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Confindustria Moda firma a Parigi la Déclaration des fédérations européennes du textile et de l’habillement

Scritto da Isabella Naef

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Moda
Luca Sburlati Credits: Confindustria Moda

Le associazioni della moda dichiarano guerra all'ultra fast fashion. In occasione del salone Première Vision, in scena fino al 18 settembre a Parigi, infatti, Confindustria Moda, rappresentata dal presidente Luca Sburlati, ha firmato, insieme a Euratex e alle principali federazioni europee del tessile e dell’abbigliamento, una dichiarazione congiunta contro l’ultra fast-fashion.

"Con questa firma, insieme a Euratex e alle federazioni europee della moda, chiediamo una reazione immediata per la definizione di regole chiare e controlli efficaci per contrastare un modello che mette a rischio la competitività, l’occupazione e la sostenibilità delle nostre imprese, della filiera e dei nostri brand. La moda italiana ed europea devono continuare a rappresentare un punto di riferimento per qualità, trasparenza e responsabilità, offrendo un’alternativa concreta alla moda ultra-veloce, caratterizzata da modelli spesso insostenibili e da impatti ambientali devastanti", ha sottolineato Luca Sburlati, presidente di Confindustria Moda.

Sburlati: sono convinto che sia fondamentale anche il ruolo del commercio e dei consumatori

"In questa sfida, sono convinto che sia fondamentale anche il ruolo del commercio e dei consumatori, che devono essere informati in modo corretto e trasparente, contrastando con fermezza fenomeni di distorsione e falsa comunicazione diffusi sui social network. Ogni giorno milioni di pacchi entrano in Italia senza pagare dazi, senza controlli doganali e senza verifiche sul rispetto delle normative ambientali e dei requisiti di produzione. Nei soli primi 6 mesi dell’anno, nel comparto tessile-abbigliamento, l’import dalla Cina è aumentato del 18%, un numero che si commenta da solo. È una situazione che non possiamo più tollerare: servono scelte immediate e urgenti per ristabilire regole eque e proteggere il nostro settore, il secondo per export nel nostro Paese".

L’iniziativa, promossa dalle associazioni francesi Ufimh e Uit segna un fronte comune a livello europeo per difendere il settore, i lavoratori e i consumatori dagli effetti distorsivi di un modello economico insostenibile.

Il documento esprime profonda preoccupazione per l’espansione delle piattaforme extra-Ue di ecommerce che alimentano la moda ultra-veloce, con impatti devastanti su ambiente: sovrapproduzione di abiti a vita brevissima, crescita esponenziale dei rifiuti tessili e aumento dei consumi insostenibili; economia: pressione insostenibile sulle aziende e sui brand italiani ed europei che rispettano standard ambientali e sociali elevati, concorrenza sleale legata a frodi Iva e violazioni di proprietà intellettuale e società (desertificazione dei centri urbani e perdita di valore del tessile europeo basato su qualità, durata e innovazione)

I rappresentanti delle associazioni che hanno firmato il documento al salone Première Vision Credits: Confindustria Moda

La dichiarazione sollecita azioni immediate da parte dell’Ue e degli Stati membri, tra cui la riforma del codice doganale europeo e l’eliminazione dell’esenzione dai dazi sotto i 150 euro, oltre all'introduzione di tariffe sui piccoli pacchi per finanziare controlli doganali più efficaci, il recupero dell’Iva sulle spedizioni di ultra fast-fashion e l’obbligo per le piattaforme di ecommerce di avere un rappresentante legale nell’Ue, responsabile al pari delle imprese europee. L’uso del Digital services act e del Digital markets act per sanzionare le pratiche scorrette e l’avvio di un dialogo con le autorità cinesi sul contrasto a modelli produttivi contrari agli obiettivi ambientali condivisi, costituiscono altri obiettivi.

Per poter conseguire questi obiettivi a livello Ue, secondo Confindustria Moda è fondamentale il supporto del Governo italiano e la federazione auspica pertanto che questi obiettivi siano considerati prioritari e portati avanti nelle sedi comunitarie e nazionali più opportune. L’adozione delle misure esposte sopra, a salvaguardia dell’intero comparto tessile-abbigliamento italiano, risulta tanto più urgente se si considerano i dati più recenti sulle importazioni dalla Cina che registrano un preoccupante incremento.

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