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Prezzi al consumo: variazione del -0,3% su base mensile e del +1,2% su base annua

Confcommercio: "segnali positivi per il potere d’acquisto ma la domanda resta debole"
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La bassa inflazione potrebbe fornire la spinta che manca per chiudere con ottimismo questo 2025 Credits: Pexels, Shattha Pilabut
Scritto da Isabella Naef

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Secondo le stime preliminari dell'Istat, nel mese di ottobre 2025 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, evidenzia una variazione del -0,3% su base mensile e del +1,2% su base annua (da +1,6% nel mese precedente). "Segnali positivi per il potere d’acquisto ma la domanda resta debole", ha sottolineato Confcommercio.

"La sensibile decelerazione del tasso d’inflazione si deve prevalentemente al marcato rallentamento su base tendenziale dei prezzi degli energetici regolamentati (da +13,9% a -0,8%), degli alimentari non lavorati (da +4,8% a +1,9%) e, in misura minore, di quelli dei servizi relativi ai trasporti (da +2,4% a +2,0%). Tali effetti sono solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,1% a +3,3%)", si legge in una nota.

La crescita tendenziale dei prezzi dei beni si attenua (da +0,6% a +0,2%) e quella dei servizi rimane stabile (a +2,6%)

Nel mese di ottobre l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta invariata (a +2,0%) e quella al netto dei soli beni energetici rallenta (da +2,1% a +2,0%).

La crescita tendenziale dei prezzi dei beni si attenua (da +0,6% a +0,2%) e quella dei servizi rimane stabile (a +2,6%). Pertanto, il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni aumenta, salendo a +2,4 punti percentuali (dai +2,0 del mese precedente).

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona decelerano (da +3,1% a +2,3%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,6% a +2,3%). La variazione congiunturale negativa dell’indice generale riflette la diminuzione dei prezzi degli energetici regolamentati (-6,7%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,2%), degli energetici non regolamentati (-0,8%), dei beni durevoli, dei servizi relativi alle comunicazioni e dei servizi relativi ai trasporti (-0,3% tutti e tre), parzialmente attenuata dalla crescita dei prezzi degli alimentari lavorati (+0,4%) e dei servizi relativi all’abitazione (+0,3%). L’inflazione acquisita per il 2025 è pari a +1,6% per l’indice generale e a +2,0% per la componente di fondo.

In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) registra una variazione pari a -0,2% su base mensile e a +1,3% su base annua (da +1,8% del mese precedente).

"A ottobre 2025, secondo le stime preliminari, l’inflazione rallenta sensibilmente, scendendo a +1,2% (appena al di sotto del valore di fine 2024). La decelerazione risente del marcato ridimensionamento del ritmo di crescita dei prezzi degli alimentari non lavorati (+1,9% da +4,8%) e del calo di quelli degli energetici regolamentati (-0,8% da +13,9% a settembre). In rallentamento la crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+2,3% da +3,1%), mentre l’inflazione di fondo rimane invariata (a +2,0%). Il tasso di inflazione acquisito a ottobre, calcolato sulla base dei dati provvisori, si attesta al +1,6%", hanno commentato gli esperti dell'Istat.

Mariano Bella (Confcommercio): " il sistema sconta un deficit di consumo che si legge anche nelle dinamiche molto contenute dei prezzi di mobili e abbigliamento"

Commentando i dati Istat sull'inflazione di ottobre, il direttore dell'Ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella, ha osservato che "la stima preliminare della variazione dei prezzi al consumo in ottobre mostra un calo superiore alle attese (-0,3% congiunturale contro la nostra previsione di 0,0%) che indica il completo esaurirsi degli impulsi che avevano portato, tra la fine dello scorso anno e l’inizio del 2025, a un moderato aumento dell’inflazione. Negli ultimi due mesi, infatti, i prezzi dei beni e servizi che compongono il paniere sono di fatto diminuiti di mezzo punto percentuale riportando l’indice ai valori di giugno".

"Tuttavia, il contenimento dell’inflazione, scesa all’1,2% tendenziale, un valore storicamente molto esiguo, se da una parte sostiene il potere d’acquisto dei redditi e della ricchezza delle famiglie, dall’altra, è esso stesso sintomo di una marcata debolezza della domanda". "Al di là dei tradizionali effetti stagionali che hanno parzialmente inciso sul calo dei prezzi dei servizi di trasporto, ricreazione, alloggio e ristorazione il sistema sconta un deficit di consumo che si legge anche nelle dinamiche molto contenute dei prezzi di mobili e abbigliamento".

"Resta il fatto che il netto ridimensionamento delle dinamiche dei prezzi dei beni alimentari e di altri prodotti e servizi di acquisto frequente potrebbe curare la ‘malattia’ che lo ha generato, cioè spingere in alto la propensione al consumo: attraverso un riallineamento della percezione delle dinamiche inflazionistiche ai dati reali del reddito moderatamente crescente, si consoliderebbe, nei prossimi mesi, la stentata dinamica dei consumi". "Dal weekend di Ognissanti, passando per il Black friday, per giungere al Natale la bassa inflazione potrebbe fornire la spinta che manca per chiudere con ottimismo questo 2025 ed entrare favorevolmente nel 2026 che, ad oggi, appare molto difficile sotto il profilo macroeconomico", ha concluso Bella.

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