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Global Blue: vendite tax free in flessione nei primi nove mesi del 2018

Scritto da FashionUnited

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Nei primi nove mesi del 2018 l’Europa ha registrato un calo delle vendite tax free (-6 per cento) rispetto al medesimo periodo del 2017. Il rafforzamento dell’euro rispetto alle altre valute, in particolare il dollaro e il renminbi cinese, iniziato già l’anno scorso, è tra le ragioni del calo. I dati del tax free shopping sono stati illustrati la settimana scorsa, a Milano, da Pier Francesco Nervini, chief operating officer North & Central Europe e global accounts Global Blue, durante l'Osservatorio Altagamma.

A fronte del minor numero di transazioni i dati Global Blue hanno registrato, però, "un aumento del valore dello scontrino medio europeo pari al 2 per cento", ha spiegato Nervini.

Lo scontrino medio delle vendite tax free cresce del 2 per cento h2>

In particolare, da gennaio 2018 a settembre 2018, il tax free shopping ha rallentato in Italia (-8 per cento), Gran Bretagna (-8 per cento), Spagna (-8 per cento) e Germania (-13 per cento). La Francia, invece, è l'unico Paese europeo dove, nei primi nove mesi del 2018 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, le vendite tax free hanno registrato un segno positivo (+1 per cento) grazie soprattutto agli acquisti dei globe shopper appartenenti ai segmenti “elite” (2,2 per cento) e “frequent” (17,7 per cento) meno sensibili alle oscillazioni valutarie.

Numeri alla mano, inoltre, negli ultimi sette anni, dal 2011 al 2018, in Europa il tax free shopping ha rappresentato uno dei principali driver di crescita del comparto “lusso” raddoppiando il suo volume.

I dati Global Blue evidenziano, però, un’altra tendenza volta ad aumentare negli anni a venire: nel 2017 i “millennials” sono stati i principali fautori dell’incremento del tax free shopping francese. Con un’età compresa fra i 18 e i 34 anni rappresentano il 31 per cento del totale dei globe shopper con un potere di acquisto che nel 2017 ha fatto registrare un +17 per cento sul 2016. E i dati emersi nel 2017 ne sono esempio: circa 1.700 euro (+10 per cento sul 2016) la spesa annuale in tax free dei Millennials appartenenti alla categoria “Infrequent”, ha superato i 4.000 euro (+17 per cento sul 2016) quella dei “frequent” per arrivare a oltre i 51.000 euro (+10 per cento sul 2016) della categoria “elite”.

Infine, per questi turisti, che rappresentano la prima generazione a essere cresciuta con Internet e smartphone, la possibilità di avere una esperienza di shopping personalizzata e “digitale” è fondamentale.

Guardando dentro i confini italiani, infine, nei primi nove mesi del 2018 il mercato del tax free shopping ha registrato una flessione dell’8 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, riconducibile soprattutto al rafforzamento dell’euro sulle altre divise, impattando negativamente sulla spesa in Italia. I turisti cinesi, pur continuando a rappresentare il 30 per cento del mercato, hanno rallentato i loro acquisti tax free (-5 per cento) rispetto al medesimo periodo del 2017. In calo anche lo shopping tax free dei viaggiatori russi (-15 per cento), seconda nazionalità con il 13 per cento del totale. In questo caso la debolezza del rublo russo, gli embarghi e le tensioni nei rapporti internazionali sono state le principali cause di tale flessione.

L'Italia ha visto una frenata anche degli acquisti dei viaggiatori in arrivo dagli Stati Uniti (-4 per cento). Segno meno anche per i globe shopper provenienti dalla Corea del Sud (-15 per cento) e dal Medio Oriente (-16 per cento), un’area, quest’ultima, in cui la situazione economica e le forti tensioni geopolitiche hanno pesanti ripercussioni anche sulle dinamiche dei flussi turistici.

Foto: Piefrancesco Nervinim durante l'Osservatorio Altagamma

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