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L’arte del retail buying nell’era digitale

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Retail

Nonostante le tendenze in evoluzione in tutto il settore del retail, un fattore rimane invariato: il connubio di arte e scienza nel processo di acquisto. I retailer attualmente si concentrano sul perfezionamento della loro esperienza omnicanale, ma con i nuovi competitor che continuano ad emergere, sono estremamente consapevoli che ogni punto di interazione deve offrire un’esperienza di shopping perfetta. Un assortimento attentamente selezionato migliora l’esperienza clienti, poiché il retail ai massimi livelli è una combinazione di entrambi.

Tuttavia, la maggior parte dei retail buyer non dispone degli strumenti adeguati per svolgere il loro lavoro. Numerosi buyer prendono ancora nota dei loro ordini usando carta e penna e quindi trasferiscono queste informazioni in fogli di lavoro Excel, dedicando inutilmente tempo a questa attività manuale. In base ai dati ottenuti dalla società di consulenza McKinsey, fino a due terzi del tempo dei buyer viene dedicato ad attività improduttive, sottolineando le inefficienze di numerosi sistemi odierni di acquisto nel retail. Ma offrendo ai propri buyer gli strumenti adatti, i retailer possono creare assortimenti che attirano realmente i loro clienti, potenziando e ottimizzando i loro sistemi. In questo articolo analizzeremo in che modo i buyer possono usare in dati in modo efficace senza rinunciare all’arte dell’acquisto.

I retail buyer non dispongono degli strumenti per favorire la

digitalizzazione del loro ruolo I retail buyer rivestono un ruolo fondamentale per il successo dei retailer; tuttavia, molti di essi non investono negli strumenti che sarebbero loro utili. I retailer spendono milioni a ogni stagione per l’acquisto di nuovi prodotti, mentre le decisioni vengono prese offline usando documenti Powerpoint ed Excel, sebbene esistano sul mercato strumenti online in grado di ridurre i tempi di registrazione degli ordini del 50%. “In questo mondo sempre più digitalizzato, in cui l’uso di dati e statistiche è fondamentale per determinare la crescita e la trasformazione commerciale, ai buyer viene chiesto di gestire i dati del brand, il che richiede ore di laboriose immissioni in file Excel e in sistemi preesistenti, che in ultima analisi hanno allontanato i buyer dall’arte dell'acquisto”, sottolinea Chris Palmer, Senior Account Executive presso NuOrder by Lightspeed.

Ad esempio, la mancanza di standardizzazione tra venditori, brand e produttori può provocare ritardi, confusione e perdite di tempo per procedure non necessarie relative ai dati. Ciò che un brand può considerare azzurro, può essere chiamato blu o indaco da altri. La definizione di gilet potrebbe variare da brand a brand, oppure da paese a paese, oppure il modo in cui un brand fotografa i propri campioni può differire in modo drastico, il che significa che i retailer devono occuparsi di un’operazione di “ripulitura” prima che i prodotti siano pronti a essere introdotti sul mercato e possa essere eseguita l’analisi. Tuttavia, se dotati degli strumenti corretti, i retail buyer potrebbero dedicare il 70% del tempo in meno a compilare dati, il 90% di tempo in meno a inviare mail ai brand, il 60% di tempo in meno al dimensionamento degli ordini e il 90% di tempo in meno alla revisione degli ordini, diventando più efficienti e disponendo di più tempo per concentrarsi su reali decisioni di acquisto.

Questa separazione dall’arte dell’acquisto a causa delle attività manuali può incidere negativamente anche sulla soddisfazione complessiva dei buyer sul posto di lavoro, portando a un elevato ricambio del personale, in particolare proprio per i buyers stessi che devono costantemente occuparsi di processi sia amministrativi che non ma, in entrambi i casi, molto laboriosi. Sempre più retail buyer sono desiderosi di osservare e di contribuire con il loro impatto sull’attività, e vogliono vedere la loro carriera crescere mediante l’uso degli strumenti più sofisticati disponibili sul mercato per svolgere il loro lavoro in modo più efficiente. Tutto questo non è semplice se non vengono forniti i dati corretti.

