Franchising: l'abbigliamento tra i settori più performanti, a quota 7,5 miliardi
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Cresce il franchising nel 2022. Il fatturato del comparto supera la quota di 30,9 miliardi di euro (+7,1 per cento rispetto al 2021). Una situazione, questa, che favorisce il trend positivo del numero di punti vendita in franchising che raggiunge quota 61162 (+2,2 per cento rispetto al 2021) e degli addetti occupati che raggiungono i 252.848 (+6,2 per cento rispetto al 2021). La media di personale per punto vendita in franchising è di 4,1, dato sostanzialmente stabile rispetto alla precedente rilevazione di Assofranchising. Rimangono stabili le insegne operative in Italia (954), dopo la contrazione avvenuta nel 2020 (-103) e la crescita nel 2021 (+78). Considerando i settori merceologici più performanti al primo posto si trova la grande distribuzione organizzata che,con un giro d’affari che supera gli 11 miliardi di euro, incide per il 37 per cento sul fatturato complessivo del franchising. In seconda posizione il comparto abbigliamento (oltre i 7,5 miliardi di fatturato), e a seguire i servizi (4,5 miliardi di fatturato); la ristorazione in franchising supera invece i 3,2 miliardi di fatturato.
Questo lo scenario fotografato dal Rapporto Assofranchising Italia 2023, Strutture, tendenze e scenari curato dal centro studi di Nomisma e presentato la settimana scorsa a palazzo Castiglioni, sede Confcommercio Milano Lodi Monza e Brianza.
Il franchising vale l’1,6 per cento del prodotto interno lordo.
“Nonostante la congiuntura il franchising si dimostra ancora una volta un modello vincente”, ha sottolineato Alberto Cogliati, segretario generale di Assofranchising. “La vera forza sta nella capacità degli imprenditori che operano in questo settore di riposizionarsi in maniera efficace sul mercato grazie al forte spirito d’innovazione, una maggiore sensibilità verso la sostenibilità e un rinsaldato rapporto di fiducia che lega franchisor e franchisee. Tra i fattori abilitanti e vincenti di questo mercato vi è, in primis, la sicurezza del modello economico di business unita a una migliore reputazione derivante dalla notorietà dell’insegna e la possibilità di contare su formazione e assistenza da parte del franchisor.
Le reti in franchising attive in Italia sono 954
“In questo scenario economico di calma apparente, il franchising è un modello che si conferma vincente nella riduzione della componente di rischio per coloro che desiderano avviare un’attività imprenditoriale, potendo contare su un articolato portafoglio “standardizzato” di prodotti e servizi. Il futuro di questo business dipenderà sempre più dalla capacità dei franchisor di comunicare le potenzialità della propria rete e colmare, tramite attività mirate di formazione rivolte ai franchisee, quei gap di competenze strategiche, di comunicazione e commerciali, che possono accelerare il raggiungimento degli obiettivi dei punti di vendita”, ha aggiunto Luca Dondi, amministratore delegato di Nomisma.
Dall’indagine condotta da Nomisma nel 2022, le reti in franchising attive in Italia sono 954. Il Nord Ovest si attesta al primo posto per numero di franchisor, seguito dal Nord Est e Centro Italia. In crescita, con 199 reti attive, l’area del Sud e delle Isole. Tra i settori più rappresentati nella penisola troviamo, al primo posto, quello dei servizi (255 reti), seguito da ristorazione (181) e abbigliamento (180). Prendendo in esame le regioni con il più alto numero di punti vendita troviamo al primo posto la Lombardia con ben 9.955 store, seguita da Lazio (6.734), Campania (4.805), Emilia-Romagna (4.757) e Sicilia (4.665). Il settore merceologico più rappresentato è quello dei servizi, con 17.373 punti vendita, seguito dall’abbigliamento (14.881) e dal commercio specializzato (8.321).
L'inflazione preoccupa gli operatori del franchising
L’inflazione e la conseguente diminuzione del potere d’acquisto da parte dei consumatori rappresenta, per il 45 per cento degli operatori del franchising, la maggiore preoccupazione per lo sviluppo del business, seguita dall’aumento dei costi delle materie prime (19 per cento) e crisi energetica (9 per cento).
Un brand su due possiede un canale ecommerce attivo già da prima del 2020
La tecnologia, scrive Assofranchising nel report 2022, sta dando un impulso al comparto del franchising e sarà sempre di più un asset strategico di competitività. Tra gli intervistati, un brand su due possiede un canale ecommerce attivo già da prima del 2020, mentre il 18 per cento dichiara di averlo attivato tra il 2020 e il 2022. Cresce la quota di fatturato derivante dalla vendita ecommerce (+8,7 per cento nel 2022) e dalle dichiarazioni dei franchisor si prevede un’ulteriore crescita fino al 12,8 per cento per il 2023. Nel prossimo triennio l’84 per cento delle imprese interessate dalla survey è propenso a investire in digital technology per migliorare le performance economico-finanziarie e la gestione della propria rete.
La sostenibilità nel franchising
La sostenibilità sta diventando sempre più rilevante non solo per le aziende, ma anche per i consumatori che ne tengono particolarmente conto come driver per le scelte d’acquisto. Il 62 per cento degli intervistati dichiara di aver già intrapreso iniziative concrete sul tema della sostenibilità aziendale, mentre il 18 per cento le sta progettando per l’immediato futuro. Per il 28 per cento delle aziende in franchising si tratta di un dovere verso le generazioni future e per l’ambiente (24 per cento); per il 16 per cento di una necessità non più rimandabile e un’opportunità per conquistare nuovi consumatori (10 per cento). Tra le principali azioni messe in campo troviamo al primo posto una maggiore ottimizzazione nella gestione nei rifiuti (56 per cento) seguito dall’utilizzo di packaging sostenibili (55 per cento) e, infine, una selezione di fornitori che offrono garanzie in termini di sostenibilità ambientale (42 per cento).