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Fashion and high street report: su i canoni di locazione a Milano, Roma, Venezia e Firenze

Scritto da FashionUnited

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Retail

Pexels, Sam Lion
I turisti degli Stati Uniti e dei Paesi del Golfo hanno caratterizzato lo shopping tax free italiano nel contesto post-pandemico, guidandone la ripresa. Il tasso di recovery, cioè quanto la categoria fashion e abbigliamento sta recuperando rispetto agli stessi mesi del 2019, è pari a una percentuale del 44 per cento nei mesi di marzo e aprile 2022 nei confronti dello stesso periodo del 2019, con uno scontrino medio passato dagli 811 euro nel marzo-aprile 2019 a uno scontrino medio di 948 euro di marzo-aprile 2022 (+17 per cento).

In particolare i Paesi del Golfo, nel mese di marzo, hanno già superato quanto avevano fatto registrare nel 2019 (+191 per cento è il tasso di recovery) con un aumento dello scontrino medio del 6 per cento, passando dai 970 euro del 2019 ai 1.120 euro del 2022. Questi alcuni dei dati contenuti nel Fashion and high street report 2022, realizzato da Federazione moda Italia-Confcommercio con World Capital, in collaborazione con Global Blue.

Fashion high street: il negozio è sempre più “phigital”

Stando al report, inoltre, cambia l’identikit dello shopping tourist. Crescono i canoni di locazione a Milano, Roma, Venezia e Firenze.

“Dopo il primo trimestre altalenante per i consumi di moda arriva ad aprile qualche segnale positivo (+3,5 per cento)", ha sottolineato Giulio Felloni, presidente di Federazione moda Italia-Confcommercio, "anche grazie al periodo pasquale e di festa e a un ritorno del turismo che fa ben sperare. Confido in questo segnale di buon auspicio verso la bella stagione affinché possa far tornare lo shopping tourism e il sorriso ai negozi di moda. Un sorriso che, finalmente, possiamo vedere anche sui volti dei nostri clienti. Certo gli ultimi eventi non hanno aiutato, ma ci attiveremo in tutte le sedi istituzionali, insieme a Confcommercio, per limitare gli impatti del caro energia e carburante e per affrontare i rincari".

"Veniamo da due anni complessi", ha concluso Felloni, "ai quali dovremo rispondere con iniziative e progetti che promuovano il made in Italy fornendo chiarezza sulla normativa, facilitando l’accesso al credito e condividendo programmi, anche all’interno della filiera della moda, con il mondo della cultura, dell’istruzione e delle professionalità coinvolte”.

Il comparto del fashion, si legge nel report, mostra la propria resilienza anche nelle high street che registrano rendimenti costanti. Più nel dettaglio, come rilevato nel Fashion and high street report di Federazione moda Italia in partnership con World Capital e in collaborazione con Global Blue, i canoni di locazione delle high street delle big 4 (Milano, Firenze, Venezia e Roma), rilevati dal dipartimento di ricerca di Wcg, World Capital Group, hanno mostrano valori in ascesa, risultando ancora una garanzia per gli investitori. Via Montenapoleone a Milano ha un canone di locazione massimo di 15.150 euro al metro quadrato/anno, via dei Condotti a Roma raggiunge i 15.000 euro al metro quadrato/anno, mentre una vetrina in piazza San Marco a Venezia arriva a valere fino a 8.996 euro al metro quadrato/anno.

Spostando l'attenzione sul retail della moda, come conseguenza della pandemia, dal 2019 al 2021, in Italia si registra un calo delle imprese attive pari al 5 per cento, una diminuzione del numero di unità locali pari al 3,5 per cento e una compressione del numero di addetti pari al 9,7 per cento. Se le attività nei negozi fisici hanno subito delle contrazioni, gli acquisti online nel comparto moda non hanno cessato di crescere dal 2019 al 2021. In particolare nel 2021 si registra un aumento del 59 per cento del valore delle vendite on-line di prodotti moda, tendenza che ha condotto molte imprese del settore ad avviare un’attività di ecommerce. Secondo una survey realizzata da Federazione Moda Italia, infatti, il 51,2 per cento delle imprese prese in esame si è attivata per vendere online o attraverso consegne a domicilio. È interessante evidenziare inoltre che a marzo 2022 il 71,6 per cento delle vendite è stato effettuato esclusivamente in store a fronte di un 29,4 per cento di acquisti effettuati on line o attraverso siti e social network, con consegne a domicilio. Sempre dall’analisi si evidenzia il peso delle vendite online sui fatturati che, per circa l’80 per cento delle aziende, è inferiore al 5 per cento con le piattaforme più utilizzate, dopo i siti di ecommerce, sono Facebook e Instagram.

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