore che tollera la vendita di merci contraffatte sulle proprie piattaforme di ecommerce, l'etailer gode di una reputazione internazionale piuttosto discussa e ora ha deciso di dare vita a nuove misure per cambiarla, in aggiunte alle azioni avviate qualche mese fa.

Una recente causa intentata da Kering che ha sostenuto che 37mila borse contraffatte con il marchio Gucci sono state vendute sulla piattaforma di Alibaba customer-to-customer Taobao nel 2014, ha, senza dubbio, offuscato la sua immagine all'estero.

L'azienda ha fissato un obiettivo di vendita annuale pari a 100 miliardi di renminbi, la valuta locale cinese, per prodotti di fascia alta

Il gigante cinese online spera di combattere questa immagine anche scegliendo oltre 10.000 produttori di qualità per rinnovare l'offerta e vendere beni di fascia alta.

L'azienda ha fissato un obiettivo di vendita annuale pari a 100 miliardi di renminbi, la valuta locale cinese (pari a 15,6 miliardi di dollari), per prodotti di fascia alta, secondo quanto risulta al quotidiano China Daily e ha avviato la collaborazione con quattro organizzazioni indipendenti per il controllo della qualità sui prodotti venduti direttamente dalle aziende produttrici.

Jin jianhang, presidente di Alibaba, ha detto che l'obiettivo è quello di far incontrare la richiesta dei consumatori cinesi per i prodotti d'oltremare con la produzione delle fabbriche locali di alta qualità, molti delle quali sono state fornitrici delle marche internazionali.

All'inizio di aprile, Alibaba ha creato un canale verticale in Taobao dedicata ai beni di fascia alta, lavorando con più di 4.500 produttori che esportano oppure che producono per le griffe internazionali. Gli analisti hanno applaudito a queste iniziative, che sono viste come azioni volte ad aumentare l'immagine di Alibaba a livello internazionale.

Già lo scorso ottobre il secondo operatore mondiale dell'ecommerce dopo Wal Mart, che presto aprirà una sede in Italia, a Milano, guidata da Rodrigo Cipriani Foresio, nuovo managing director di Alibaba group in Italia, ha iniziato ad adottare tecniche sempre più sofisticate per evitare che i suoi negozi online e i relativi prodotti figurino nell'elenco del Governo degli Stati Uniti come "pirata", visto anche il numero crescente di denunce di prodotti contraffatti sulle piattaforme online.

Alibaba ha scritto all'Us Trade Representative office, mettendo in evidenza gli sforzi recenti per proteggere la proprietà intellettuale tra cui un nuovo meccanismo volto ad accelerare l'evasione delle richieste per eliminare la merce falsa dalle piattaforme di Alibaba.

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