Benetton chiude a Modena; i sindacati preoccupati per il futuro dei dipendenti
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Preoccupazione da parte della Cgil di Modena per le sorti dei lavoratori dello storico negozio a marchio Benetton-Sisley di via Emilia Centro che chiuderà i battenti. La notizia era stata rilanciata dalla stampa a fine maggio.
"Il sindacato del commercio modenese si era infatti subito attivato per entrare in contatto con i dipendenti del negozio: al netto delle speculazioni sul nuovo marchio entrante, sin dal principio è emersa una certa preoccupazione da parte delle 15 lavoratrici, alcune delle quali presenti in negozio da oltre 20 anni", si legge in una nota dei sindacati.
“Il punto non è come rimarrà aperto questo negozio e quale insegna verrà appesa sopra le vetrine”, ha detto Lisa Cataldo della Filcams Cgil di Modena, “perché quello che conta davvero è non perdere posti di lavoro e non disperdere esperienze e capacità di chi, negli anni, si è formato dentro questo storico negozio”. Il sindacato segnala, infatti, che Benetton ha comunicato l’intenzione di procedere ad un licenziamento collettivo per chiusura dell’attività entro la fine di gennaio.
Di contro, proseguono le rappresentanze dei lavoratori, la società che dovrebbe subentrare non ha palesato l’interesse di agire per un passaggio diretto di lavoratrici e lavoratori garantendo così il mantenimento di posti di lavoro, salario, anzianità di servizio e diritti acquisiti, ma l’interesse di agire tramite colloqui individuali selezionando quelle persone che, una volta licenziate dalla vecchia proprietà, passerebbero dall’avere un contratto a tempo indeterminato alla ricerca di un nuovo impiego, con l’incertezza che ciò inevitabilmente comporta. "Così facendo, la nuova insegna potrebbe proseguire con l’attività con un notevole risparmio proprio a scapito di persone che continuerebbero a svolgere il proprio lavoro esattamente come fatto fino al giorno prima nel negozio Benetton", riporta la nota della Filcams Cgil di Modena.
La Filcams di Modena segnala di aver cercato un contatto con l’amministrazione comunale sin dai primi giorni di luglio e di essere stata ricevuta soltanto a settembre inoltrato dall’assessore di riferimento, senza però ottenere nessuna garanzia in merito all’apertura di un tavolo di discussione. “Sappiamo perfettamente che il Comune non può imporre alcun vincolo alle imprese”, ha aggiunto Cataldo, “ma sappiamo anche che l’unico modo per tentare di trovare un percorso che mantenga in sicurezza le condizioni di lavoro, passa inevitabilmente dall’interesse e dalla mediazione dell’assessore e dell’amministrazione comunale che sono i soggetti che possono mettere ogni parte in causa di fronte a una precisa responsabilità”.