• Home
  • News
  • Retail
  • Federazione moda Italia: "siamo stati beffati dai decreti ristori e sostegni"

Federazione moda Italia: "siamo stati beffati dai decreti ristori e sostegni"

Scritto da FashionUnited

loading...

Scroll down to read more

Retail

Nei giorni scorsi Federazione moda Italia ha evidenziato al Ministro dello Sviluppo Economico la necessità e l'urgenza delle aperture dei negozi di moda in zona rossa, nel rispetto delle regole e dei protocolli di sicurezza.

Federazione moda Italia: "non vogliamo lasciare il nostro futuro ai colossi del web che si stanno avvantaggiando proprio dalla chiusura dei nostri negozi"

Sono 110mila i negozi di moda, abbigliamento, calzature pelletteria e accessori con oltre 310mila addetti che hanno investito per far lavorare i dipendenti e accogliere i clienti in tutta sicurezza eppure siamo tra le pochissime attività chiuse per decreto, senza un minima spiegazione", si legge in una nota di Federazione moda Italia.

"Perderemo ulteriori 3 miliardi di euro di consumi con questo ultimo lockdown di primavera" dice Federazione moda Italia

"Siamo stati beffati dai decreti ristori e sostegni. Perderemo ulteriori 3 miliardi di euro di consumi con questo ultimo lockdown di primavera", specifica l'associazione, aggiungendo: "abbiamo visto la chiusura di 20mila negozi di colleghi che occupavano 50mila addetti e ora? Non ce la facciamo pià, abbiamo bisogno di ripartire".

La richiesta di Federazione moda Italia, fatta in concomitanza con la campagna di comunicazione di Confcommercio "Il Futuro non (si) chiude", volta a raccontare la crisi, i negozianti e gli imprenditori della moda, sottolineano che, nonostante le richieste inviate a metà febbraio al Presidente del Consiglio, con le specifiche del comparto moda , oltre 110 mila negozi di moda, tessile, abbigliamento, calzature, pelletterie e accessori, che occupano 310 mila addetti non hanno trovato risposte adeguate nel Decreto Sostegni.

"Gli indennizzi sono troppo selettivi e le risorse necessarie per far fronte alle scadenze fiscali e contributive, con addetti, proprietari immobiliari, fornitori e utenze, sono veramente insufficienti. Anche la soglia minima di perdita del 30 per cento è troppo elevata per un settore che è stato spinto dalle chiusure forzate per contenere i cali di fatturato attraverso il notevole ricorso a sconti, promozioni e saldi, riducendo così la propria marginalità e di conseguenza la capacità di proseguire l'attività".

"Se le aziende chiudono, non ci sarà più futuro per molti imprenditori e lavoratori con le loro famiglie, ma anche per le nostre città che si desertificheranno, perdendo anima e appeal, oltre a sicurezza, decoro, relazioni e valore immobiliare. Insomma, non vogliamo lasciare il nostro futuro ai colossi del web che si stanno avvantaggiando proprio dalla chiusura dei nostri negozi", ha ribadito Federazione moda Italia.

I negozianti chiedono, quindi, indennizzi congrui alle perdite subite per le restrizioni; estensione del “credito d'imposta per i canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo e affitto d'azienda” per le mensilità 2021 e del credito d'imposta per contenere gli effetti negativi sulle rimanenze finali di magazzino nel settore tessile, della moda e degli accessori. E ancora, proroga della sospensione dei versamenti tributari e dei contributi previdenziali e assistenziali; proroga della sospensione dei termini di scadenza relativi a tutti i titoli di credito ex art. 11 Dl 23/2020 con cancellazione d'ufficio di protesti o contestazioni sopravvenute e immissione di liquidità garantita e senza merito creditizio con scadenze decennali.

Foto: Pexels

Confcommercio
federazione moda italia
negozi moda