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Sette imprese su dieci vittime del taccheggio

Scritto da Isabella Naef

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Il 70 percento delle aziende ha subìto episodi di taccheggio negli ultimi anni. Questi i dati di Confcommercio-Format, secondo cui il fenomeno cresce di più al Sud, mentre diminuisce la capacità da parte delle imprese di contrastarlo.

I dati sono stati diffusi la settimana scorsa a ridosso della Giornata di mobilitazione nazionale di Confcommercio "Legalità, mi piace" che si è svolta il 25 novembre. La confederazione, in collaborazione con Format Research, ha realizzato un focus sugli episodi di taccheggio subiti dalle imprese del commercio al dettaglio: sette imprese del commercio al dettaglio su dieci hanno subito episodi di taccheggio negli ultimi anni; il 30 percento delle imprese segnala un aumento del taccheggio (+2,4 percento rispetto al 2014), in particolare al Centro (+3,8 percento) e al Sud (+4,1 percento); solo il 38,9 percento degli esercenti dichiara di essere riuscito a bloccare quasi sempre o spesso il taccheggiatore (-18,1 percento in confronto al 2014). Sempre stando ai dati il 48,3 percento delle imprese (+1,4 percento rispetto al 2014) si è dotato di misure anti-taccheggio; il 32,7 percento delle imprese investe tra il 2 e il 3 percento dei propri ricavi (+1,1 percento rispetto al 2014) per la sicurezza contro il taccheggio.

Il taccheggiatore è in prevalenza donna (nel 54,5 percento dei casi), tra i 35 e i 54 anni (per il 56 percento), di nazionalità italiana (per il 56 percento), soprattutto coniuge con figli (per l'87,4 percento). Rispetto al 2014 le imprese del commercio segnalano un aumento dei taccheggiatori italiani (+16 percento).

Il taccheggiatore è in prevalenza donna (nel 54,5 percento dei casi), tra i 35 e i 54 anni (per il 56 percento) e di nazionalità italiana (per il 56 percento)

Il 68,8 percento delle imprese del commercio al dettaglio è stato vittima almeno una volta in passato di un episodio di taccheggio. Il fenomeno è diffuso in prevalenza negli esercizi commerciali di dimensioni più grandi (84,6 percento), nella distribuzione organizzata (75,2 percento), nelle imprese delle aree metropolitane (69 percento) e delle regioni del Centro Italia (75,8 percento) e del Nord Ovest (72,2 percento). Il 30 percento delle imprese segnala un aumento del taccheggio nel proprio esercizio commerciale (+2,4 percento rispetto al 2014). In particolare, cresce al Centro (+3,8 percento) e al Sud (+4,1 percento).

Come evidenziato dalla ricerca, inoltre, diminuisce la capacità delle imprese di contrastare il fenomeno: infatti, solo il 38,9 percento degli esercenti dichiara di essere riuscito a bloccare quasi sempre o spesso il taccheggiatore, una percentuale decisamente inferiore (-18,1 percento) rispetto a quella dello scorso anno. Inoltre, sette imprese su dieci dichiarano che il taccheggio incide negativamente tra l'1 e il 5 percento dei propri ricavi.

Per contrastare il fenomeno le aziende adottano dispositivi di sorveglianza video e altre modalità, anche informatiche e digitali

Ma come si può contrastare questo fenomeno? Stando ai dati di Confcommercio, il 48,3 percento delle imprese del commercio al dettaglio (+1,4 percento rispetto al 2014) si è dotato di misure anti-taccheggio. Di queste, il 55,3 percento ha adottato dispositivi di sorveglianza video e altre modalità, anche informatiche e digitali, di sorveglianza da remoto; il 21,1 percento ha investito in corsi specifici per il personale; l'11,8 percento si è dotato di personale addetto alla vigilanza non armata, il 6,6 percento ha reclutato personale di vigilanza armata.

Numeri alla mano, l'indagine mette in luce che tre imprese su cinque investono fino all'1 percento dei propri ricavi in misure e strumentazioni di sicurezza per l'anti-taccheggio, mentre il 32,7 percento delle imprese investe tra il 2 e il 3 percento dei propri ricavi (+1,1 percento rispetto al 2014).

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