• Home
  • News
  • Moda
  • Avere un collega virtuale basato sull'Ia? Per le aziende del made in Italy è ancora presto

Avere un collega virtuale basato sull'Ia? Per le aziende del made in Italy è ancora presto

Scritto da Isabella Naef

loading...

Scroll down to read more
Moda
Nei prossimi tempi potrebbero "entrare" in azienda lavoratori virtuali basati sull'Ia con ruoli specifici Credits: FashionUnited, immagine generata con l'ausilio dell'Intelligenza artificiale

La spesa mondiale per l’intelligenza artificiale sarà più che raddoppiata entro il 2028, quando si prevede che raggiungerà i 632 miliardi di dollari, secondo l'International data corporation (Idc) Worldwide Ai and Generative Ai spending guide. Inoltre, come sottolineato in un report da Jorge Amar, senior partner di McKinsey  “stiamo entrando in un mondo in cui dovrete pensare alla vostra forza lavoro sia agentica, sia umana".

Entreranno nell'organigramma lavoratori virtuali basati sull'Ia con ruoli specifici, nomi utente e password aziendali

Il che significa che nei prossimi tempi potrebbero "entrare" in azienda lavoratori virtuali basati sull'Ia con ruoli specifici, “memorie” individuali e nomi utente e password aziendali.

Una prosepettiva che impone, fin da subito, la necessità di una armonizzazione tra uomo e macchina, per favorire l'adozione e l'integrazione dell'Ia che a oggi ha prodotto risultati e valori aziendali tangibili per le imprese di tutto il mondo.

Toniolo (Valsport): non abbiamo riscontrato ostacoli da parte dei collaboratori nell'adozione dell'Ia

Ma qual è lo stato dell'arte dell'Ia nelle aziende della moda e qual è l'approccio dei vertici aziendali di fronte a questa innovazione rivoluzionaria? Per Siro Toniolo, presidente Rewind srl, realtà già attiva nella produzione di calzature che, nel 2016, ha rilevato Valsport, "i nostri collaboratori sono abituati a utilizzare l'intelligenza artificiale, abbiamo un sistema di comunicazione con programmi realizzati ad hoc". "Per ora, quindi, non abbiamo riscontrato nessun ostacolo all'adozione di queste tecnologie innovative", aggiunge il presidente del marchio di sneaker la cui fondazione risale al 1920.

L'Ia presso Valsport viene adottata soprattutto per l'ecommerce, "ci supporta nel processo, da quando arriva l'ordine fino alla spedizione". In altri casi, per quanto riguarda la ricerca e l'analisi stilistica, per esempio, viene utilizzata ma ha bisogno dell'intervento dello stilista, del professionista. "Il prodotto lo devi calzare, lo devi indossare, serve l'intervento del modellista", racconta Toniolo, aggiungendo che il bello della produzione della scarpa artigianale risiede anche nell'imperfezione e nella unicità che si ha quando è la mano dell'artigiano che realizza il prodotto.

Tamponi (Sebago e Superga): maggiormente auspicabili le aperture di scuole di ars sutoria, più che di moduli di apprendimento dell'Ia

Sulla stessa lunghezza d'onda Marco Tamponi, Sebago e Superga global brand manager: "il nostro prodotto è interamante cucito a mano, realizzato da umani, chi fa scarpe le realizza con le forme perchè bisogna anche vedere qual è la reazione dei materiali". Il global brand manager di due dei marchi del Gruppo BasicNet, cui fanno capo, oltre a Superga e Sebago, anche Kappa, Robe di Kappa, Jesus Jeans, Sabelt, Briko e K-Way, aggiunge: "utilizziamo l'intelligenza artificiale per lo sviluppo dei contenuti". Secondo Tamponi, sul fronte della produzione sono maggiormente auspicabili le aperture di scuole di ars sutoria, più che di moduli di sviluppo e apprendimento dell'intelligenza artificiale.

Gli agenti Ia possono andare oltre la creazione di contenuti per eseguire attività basate su istruzioni specifiche

Insomma, almeno nelle aziende del made in Italy, per ora, non sembra dietro l'angolo l'apparizione di un organigramma che includa gli agenti Ia vicino ai colleghi umani del marchio. Alcune aziende, avvertono gli esperti di McKinsey, si stanno già muovendo in questa direzione. Gli agenti Ia possono andare oltre la creazione di contenuti per eseguire attività basate su istruzioni specifiche. "Gli agenti percepiscono la realtà attraverso il loro addestramento, poi prendono le proprie decisioni e applicano il giudizio, agiscono e persino imparano da quelle azioni", spiega Amar. Tra i segmenti di attività coinvolti nella sperimentazione dell'Ia agentica per esempio, lo screening iniziale di tutti i candidati per i lavori di front-line, oppure l'implementazione di agenti per formare i dipendenti.

Tornando alla moda, invece, contenuti ed ecommerce sono le due principali destinazioni d'uso per l'intelligenza artificiale anche in casa La Martina. "Utilizziamo tantissimo l'intelligenza artificiale per gestire i processi relativi all'ecommerce e al customer service", ha spiegato a FashionUnited Alessandro Milia, managing director, sales and marketing di La Martina.

"Un altro impiego è sul fronte dei contenuti", ha sottolineato il manager dell'azienda che ha messo a segno una riorganizzazione mirata della rete vendita in Italia, accompagnata dall’ingresso di nuovi partner internazionali. Nessun aiuto da parte dell'Ia, invece, sul fronte della creatività e della produzione.

Tod's preserva la tradizione e promuove, al contempo, l’innovazione

Tra i marchi della moda italiana che "difendono" produzione e creatività dalle incursioni degli agenti di intelligenza artificiale, figura anche Tod's. Circa un mese fa, Diego Della Valle, presidente del Gruppo Tod’s, ha ricevuto il "Changemaker award for craftsmanship" in occasione della terza edizione dell’evento Changemakers in luxury fashion, organizzato da Camera nazionale della moda italiana. Il premio celebra il suo impegno nel porre l’eccellenza artigianale e la qualità del prodotto al centro dell’identità del gruppo marchigiano, preservando la tradizione e promuovendo al contempo l’innovazione, e trasmettendo il sapere artigianale alle nuove generazioni attraverso iniziative come la Bottega dei mestieri. Questa visione è ciò che Della Valle definisce Intelligenza artiginale, una fusione di abilità umana, patrimonio culturale e creatività proiettata al futuro, continua a ispirare il successo e la sostenibilità del made in Italy.

“L’artigianalità è la vera essenza del lusso italiano: un patrimonio fatto di mani, tempo e sapere che non si può replicare. È un valore nazionale per l’Italia e deve essere protetto e valorizzato attraverso investimenti concreti, a partire dalla formazione dei giovani", ha osservato Della Valle durante un video intervento nel corso dell'evento Changemakers in luxury fashion.

BasicNet
Digital Fashion
Intelligenza Artificiale
La Martina
Sebago
Tod's
Valsport