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Altagamma: gli etailer ottengono maggiori risultati rispetto ai grandi magazzini

Scritto da Isabella Naef

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Retail

Foto: Pexels

La pandemia da Covid-19 ha dato una grande spinta allo sviluppo della distribuzione digitale, che nel 2020 valeva circa 50 miliardi di euro, con una quota sul totale delle vendite di alta gamma in crescita dal 12 per cento del 2019 al 23 per cento del 2020. "Se già prima del Covid-19 i brand di alta gamma dovevano confrontarsi con un calo del traffico e della produttività nei loro negozi mono-marca diretti, l’esplosione del digitale ha reso questo problema ancora più pressante", hanno spiegato gli esperti di Altagamma, ieri, durante il Retail Insight 2021, conferenza annuale di Fondazione Altagamma che fotografa le evoluzioni del retail per il comparto dell’alto di gamma e che quest’anno ha visto la partecipazione di più di 600 persone.

Altagamma, fondata nel 1992, riunisce 107 brand dei 7 settori della moda, del design, della gioielleria, dell’alimentare, dell’ospitalità, dei motori e della nautica.

I dati emersi dalla nona edizione dello studio Luxury Retail Evolution&the Digital Revolution, realizzato in collaborazione con Bernstein, mettono il luce come "il retail per decenni abbia trainato la crescita della nostra industria e da qualche anno sia al centro di un processo di evoluzione in particolare, ma non solo, per la crescita del canale digitale. Le imprese italiane stanno attuando una profonda trasformazione del loro modello di business in ottica digitale con conseguenze sul retail, in particolar modo dopo l’accelerazione del 2020 dovuta a Covid-19", ha sottolineato Matteo Lunelli, presidente di Altagamma.

Luca Solca (Bernstein): l'accelerazione della rivoluzione digitale mette sotto forte pressione il sistema delle imprese della moda italiane

“L’accelerazione della rivoluzione digitale non è neutra da un punto di vista strategico e mette al contrario sotto forte pressione il sistema delle imprese della moda e del lusso italiane”, ha commentato Luca Solca, senior research analyst, global luxury goods di Bernstein.

“Gli elementi di debolezza relativa delle aziende italiane sono tre: la scala ridotta rispetto ai concorrenti internazionali, che le penalizza nel momento in cui il digitale fa aumentare enormemente i costi fissi; la dipendenza più elevata dal canale wholesale multi-marca, che si trova oggi in uno stato di crisi terminale e, infine, la maggiore arretratezza sul versante della digital transformation”, ha aggiunto Solca.

Secondo Michele Norsa, vice presidente esecutivo di Salvatore Ferragamo spa, intervenuto alla presentazione di ieri, "la retail experience è un valore fondante del sistema lusso oltre a rappresentare un impulso vitale per lo sviluppo del viaggio e per la valorizzazione della cultura europea: da uno chef stellato preferireste un home delivery o una cena al suo ristorante? Questo vale anche per gli acquisti di beni di alta gamma".

“Le aziende del lusso dovranno rispondere a un contesto nel quale i consumatori saranno, almeno per alcuni anni, più di corto che di lungo raggio, con molti cinesi che passeranno da consumatori globali a locali; nel quale andranno presidiati ancor meglio online e offline i consumatori più alto spendenti, sempre più rilevanti sui ricavi totali; e in cui i negozi fisici continueranno ad avere un ruolo chiave, un traffico adeguato e una profittabilità soddisfacente solo se sapranno dare ai clienti una cura, una personalizzazione e un’esperienza che dia un vero valore aggiunto”, ha spiegato Nicola Pianon, managing director and senior partner di Bcg.

Secondo gli esperti, gli strumenti per contrastare il calo del traffico e della produttività, come l’efficientamento dei flagship store e lo sviluppo di collezioni capsule, richiedono un ammontare crescente di costi fissi, che è più facilmente sostenibile quando si beneficia di un vantaggio di scala. Questo rappresenta una criticità per le imprese italiane di piccola e media dimensione.

Un’altra implicazione del forte sviluppo digitale è il consolidamento strutturale della distribuzione multi- marca. Il traffico si muove su internet alla velocità della luce, e può concentrarsi su chi riesce a sviluppare un vantaggio in termini di profondità di assortimento, generando una situazione in cui “il vincitore prende tutto”.

I nuovi etailer e marketplace ottengono maggiori risultati rispetto a quasi tutti i grandi magazzini tradizionali nella loro capacità di generare traffico su internet, e anche rispetto alla maggior parte delle aziende strutturate dell’alto di gamma.

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