I merchant italiani sono pronti a esplorare il potenziale dell’Ia, quelli spagnoli sono più dinamici
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I merchant italiani si dimostrano pronti a esplorare il potenziale dell’intelligenza artificiale per le loro attività, pur mantenendo un approccio realistico e pragmatico. Per un’azienda su due le aree su cui si concentrano le maggiori aspettative sono il marketing (47%) e la generazione di contenuti (46%), mentre al terzo posto si posiziona l’uso dell’Ai per le traduzioni, indicato da 2 merchant su 5 (39%). Seguono poi l’utilizzo per migliorare le immagini prodotto (35%), per offrire un customer service più efficiente (30%) e per analizzare dati e ottenere insight più rapidi e puntuali (30%).
Queste alcune delle evidenze emerse da una ricerca di Shopify che ha coinvolto oltre mille dei suoi merchant in cinque mercati europei chiave: Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito, con l’obiettivo di capire come intendano utilizzare l’intelligenza artificiale nei prossimi mesi. I rispondenti totali sono stati: 203 in Italia, 282 in Uk, 283 in Germania, 182 in Francia e 196 in Spagna.
Il 31% dei merchant italiani intende utilizzare l’Ai per personalizzare l’esperienza cliente
In Italia a dimostrazione di un interesse trasversale, seppure ancora contenuto, il 31% dei merchant intende utilizzare l’Ia per personalizzare l’esperienza cliente, mentre 1 su 4 pianifica di applicarla per automatizzare e rendere più snelli i processi operativi (27%).
Completano il quadro altri ambiti di applicazione che, pur essendo meno prioritari, mostrano una crescente attenzione da parte delle imprese italiane: ottimizzazione dei prezzi (25%), fraud detection (20%) e sviluppo prodotto (20%).
“L’intelligenza artificiale rappresenta una delle più grandi opportunità per le piccole e medie imprese italiane ed europee che vogliono fare un salto di qualità nel modo in cui vendono, comunicano e crescono”, ha affermato Paolo Picazio, country manager per l’Italia di Shopify. “Oggi il potenziale dell’Intelligenza artificiale non è più appannaggio delle sole grandi aziende, ma diventa sempre più accessibile grazie a strumenti concreti e integrati”.
Nel confronto tra i 5 mercati europei analizzati, emergono alcune differenze e peculiarità in termini di priorità e approccio strategico all’intelligenza artificiale.
La Spagna mostra l’approccio più trasversale e dinamico all’adozione dell’Ai
La Germania mantiene un approccio strutturato, con i livelli più alti di adozione per la generazione di contenuti (60%), le attività di marketing (51%) e la creazione di immagini prodotto (44%). Tra i dati spicca anche l’interesse per l’Ia a supporto delle traduzioni (38%) e della protezione antifrode (24%).
La Spagna mostra invece l’approccio più trasversale e dinamico all’adozione dell’Intelligenza artificiale, con percentuali tra le più alte in tutte le aree chiave: marketing (52%, il dato più alto rilevato tra i 5 Paesi), traduzioni (42%), analisi dati (41%) e automazione operativa (33%).
La Francia si distingue per un forte focus sull’Intelligenza artificiale applicata al customer service, con il 38% dei merchant che intende adottarla per migliorare la qualità dell’assistenza, il dato più alto del campione. Anche qui le traduzioni (35%) e la personalizzazione (31%) risultano prioritarie.
Il Regno Unito, pur allineandosi al dato globale per contenuti (54%), appare più conservatore in altri ambiti: è il Paese meno propenso a utilizzare l’Ia per il customer service (27%) e per la fraud detection (14%, al di sotto della media globale del 24%).
“Questa eterogeneità nelle priorità riflette il diverso grado di maturità digitale dei mercati, ma anche le differenti esigenze locali. In questo contesto, l’Italia si posiziona in una fascia intermedia, con segnali di apertura che indicano una crescente consapevolezza del ruolo strategico dell’Intelligenza artificiale nel futuro del commercio digitale”, ha aggiunto Picazio.