Via libera alla direttiva su diritti umani e ambiente: le date, le sanzioni, le imprese coinvolte
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Approvate ieri, a Strasburgo, durante la seduta plenaria del Parlamento europeo, le nuove norme sul “dovere di diligenza” che riguardano le imprese Ue e non, con oltre 450 milioni di euro di fatturato, e i franchising con più di 80 milioni di euro di fatturato. La direttiva approvata è la Corporate sustainability due diligence directive (Csddd).
Questa approvazione, che è arrivata nel giorno dell'undicesimo anniversario della tragedia del Rana Plaza, in Bangladesh, segna una tappa importantissima per la tutela del lavoro, dei diritti umani e dell'ambiente. La normativa impone anche sanzioni e risarcimenti pesanti per chi violerà la direttiva.
Una svolta in termini di responsabilità aziendale
"Il voto di oggi (ieri, 24 aprile, ndr) rappresenta una svolta in termini di responsabilità aziendale e un importante passo avanti nella lotta alle pratiche da Far West di alcune imprese ai danni delle persone e del pianeta. Queste norme sono il frutto di un compromesso raggiunto faticosamente dopo anni di difficili negoziati. Sono orgogliosa dei risultati ottenuti con i nostri alleati progressisti. Durante la prossima legislatura ci impegneremo non soltanto per una rapida attuazione di questa legge, ma anche per rendere l'economia europea ancora più sostenibile", ha sottolineato, a seguito della votazione in aula, la relatrice olandese Lara Wolters (Socialists and democrats).
Previste ammende fino al 5 per cento del fatturato netto mondiale delle imprese
Le norme impongono l'obbligo per le imprese di adottare piani di transizione conformi all'accordo di Parigi e stabiliscono che le aziende dovranno rispondere di eventuali danni e subire multe per inadempienze.
Cosa stabilisce la direttiva
Il Parlamento europeo ha approvato con 374 voti favorevoli, 235 contrari e 19 astensioni una nuova direttiva sul dovere di diligenza. Il testo, frutto di un accordo informale con il Consiglio dell’Ue, obbliga le imprese e i relativi partner a monte e a valle, compresi quelli per l'approvvigionamento, la produzione e la distribuzione, a prevenire, fermare o attenuare le ripercussioni negative delle loro attività su ambiente e diritti umani. Nella direttiva si citano a titolo di esempio schiavitù, lavoro minorile, sfruttamento dei lavoratori, perdita di biodiversità, inquinamento e distruzione del patrimonio naturale.
A chi è rivolta la direttiva
Le nuove norme riguarderanno sia le società madri e le imprese dell'Ue con oltre 1000 dipendenti e un fatturato mondiale superiore a 450 milioni di euro, sia i franchising nell'Unione con un fatturato di più di 80 milioni di euro di cui almeno 22,5 provenienti da diritti di licenza. Saranno coinvolte anche le società madri, le imprese e i franchising di paesi terzi che raggiungono le stesse soglie di fatturato nell'Ue. Tutte queste società saranno tenute a integrare il dovere di diligenza nelle loro politiche, realizzare investimenti ad hoc, ottenere garanzie contrattuali dai partner, migliorare il loro piano aziendale o fornire sostegno ai partner commerciali di piccole e medie dimensioni per assicurarsi che rispettino i nuovi obblighi. Dovranno anche adottare un piano di transizione per allineare il loro modello di business alla soglia di 1,5 °C di riscaldamento globale fissata dall'accordo di Parigi.
Le sanzioni
Gli Stati membri avranno l'obbligo di mettere a disposizione delle aziende informazioni dettagliate sul dovere di diligenza tramite portali online contenenti gli orientamenti della Commissione Ue. Dovranno anche istituire o designare un'autorità di controllo incaricata di indagare e sanzionare il mancato rispetto delle norme, per esempio denunciando per screditare le imprese in questione o multandole con ammende fino al 5 per cento del loro fatturato netto mondiale. In aggiunta, una rete europea delle autorità di controllo istituita dalla Commissione faciliterà la cooperazione e lo scambio di migliori pratiche. Le società che violano il loro dovere di diligenza dovranno rispondere dei danni causati e risarcire appieno le vittime.
Quando entrerà in vigore la direttiva
La direttiva dovrà ora essere formalmente approvata dal Consiglio, firmata e infine pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Ue. Entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione. Gli Stati membri avranno due anni per recepire le nuove norme nel diritto nazionale.
Con l'eccezione degli obblighi di comunicazione, l'applicazione sarà graduale e riguarderà: le imprese con oltre 5000 dipendenti e un fatturato superiore a 500 milioni di euro a partire dal 2027; le imprese con oltre 3mila dipendenti e un fatturato superiore a 900 milioni di euro a partire dal 2028; tutte le altre imprese che rientrano nell'ambito di applicazione della direttiva (ovvero quelle con oltre 1000 dipendenti e un fatturato superiore a 450 milioni di euro) a partire dal 2029.