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I cittadini desiderano i negozi di prossimità

Scritto da Isabella Naef

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Anche nell’era digitale i negozi di vicinato sono insostituibili Credits: Pexels, Tuur Tisseghem

Secondo un'indagine di Confcommercio in collaborazione con Swg, gli italiani vogliono vivere nei quartieri dove ci sono più esercizi di prossimità, perché questi rafforzano le comunità (per il 64 per cento degli intervistati), fanno sentire più sicure le persone (57 per cento) e fanno crescere il valore delle abitazioni (fino al 26 per cento in più).

La chiusura dei negozi preoccupa e intristisce i cittadini

Ne consegue che la chiusura dei negozi preoccupa e intristisce i cittadini, soprattutto al Nord e nelle città di medie dimensioni. A mettere in luce questa situazione è un’indagine realizzata da Confcommercio in collaborazione con Swg nell’ambito del progetto Cities che si occupa di contrasto alla desertificazione commerciale nelle città italiane e sviluppo del valore sociale delle economie di prossimità. L’indagine quantitativa è stata condotta mediante interviste online con metodo Cawi, Computer assisted web interview, su un campione composto da 1204 cittadini italiani tra i 18 e 80 anni rappresentativi della popolazione per genere, età, area geografica e ampiezza comune di residenza. Le interviste sono state somministrate dal 9 al 12 aprile.

La presenza di negozi guida le preferenze insediative

Per i cittadini italiani, la presenza di esercizi commerciali nel luogo in cui vivono, è l’elemento che vede la maggiore soddisfazione in assoluto e l’unico che riceve una valutazione positiva in tutte le aree del Paese e in tutte le tipologie di comuni, sia piccoli, sia grandi, in misura maggiore persino rispetto alla presenza di spazi verdi e di servizi pubblici, come scuole, ospedali, centri sportivi. La presenza dei negozi guida anche le preferenze insediative dei cittadini: per l’88 per cento, infatti, è determinante nella scelta del quartiere nel quale vivere, mentre solo una persona su 10 preferisce vivere in una zona esclusivamente residenziale, senza servizi di prossimità. Inoltre, econdo gli intervistati, uno stesso immobile potrebbe vedere crescere il proprio valore almeno del 20 per cento quando collocato in una zona residenziale con molti negozi di prossimità, mentre in un quartiere dove sono in corso fenomeni di desertificazione commerciale potrebbe perderne il 15 per cento, con un differenziale complessivo, quindi, di oltre un terzo.

“Anche nell’era digitale i negozi di vicinato sono insostituibili: rendono le città più vivibili, più attrattive e più sicure. È necessario, però, contrastare la desertificazione che sta facendo scomparire molte attività commerciali. Occorre incentivare l’innovazione e sostenere la riqualificazione urbana attraverso un miglior utilizzo dei fondi europei”, ha commentato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.

Alle attività economiche di prossimità viene anche riconosciuto un alto valore sociale: per quasi i due terzi degli intervistati (64 per cento) rappresentano soprattutto un’occasione di incontro che rafforza l’appartenenza alla comunità, ma anche un servizio attento alle persone fragili (59 per cento), un presidio di sicurezza (57 per cento), una garanzia di cura dello spazio pubblico (54 per cento) e un facilitatore dell’integrazione (49 per cento).

Quando si tratta di consumi, gli acquisti quotidiani di farmaci (64 per cento) e tabacchi (59 per cento) vengono effettuati prevalentemente negli esercizi vicini all’abitazione; per abbigliamento (64 per cento), alimentari a lunga conservazione (60 per cento), accessori per la casa (60 per cento) e prodotti di elettronica (53 per cento) i centri commerciali e le grandi strutture distributive diventano i luoghi di acquisto prevalenti rispetto agli esercizi commerciali in centro città dove quelle tipologie di beni registrano percentuali di acquisto tra il 2 per cento e il 5 per cento.

La percezione della desertificazione porta con sé un forte sentimento negativo

Uno dei motivi delle scelte di acquisto al di fuori del proprio quartiere deriva dall’avanzamento della desertificazione commerciale, ovvero dal calo o addirittura dalla totale assenza di negozi tradizionali vicino alla propria abitazione: rispetto alla propria zona di residenza, infatti, per i negozi specializzati si avverte prevalentemente una diminuzione, come nel caso dei negozi di abbigliamento ed elettronica (46 per cento) e dei servizi essenziali, tra cui gli alimentari (42 per cento), solo i servizi per il tempo libero (tra cui bar e ristoranti) sono percepiti in aumento dal 43 per cento degli intervistati.

La percezione dell’avanzamento della desertificazione porta con sé un forte sentimento negativo che spinge un italiano su cinque (22 per cento) addirittura a ipotizzare di cambiare abitazione nel caso in cui il fenomeno dovesse acuirsi nella zona in cui abita; l’83 per cento degli intervistati dichiara di provare un senso di tristezza di fronte alla chiusura dei negozi nelle strade della propria città e il 74 per cento ritiene che tale fenomeno incida negativamente sulla qualità di vita nella zona di residenza. da un altro.

Al Nord i processi di desertificazione sono segnalati dal 43 per cento degli abitanti, al Sud questo avviene per il 31 per cento degli intervistati; le chiusure sono maggiormente percepite nelle città tra 100 e 250mila abitanti, meno in quelle tra 30 e 100 mila.

chiusure di negozi
Confcommercio