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Milan fashion week: è dandy e rock l'uomo che piace ai buyer orientali

Scritto da Isabella Naef

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Moda

Si sono concluse questa mattina, con le sfilate di Giorgio Armani, Bikkembergs, Christian Pellizzari, DSquared ed Helen Anthony, le sfilate milanesi dedicate alle collezioni uomo autunno inverno 2016-2017. Venerdì scorso, invece, ha chiuso i battenti a Firenze l'89esima edizione di Pitti Uomo, kermesse che ha registrato un record di presenze: il numero complessivo di buyer si è aggirato intorno alle 25mila presenze (+4 percento rispetto a un anno fa), di cui 8.850 esteri (+2,5 percento) e oltre 16mila italiani (+5 percento).

L'allarme terrorismo ha imposto misure di sicurezza anche alle sfilate: controllo dei documenti da Dolce e Gabbana e metal detector da Prada

Numeri che fanno pensare a una ripresa della moda italiana e che sono confortati anche dai dati economici e dalle collezioni glamour, rock, romantiche, lussuosamente dandy e, talvolta, "no gender", che hanno sfilato sulle passerelle milanesi. Passerelle un po' più blindate del solito: anche a Milano, infatti, l'allarme terrorismo ha comportato qualche misura di sicurezza come il controllo dei documenti da Dolce e Gabbana, l'utilizzo del metal detector da Gucci e da Prada e la presenza di vigili fuori dalle 39 sfilate di Milano moda uomo.

Numeri alla mano, la moda maschile italiana, in un’accezione che comprende il vestiario e la maglieria esterna, la camiceria, le cravatte e l’abbigliamento in pelle, dovrebbe archiviare il 2015 in moderata crescita. Il fatturato, stando ai dati elaborati da Smi, Sistema moda Italia, sulla base delle indicazioni provenienti dalle indagini campionarie nonché sulla base dell’andamento congiunturale del quadro macroeconomico di riferimento, sperimenterebbe un incremento dell'1,8 percento, approssimandosi ai 9 miliardi di euro.

La moda maschile italiana dovrebbe archiviare il 2015 in moderata crescita

Con riferimento al mercato estero, per i dodici mesi, è stimata una crescita delle vendite oltreconfine pari al +2,4 percento, corrispondente a poco più di 5,6 miliardi di euro. L’incidenza del fatturato estero sul turnover totale si conferma superiore al 63 percento.

Prendendo in considerazione le principali piazze extra-europee, gli Usa hanno messo a segno un aumento del 16,2 percento, divenendo così il primo mercato di sbocco con il sorpasso proprio di Francia e Germania. Altra dinamica positiva si registra per il Giappone, che, invertito il trend cedente del biennio 2013-2014, è cresciuto dell'8,2 percento. La stessa Corea del Sud ha mostrato un incremento del +4,1 percento.

Marchi come Roy Roger's e Pt01 puntano su Giappone e Usa

Ed è proprio all'espansione in Giappone e negli Usa che stanno pensando, rispettivamente, Roy Roger's e Pt01, due marchi del made in Italy che hanno presentato le loro novità nell'affollatissmo padiglione centrale della Fortezza da Basso di Firenze, sede storica di Pitti Uomo. Roy Roger's, etichetta fiorentina del denim, ha appena messo a punto una capsule collection total look con il famoso fotografo di street style Scott Schuman, mentre Cover50, azienda cui fanno capo, tra le altre, le etichette, Pt01 e Pt05, è recentemente sbarcata sul mercato americano con una società ad hoc e ad aprile aprirà le porte del nuovo showroom in Madison avenue, a New York.

Strizzano l'occhio ai buyer del Middle East anche le proporzioni oversize e le lane leggerissime della collezione dello stilista indiano Suket Dhir, che hanno convinto all'unanimità la giuria dell'edizione 2015/2016 dell'International Woolmark Prize menswear, andato in scena la settimana scorsa, a Villa Favard, a Firenze. "Nella moda cerco sempre l'emozione, cerco qualcosa che mi faccia battere il cuore, può venire da un savoir faire antico ma deve sembrare fresco e nuovo", ha detto l'editor Suzy Menkes, parte della giuria del premio, riferendosi alla collezione vincitrice.

Quadri e dipinti, invece, sono nel Dna della collezione di Vittorio Branchizio, presentata alla Dogana di via Valfonda, a due passi dalla Fortezza da Basso. Lo stilista, vincitore dell'edizione 2015 del Who's on next uomo, si è ispirato alle pietre dell'Arno, alle loro sfumature e alla loro struttura materica. Gli outfit hanno tagli giapponesi, un'ispirazione orientale richiamata anche dal cappuccio realizzato con la tecnica degli origami indossato da uno dei modelli.

Piace agli americani la collezione realizzata dallo stilista Alessandro Michele per Gucci. Il designer ha fatto sfilare anche Hari Nef, americana transgender, e ha portato in passerella cappe rosse, copricapi bizzarri, ricami, pigiami di seta nera, tessuti principe di Galles, jeans con risvolto e sandali pelosi.

Un dandismo esasperato che ha caratterizzato anche la collezione di Cavalli. Peter Dundas, al suo debutto con la linea uomo della maison, ha disegnato una collezione ispirata a icone rock come Mick Jagger. Pigiami, vestaglie, sneaker in patchowrk di pelle, cappotti con collo di pelliccia e collane hanno reso questa collezione un mix perfettamente riuscito tra design sartoriale, ribellione eccentrica tipica dei dandy e citazioni animalier, cifra stilistica della griffe che fa capo al fondo Clessidra.

Blu, cammello, verde e nero sono i protagonisti della passerella di Ermanno Scervino. Lo stilista toscano ha disegnato anche giacche tuxedo, completi scuri e dettagli di jais che esaltano un twist dark. La collezione, che fa ampio uso di tessuti e materiali sportswear ha un fascino rock e un'ispirazione militare che cede spesso al dandismo. Belli i cappotti ricamati effetto pelliccia persiana.

Foto: Gucci, Ermanno Scervino, Cavalli, Pitti Uomo

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