L’acquisto senza disporre dei dati adeguati genera dei rischi per il sell-

through La mancanza di una visione di insieme (spesso il risultato di dipartimenti isolati tra loro) e l’impiego di sistemi obsoleti possono incidere sulla capacità del buyer di prendere decisioni efficaci di acquisto e assortimento. Sul lungo termine, ciò può indurre i buyer a prendere decisioni di acquisto senza disporre di dati sufficienti, portando a un assortimento in eccesso e a una perdita di vendite. Un surplus di inventario obbliga i retailer a ridurre i prezzi e a liberarsi di merci in grandi quantitativi prima che lascino il magazzino, spesso con importanti perdite. I retailer che vendono a prezzo intero percepiscono in particolare la pressione legata alla necessità di liberarsi di stock in eccesso di merci che registrano vendite mediocri, in modo da non cannibalizzare le vendite a prezzo intero, con conseguenti enormi perdite in termini di vendite. Un altro problema legato agli acquisti senza disporre di dati sufficienti è l’eccesso di stili.

Ad esempio, i buyer possono acquistare da brand a brand e probabilmente acquistano pochi prodotti di tendenza, oltre ai prodotti di punta. Oppure potrebbero essere incaricati di acquistare prodotti per un determinato reparto, regione o categoria senza disporre di informazioni sufficienti riguardanti i prodotti acquistati da altri dipartimenti. Quindi, senza conoscere la strategia di acquisto complessiva per tutti i brand in un dipartimento o categoria specifici, si potrebbe verificare un overstock di prodotti di tendenza. “Ora, invece di avere dieci alternative di sneaker bianche basse, ne abbiamo 50”, dice Palmer. Sebbene i prodotti di tendenza siano essenziali per attirare i consumatori, non sempre di più è meglio. I consumatori possono pensare di volere quante più opzioni possibili tra cui scegliere. Gli studi dimostrano tuttavia che un’ampia selezione può confonderli e spingerli con più probabilità ad abbandonare del tutto l’esperienza di acquisto.

Come si presenta un processo di acquisto efficiente e potenziato

“L’acquisto può essere una fonte di differenziazione dalla concorrenza per un retailer, e tuttavia si tratta di una funzione che, da un punto di vista operativo, è estremamente efficiente”, sottolinea Palmer. Ma i retailer di maggiore successo oggi sono quelli che gestiscono il loro brand e l’offerta di prodotti tramite un processo di acquisto e assortimento efficace. Soluzioni come quelle offerte da NuOrder offrono quanto segue:

  • Informazioni sui dati per tutti gli acquisti;
  • Una migliore selezione dei prodotti grazie a una panoramica completa;
  • Ottimizzazione di tutti gli acquisti per tutti i brand in un unico riepilogo;
  • Distribuzione dell’inventario;
  • Raccolta e condivisione dei dati con altri membri del team o brand.

Offrendo ai gruppi responsabili dell’acquisto OPPURE all’intero reparto di acquisto una chiara visione d’insieme, NuOrder garantisce ai retailer un importante ritorno sull’investimento, che si palesa nella sua recente partnership con il grande magazzino di lusso statunitense Bloomingdale, attualmente presente in 55 sedi in tutto il paese.

Durante la sua collaborazione con NuOrder per lanciare il suo nuovo concept store Bloomie, Bloomingdale ha digitalizzato i suoi processi di acquisto, consentendo a buyer e brand di collaborare in via digitale. In questo modo si è ridotto notevolmente il tempo trascorso a redigere ordini scritti e a preparare recensioni sullo stile per i team di acquisto principali.

Bloomie ha potuto inoltre selezionare il proprio assortimento esclusivo indipendente da Bloomingdale, pensato per essere cambiato frequentemente in modo da attirare un pubblico più giovane. “Nell’attuale ambiente di lavoro in remoto, la capacità di visualizzare gli acquisti sulla nostra piattaforma ha consentito a Bloomie di sfruttare potenziali opportunità ed eliminare processi altamente manuali”, spiega Olivia Skuza, cofondatrice di NuORDER e General Manager, NuORDER by Lightspeed. La nuova idea si è rivelata un successo e Bloomingdale ha inaugurato una seconda sede di Bloomie nell’area metropolitana di Chicago entro la fine dell’anno.

Quando i buyer possono accedere ai dati aggregati e sono necessarie meno persone per immettere tali dati, ampliare gli assortimenti o muoversi verso nuove categorie o territori, i retailer possono effettuare scelte di acquisto più informate e incisive. Ciò genera migliori tassi di sell-through e a meno ribassi di fine stagione a causa di un surplus di assortimento.

Nell’odierno ambiente di retail in rapido movimento, la capacità dei retailer di accelerare la configurazione delle voci dei prodotti, di scrivere rapidamente gli ordini e di creare prodotti con una soluzione online integrata rappresenta un chiaro vantaggio. Rimanendo aggiornati sui più recenti sviluppi della tecnologia di acquisto, i retailer multi-brand possono offrire la migliore esperienza di shopping concentrata sui prodotti ai propri clienti.

Per ulteriori informazioni, visitare il sito NuORDER.com

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