L'ultima collezione disegnata da Giorgio Armani ha sfilato alla Pinacoteca di Brera, a Milano
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Pantelleria, Milano, blu scuro, seta e tessuti scivolati: un fermo immagine sulla collezione per la primavera estate 2026, l'ultima disegnata da Giorgio Armani, scomparso a Milano, il 4 settembre. L'evento, che si è svolto ieri sera a Milano, chiude la settimana milanese della moda, dedicata oggi alle sfilate digitali.
Una sfilata di abiti preziosi, eleganti e fluidi che rappresentano la sua cifra stilistica da sempre. L'ispirazione, arriva sia dall'isola siciliana dove lui ha trascorso molte estati, sia da Milano, che Giorgio Armani, di origini piacentine, aveva scelto per fondare la sua azienda, per vivere e lavorare.
Alla sfilata, che si è svolta alla Pinacoteca di Brera, nel quartiere che lui amava, una parata di star che hanno vestito Armani sia nella vita privata, sia nei film, a partire da Richard Gere e Lauren Hutton, coppia di incredibile bellezza nel celebre American Gigolò. Presenti anche Cate Blanchett a Spike Lee, Marisa Berenson, Glenn Close e Paola Cortellesi. A salutare gli ospiti, al termine del fashion show, Pantaleo dell'Orco, braccio destro e storico compagno di Giorgio Armani, e Silvana Armani, nipote dello stilista.
La collezione, battezzata Pantelleria, Milano, si muove sulle note della musica dal vivo di Luigi Einaudi
La collezione, battezzata Pantelleria, Milano, si muove sulle note della musica dal vivo di Luigi Einaudi e spazia dai neutri "greige", alle nuance marine fino a tocchi di viola orientale, intrecciando contrasti armoniosi. Molte lanterne di carta erano disposte nel cortile mentre le modelle sfilavano sotto lo storico portico.
In passerella quella austerità sartoriale che tocca le corde meneghine, e quella "poesia ventosa" che arriva da Pantelleria.
L'eredità stilistica di Armani è in mostra fino all'11 gennaio 2026, alla Pinacoteca di Brera. La mostra "Giorgio Armani: Milano, per amore", è dedicata ai 50 anni della maison.
“Una mostra può essere vista in due modi. Da una parte c’è il soddisfacimento immediato dell’ego del creatore. Dall’altra c’è il valore didattico, la testimonianza unica che puoi offrire al pubblico, ma soprattutto ai giovani creativi, attraverso la tua opera: una sensazione che dura e appaga. Ecco, io sono interessato a questo secondo aspetto", diceva Giorgio Armani nel libro autobiografico Per amore.
Sono oltre 120 le creazioni che ripercorrono lo stile di Giorgio Armani reimmaginando il percorso della galleria d’arte. Storia pittorica e storia della moda invitano il visitatore a lasciarsi sorprendere da contrasti cromatici e materici. La selezione proviene da Armani/Archivio, che preserva e valorizza la visione di Giorgio Armani: un dizionario concettuale che racconta e definisce cinquant’anni di creatività, coerenza ed evoluzione, evidenziando il ruolo della moda nella costruzione e nella trasformazione degli immaginari estetici e culturali.
Gli abiti raccontano la varietà di temi e codici che rendono il lavoro dello stilista inconfondibile: la rilettura della sartorialità; il senso unico della decorazione; la predilezione per i colori neutri ma mai piatti; l’amore per la ricchezza inaspettata di lavorazioni, trattamenti e ricami, segni di un estro misurato che si rivela poco a poco, e cambia la definizione stessa di sobrietà. I manichini, invisibili, lasciano che i corpi siano solo evocati dagli abiti, in continuità con i progetti espositivi realizzati in precedenza.
Lo stilista di origini piacentine ha più volte dichiarato il suo legame con Brera, il quartiere che aveva scelto per vivere e lavorare e di cui ammirava l’anima duplice, colta e insieme profondamente vitale, con il suo misto di eleganza e libertà artistica.
E' così che per celebrare cinquant’anni di creatività, la Pinacoteca di Brera ospita per la prima volta una mostra sul coerente percorso di stile tracciato da Giorgio Armani attraverso una selezione di abiti, accogliendola nelle sue prestigiose sale con le opere che raccontano l’arte italiana dal Medioevo all’Ottocento.